La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
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La Corte suprema del Nepal ha ordinato al governo di non costruire nuove strade all’interno del parco nazionale di Chitwan senza l’approvazione dell’Unesco e del parco.
Il parco nazionale di Chitwan, situato nella parte meridionale del Nepal, è la più antica area protetta del Paese ed è patrimonio mondiale dell’Unesco dal 1984. Il parco, il cui nome significa letteralmente “cuore della giungla”, ospita una stupefacente biodiversità, tra cui più di 50 specie di mammiferi, oltre 550 specie di uccelli, e 56 piante endemiche. Le specie più iconiche che è possibile ammirare nel parco sono il rinoceronte indiano (Rhinoceros unicornis), qui vive la seconda più grande popolazione al mondo, la tigre del Bengala (Panthera tigris tigris) e l’elefante asiatico (Elephas maximus). Questo prezioso patrimonio naturalistico è ora un po’ più al sicuro, la Corte suprema del Nepal ha infatti ordinato al governo di non costruire nuove strade all’interno dell’area protetta.
Nel 2017 il governo nepalese aveva manifestato l’intenzione di realizzare un’autostrada, la Terai-Hulaki Highway, e una linea ferroviaria elettrica che avrebbero dovuto attraversare il parco nazionale di Chitwan. L’Unesco aveva subito espresso la propria perplessità evidenziando come queste infrastrutture avrebbero comportato la frammentazione del parco in quattro aree, tutte contenenti importanti habitat per specie chiave, tra cui elefanti, rinoceronti e tigri, e aumentato il rischio di bracconaggio.
Dopo aver constatato l’impatto negativo di strada e ferrovia, l’Unesco ha invitato il Nepal ad effettuare un’approfondita valutazione di impatto ambientale, intimando che, se avesse proseguito tali opere, avrebbe inserito il parco di Chitwan nella Lista dei siti in pericolo. I piani di sviluppo infrastrutturale sono dunque stati sospesi in attesa di valutazione e lo scorso 13 febbraio la Corte suprema del Nepal ha emesso il proprio verdetto: il governo dovrà accettare i termini posti dall’Unesco.
La Corte suprema ha decretato che la costruzione della strada che attraversa il parco senza l’approvazione dell’Unesco avrebbe violato i trattati e gli accordi internazionali di cui il Nepal è parte. I progetti potranno dunque essere realizzati solo dopo che le valutazioni di impatto ambientale saranno approvate dai gestori del parco, dall’Unesco e dalle altri parti interessate.
Il parco nazionale di Chitwan continuerà dunque ad essere, almeno per ora, una delle ultime oasi per i rinoceronti indiani, sempre più minacciati dalla perdita di habitat e dal bracconaggio. Il Nepal è riuscito a combattere con grande efficacia la piaga della caccia di frodo, tanto che per quattro anni, tra il 2012 e il 2016, non si è verificato nessun caso di bracconaggio di rinoceronte. L’incontrollato sviluppo infrastrutturale in corso in molti paesi asiatici rappresenta però un ulteriore pericolo per questi rari animali, aumentando la frammentazione degli habitat e inasprendo il conflitto con le comunità locali.
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