Dopo le violentissime alluvioniche hanno colpito il Paese nella stagione monsonica, lo scorso 9 novembre, due scosse di terremotodi magnitudo 5.7 e 6.6 della scala Richter, hanno colpito la regione occidentale del Nepal causando la morte di sei persone, di cui quattro bambini, e la distruzione delle abitazioni dei villaggi dell’area, che vivono ai piedi dell’Himalaya. L’epicentro è stato localizzato vicino a un parco nazionale nel distretto scarsamente popolato di Doti, a 430 chilometri a ovest della capitale del Nepal, Kathmandu.
Secondo gli esperti, il terremoto di Doti e il successivo sciame sismico andrebbero considerati come un avvertimento di un pericolo imminente. Secondo Somnath Sapkota, ex direttore generale del Dipartimento di miniere e geologia, sono segnali d’allerta di una tragedia incombente, un campanello d’allarme che dovrebbe portare le autorità ad iniziare a costruire dei piani emergenziali. Il Nepal è un territorio storicamente sismico e già successivamente al fortissimo sisma del 2015, diversi ricercatori hanno studiato l’area arrivando alla conclusione che, per la sua posizione geografica – si trova esattamente nel punto d’incontro tra la placca tettonica indiana e quella euroasiatica – il rischio cataclisma è reale, anche se non prevedibile.
Of the impending big earthquake that is our destiny: "An 8.5M earthquake there could lead to surface displacement of 8m or more, causing widespread destruction in Nepal and all over the densely populated north Indian plains." https://t.co/mvAthIcuTY
Il 25 aprile 2015, il Nepal è stato colpito da uno dei peggiori terremoti della sua storia. Ci furono quasi novemila vittime, oltre seicentomila abitazioni distrutte e gli impatti del sisma hanno colpito otto milioni di persone, circa un quarto del Paese. L’epicentro del sisma fu localizzato a metà strada tra Kathmandu e la città di Pokhara, in un’area densamente popolata. In conseguenza del terremoto, come rilevato dalla European space agency, il Monte Everest si sarebbe abbassato di circa 2.5 centimetri e Kathmandu sollevata di circa un metro con contemporaneo spostamento laterale di circa due metri. La scossa principale e una successiva di assestamento di magnitudo 6,7. avvenuta il 26 aprile, causarono valanghe nella regione dell’Everest. Decine le vittime. Poche settimane dopo, il 12 maggio 2015, un nuovo sisma di magnitudo 7.3 colpì il Paese, causando anche in questo caso centinaia di vittime, valanghe e smottamenti in quota e andando a peggiorare lo stato di danneggiamento nei villaggi, a centinaia rasi al suolo.
Effetti senza fine
Dopo il terremoto del 2015, la condizione di vita della popolazione è drasticamente peggiorata, in particolare se si parla di povertà e sicurezza alimentare – i numeri della classifica dell’indice di sviluppo umano nel 2022 vede il Nepal al 143esimo posto. Ancora oggi il Paese risente degli effetti del sisma, in particolare sul comparto abitativo, infrastrutturale e idrico. La stragrande maggioranza della popolazione lavora nel settore agricolo, impostato ancora con un sistema latifondiario, che non permette agli agricoltori di raggiungere un salario adeguato al sostentamento loro e delle loro famiglie. Come in tutti i contesti di povertà, le persone più colpite sono le donne, che non riescono a veder rispettati i loro diritti nonostante la Costituzione del 2015 tuteli il diritto all’eredità e alla proprietà privata, e i minori. Il poco sviluppo economico comporta, infatti, un alto abbandono scolastico dei bambini, costretti a lavorare nei campi, mentre alle bambine viene destinato il settore del lavoro di cura.
Diritti delle donne
In Nepal, secondo i dati di ActionAid, tre donne su dieci subiscono violenza domestica, e uno dei fenomeni più frequenti, sia nelle aree rurali che in quelle urbane, è quello degli attacchi con l’acido e sostanze ustionanti. L’arretratezza delle strutture sanitarie e la mancanza di un sostegno psicologico a queste donne comportano effetti devastanti sulla salute non solo fisica, ma anche mentale delle vittime di violenza. L’emarginazione delle vittime, inoltre, comporta una difficoltà nel reintegro nella società e nel sistema economico. La loro posizione fragile nella società si è aggravata con il terremoto, ma le donne sono state in grado di trasformare in opportunità questa grave crisi. Anche grazie al lavoro con l’associazione, le donne locali sono diventate attive nella prevenzione della violenza di genere, sono sempre più economicamente indipendenti, migliorando così la loro condizione sociale. Non solo, la componente femminile della società è diventata la leader nelle rivendicazioni in merito al diritto di proprietà terriera, in linea con la Costituzione.
Diritti dell’infanzia
Come in diversi contesti di povertà, anche in Nepal la tutela dell’infanzia è messa a rischio da diversi fattori come i matrimoni precoci, il lavoro minorile – secondo l’ambasciata statunitense in Nepal circa 17mila bambini lavorano nelle fornaci di mattoni –, la violenza domestica, l’abbandono di minori e il traffico di esseri umani. La possibilità di accedere all’istruzione per questi minori era già compromessa prima dello sciame sismico, ma dopo il 2015 la situazione è peggiorata: 8.308 scuole hanno subito danni severi: quasi 20mila aule distrutte e altre 11mila gravemente danneggiate. Esiste, inoltre, una grande disparità tra la qualità dell’istruzione pubblica e quella privata: mancano docenti abilitati e qualificati, molti di loro non si presentano a lezione, mancano i libri di testo e spesso le strutture hanno una qualità scadente. Secondo i numeri di ActionAid, circa il 35 per cento dei bambini e delle bambine non frequenta regolarmente la scuola per mancanza di orientamento, mancanza di supporto nello studio e della cancelleria di base. La conseguenza è l’abbandono scolastico dei minori provenienti dalle famiglie più povere, in particolare della comunità dalit, i cosiddetti “intoccabili”.
Borse di studio e sostegno alle famiglie contro la dispersione scolastica. E' uno dei nostri progetti in Nepal per garantire il diritto allo studio in un Paese dove il 35% dei bambini non va a scuola con regolarità. Scopri la storia di Jenisha⬇https://t.co/mx48jKD2Jnpic.twitter.com/v7k7JWInpT
Il lavoro di organizzazioni no profit come ActionAid è essenziale in contesti critici come il Nepal, dove l’intersezione delle istanze non consente al Paese di rialzarsi dopo i fenomeni ambientali estremi. Progetti contro l’abbandono scolastico, creazione di cooperative agricole destinate alle donne e progetti di ricostruzione infrastrutturali sono l’unica via di uscita da queste condizioni di crisi. Attraverso l’adozione a distanza, si può lavorare attivamente in queste comunità, per fare in modo che i minori possano continuare ad andare a scuola, per sensibilizzare le comunità sull’importanza del rispetto dei diritti delle bambine e delle donne, e per ricostruire il Paese.
Il sostegno a distanza rende possibile avviare interventi a lungo termine per lavorare in comunità rurali colpite non solo dalla povertà, ma dagli eventi climatici e ambientali estremi, come quella nepalese. ActionAid, organizzazione internazionale indipendente, in Italia dal 1989 e presente in oltre quaranta Paesi, si impegna ogni giorno tramite l’adozione a distanza per far sì che i diritti dei bambini vengano rispettati e per contribuire allo sviluppo delle comunità dei Paesi del Sud del mondo.
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