Neil Harbisson. Sono un cyborg dall’anima ambientalista

Neil Harbisson è il primo uomo-cyborg della storia grazie a un occhio elettronico che gli permette di “sentire” i colori. Lo abbiamo intervistato e abbiamo scoperto che ha anche un’anima ambientalista.

L’artista Neil Harbisson è nato senza poter vedere i colori. Soffre di una rara condizione visiva che si chiama acromatopsia. Poi qualcosa è cambiato e dall’età di 21 anni vive con un apparecchio tecnologico attaccato al cervello in grado di trasformare i colori in frequenze, in suoni. Una condizione nuova che gli ha permesso di mischiare le arti e creare delle musiche da tutto ciò che di colorato incontra nella vita: da un volto umano a un piatto da mangiare, da uno scaffale di un supermercato a un albero. Può addirittura ascoltare la musica di un dipinto, di un Picasso. Una condizione che gli ha consentito di ricevere lo status di cyborg anziché di uomo all’anagrafe britannica.

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Il progetto dell’occhio elettronico che gli ha permesso di “sentire” i colori è nato dalla collaborazione di Adam Montandon, informatico, dello sloveno Peter Kese e del catalano Matias Lizana. Abbiamo intervistato Harbisson, originario dell’Irlanda del Nord ma cresciuto a Barcellona, in Spagna, in occasione del Singularity University summit che si è tenuto il 27 e 28 settembre a Milano. È stata l’occasione per approfondire la sua anima da attivista ambientale.

Com’è stato “sentire” il verde delle foglie degli alberi per la prima volta?
La natura in generale è microtonale, ci sono diverse sfumature di verde e marrone. Le frequenze della natura sono molto vicine tra loro, molte onde si toccano. Per me è stato sorprendente sentire che la natura vibra molto, proprio perché le frequenze sono vicine. Una foresta ha tante vibrazioni che creano un ritmo, mentre ad esempio i supermercati sono diversi: hanno note molto diverse tra loro, che non si toccano. In natura, invece, sono sempre molto vicine una all’altra.

In Amazzonia alcuni popoli indigeni hanno fino a 16 modi di dire la parola “verde” perché lì la biodiversità è talmente ricca che una parola non basta. Lei riesci a cogliere anche le sfumature dei colori?
Ci sono tantissimi verdi e blu. Mentre i gialli e i rossi sono meno. Ad esempio, sento una trentina di rossi, arancioni e gialli. Ma i verdi e i blu che percepisco sono circa 90. La gamma nei verdi e nei blu è più ampia rispetto al rosso o all’arancione. Per questo abbiamo più variazioni, in natura ci sono tantissime sfumature. Artificialmente creiamo un verde che è molto puro, che sta al centro della gamma. Ma in natura ci sono tante variazioni.

Qual è il suo colore preferito?
Il mio colore preferito è l’infrarosso, che è un colore invisibile agli esseri umani. Io posso percepirlo attraverso la mia antenna ed è presente in molti spazi. Posso anche sentire l’ultravioletto e percepire il suo livello in alcuni fiori. A volte un fiore non sembra interessante, ma ha un alto livello di ultravioletto e così diventa subito molto interessante. Mi piace l’antenna perché mi connette con la natura più profondamente di quello che farebbe il mio corpo. È per questo che uno dei miei colori preferiti è l’infrarosso, è un colore che la nostra specie non può sentire.

