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Netflix minaccia di lasciare lo stato della Georgia se venisse approvata la legge contro l’aborto
Netflix ha dichiarato che sposterà dalla Georgia i suoi investimenti se dovesse passare la legge che rende illegale l’arborto dopo la sesta settimana di gravidanza.
Netflix, la tv on demand nonché casa di produzione he ha dato vita a serie tv come Stranger things, ha preso pubblicamente le distanze dalla proposta di legge sull’aborto dello stato americano della Georgia. Il direttore dei contenuti Ted Sarandos ha dichiarato che la società rivedrà tutti i suoi investimenti in Georgia nel caso in cui la legge entrasse in vigore. La proposta n discussione si chiama Heartbeat Bill, ed è stata firmata lo scorso 7 maggio dal governatore Brian Kemp che prevede di mettere fuori legge gli aborti dopo la sesta settimana di gravidanza o, in alternativa, quando il medico segnalerà la presenza del battito cardiaco del feto. Il Heartbeat Bill prevede alcune eccezioni per i casi di incesto, stupro (se denunciato) e pericolo di vita della donna ma di fatto prima delle sei settimane molte donne non sono ancora nemmeno consapevoli di essere incinte: per questo motivo la nuova legge si traduce, di fatto, in un divieto all’aborto legale e sicuro.
Le star di Hollywood aderiscono al boicottaggio
Netflix è un importante centro di produzione in Georgia dal momento che lì sono state girate due serie di successo, quali Stranger Things e Ozark, mentre un’altra serie, Holidate, è in produzione. Non solo: la Georgia è diventato un importante centro di produzione cinematografica dopo che l’allora governatore aveva attirato numerosi produttori di Hollywood offrendo incentivi economici generosi, tra cui lo sconto di un 20 per cento sui crediti d’imposta e un altro 10 per cento in caso di attribuzione del logo dello stato nei titoli di coda. Diversi film, tra cui Hunger Games, Captain America: Civil War e Black Panther, sono stati girati in Georgia, dove il giro d’affari è ora di 2,7 miliardi di dollari e 92mila posti di lavoro.
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“Molte nostre dipendenti lavorano alle produzioni in Georgia i cui diritti, insieme a milioni di altri, saranno severamente limitati da questa legge”, ha detto Sarandos in una dichiarazione riportata per la prima volta dal settimanale statunitense Variety.
Netflix ha aggiunto di voler boicottare la legge se questa, come previsto, entrerà in vigore nel 2020. “Supporteremo l’American civil liberties union (Aclu) e altre organizzazioni che difendono i diritti civili nel combattere questa legge in tribunale. Dato che la legge non è stata ancora adottata, continueremo a lavorare in Georgia, sostenendo però partner e artisti che scelgono di non farlo”.
E sono già diversi gli artisti che dopo l’annuncio di Netflix hanno fatto sapere la loro posizione. Jason Bateman, per esempio, protagonista di Ozark, e Alyssa Milano, di Insatiable – entrambe le serie sono attualmente in produzione nello stato – hanno promesso di aderire al boicottaggio se la legge entrerà in vigore. Altri, tra cui il regista e produttore J.J. Abrams e Jordan Peele, che stanno dando vita alla serie Lovecraft Country, hanno detto che rimarranno ma doneranno parte dei guadagni a gruppi che combattono la legge, tra cui l’Aclu e la Fair fight Georgia. Anche il regista e attore Ron Howard ha detto che donerà le entrate all’Aclu e che il suo Hillbilly Elegy, attualmente in fase di realizzazione, sarà il suo ultimo film in Georgia se la legge dovesse passare.
Amazon d’accordo con Netflix
Non è la prima volta che gli studios americani minacciano di boicottare la Georgia che già nel 2016 aveva proposto una legge che discriminava le coppie omosessuali in nome della “libertà religiosa”. All’epoca Disney e Marvel – questa stava girando I guardiani della galassia 2 – si scagliarono contro l’assurdità della proposta, seguiti dalla Amc Network, casa produttrice di Walking dead, altra serie di successo girata in Georgia. La legge è stata infine bloccata.
Questa volta però le minacce di un boicottaggio sembrano aver lasciato indifferenti i conservatori che sostengono la legge contro l’aborto. L’attuale governatore dello stato, Brian Kemp, ha denunciato i detrattori di Hollywood di essere delle false celebrità e il capo del National right to life committee, la più grande organizzazione pro-vita americana, ha assicurato che Hollywood ha investito troppo nello stato per andarsene. Ma intanto la regista della serie Handmade’s Tale (che racconta, guarda caso, di donne violentate obbligate a partorire), Reede Morano, ha già annunciato di aver scelto un’altra location per girare il suo nuovo The power, per Amazon prime video, proprio a causa della linea retrograda scelta dallo stato americano in fatto di diritti umani.
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