È andato a rivedere gli alberi (e quindi i loro colori) che ha salvato a Mataró, arrampicandosi per giorni fino a ottenere che non venissero abbattuti? Sono ancora lì?
Sì, sono ancora lì. Sono stati piantati nel 1882, quindi ora hanno più di cento anni. Quando mi ci sono arrampicato era il 2001, 16 anni fa, e sono ancora lì. Il comune aveva detto che erano malati e dovevano essere abbattuti. Secondo me era una bugia. Ho protestato, ma il comune non mi dava retta, così mi sono arrampicato su uno e ci sono rimasto per alcuni giorni. Questo ha richiamato l’attenzione della comunità locale ed è arrivata anche la televisione nazionale e la notizia ha iniziato a girare finché anche altre persone si sono arrampicate sugli alberi (in totale erano tre). Alla fine il comune ha ceduto affermando che non li avrebbe più tagliati. È stato un momento molto speciale per me. Quando sei su un albero, vedi la vita in modo diverso, tutto diventa diverso. Potevo vedere dall’alto la routine giornaliera delle persone, gli immigrati si alzavano alle 5 di mattina per andare al lavoro. C’erano tante persone africane che prendevano il treno all’alba. Poi era il turno delle persone più anziane che andavano al supermercato o in chiesa. Poi i bambini che andavano a scuola, gli adulti che andavano al lavoro e tornavano per la “siesta”. Erano cose molto semplici, ma è stato davvero interessante.

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Ha partecipato ad altre proteste per la difesa dell’ambiente?
Sempre, fin da bambino, per proteggere gli animali e la natura. Sono vegetariano da quando i miei genitori mi hanno permesso di diventarlo, avevo 11 anni. Quando avevo 6 o 7 anni mia mamma mi ha detto che ciò che stavo mangiando era un animale e mi sono sentito malissimo. Sentivo che era una cosa sbagliata mangiare un altro animale. Sono tuttora vegetariano, non mangio altre specie perché le rispetto. Non ucciderei mai un altro animale.

Sono sempre stato interessato alla natura. E sono diventato un cyborg proprio perché il mio interesse è la natura, non la tecnologia. La tecnologia è solo uno strumento per connettermi con la natura più profondamente. Ora che ho l’antenna sento la natura in un modo più profondo rispetto a prima. Come specie, cambiamo il Pianeta da migliaia di anni, ridisegnandolo per sopravvivere. Credo che questo sia sbagliato. Invece di ridisegnare il pianeta, dovremmo ridisegnare noi stessi. Ad esempio, usiamo la luce artificiale perché non siamo in grado di vedere di notte. Ma è sbagliato. Non dovremmo creare la luce artificiale, dovremmo avere la vista notturna. Se avessimo la vista notturna, le città rimarrebbero buie e questo farebbe bene all’ambiente e alle altre specie perché di notte dovrebbe essere tutto buio.

La tecnologia non dovrebbe cambiare l’ambiente, ma l’individuo. Questo sarebbe il più grande vantaggio per la Terra. Un altro esempio è l’aria condizionata e il riscaldamento. D’estate usiamo l’aria condizionata per raffreddare l’ambiente, mentre di inverno lo riscaldiamo. Ma è ridicolo. Dovremmo poter controllare la nostra temperatura corporea. Sarebbe più pratico. Se potessimo controllare la nostra temperatura non ci sarebbe né aria condizionata, né riscaldamento.

Come ultima domanda, viriamo sull’attualità. Da catalano di adozione, cosa ne pensa del referendum e degli scontri tra Madrid e Barcellona sull’indipendenza della Catalogna?
C’è un grande problema: Madrid non permette alla Catalogna di votare. La gente vuole votare. Per questo domenica tutti andranno a votare lo stesso, anche se stanno chiudendo le scuole sede di seggio, stanno sequestrando le urne. Io uscirò e andrò a votare, come faranno tutti. E se potrò votare, voterò sì. Perché credo che per stimolare la creatività si debba essere indipendenti. Al contrario, da dipendenti si diventa pigri. Se la Catalogna diventasse indipendente, la creazione di un nuovo stato porterà tanta creatività. E di conseguenza anche la Spagna diventerà più creativa. Credo che non ci sia niente di male nel diventare indipendenti.

Per essere interdipendenti, bisogna prima essere indipendenti. Quindi, la Catalogna ha bisogno di essere indipendente per essere interdipendente e avere relazioni con la Spagna e l’Unione europea, non vogliamo isolarci perché dipendiamo gli uni dagli altri. Vediamo cosa accadrà domenica. Saremo attivi nelle strade per difendere il diritto di votare.

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