Un numero gigantesco di abitanti di India, Afghanistan e Pakistan è direttamente minacciato dalla situazione in cui versa la catena dell’Himalaya. La mancanza di neve rischia infatti di far diminuire sensibilmente le loro la principali fonti di approvvigionamento di acqua. A spiegarlo è uno studio curato dai un gruppo di ricercatori del Centro internazionale per lo sviluppo integrato delle montagne (Icimod), la cui sede è situata in Nepal.
Extreme low snowfall struck the Hindu Kush Himalaya this year. 'Snow persistence' (how long it remains on the ground) dropped 1/5 below normal.
— International Cryosphere Climate Initiative (@ICCInet) June 17, 2024
Situazione a rischio per 1,89 miliardi di persone attorno all’Himalaya
Parliamo di un quantitativo immenso di esseri umani. Dalla fusione della neve dipende infatti circa un quarto del flusso totale di dodici grandi fiumi, essenziali per la vita di 240 milioni di persone che vivono nelle regioni montuose, e di 1,65 miliardi che vivono nelle vallate e nelle pianure. Secondo l’analisi, per loro il rischio di vivere una penuria di risorse idriche è “molto serio”. “Si tratta di un campanello d’allarme per tutti: ricercatori, decisori politici, comunità che vivono nella regione”, ha commentato all’agenzia Afp Sher Muhammad, uno degli autori del rapporto.
Quest’ultimo ha permesso di misurare il numero di giorni durante i quali la neve resta al suolo. Quest’anno i dati indicano un calo di quasi un quinto rispetto alle condizioni normali della catena montuosa. “La persistenza della neve è risultata del 18,5 per cento più bassa del normale, segnando il secondo dato peggiore degli ultimi 22 anni e sfiorando il record negativo stabilito nel 2018, pari ad un -19 per cento”, ha precisato Muhammad.
I cambiamenti climatici aggraveranno i problemi di approvvigionamento idrico
Tale situazione provocherà ripercussioni anche su fiumi fondamentali come il Gange in India e l’Helmand in Afghanistan. Meno gravi, ma comunque preoccupanti sono le situazioni delle altre nazioni membri dell’Icimod, ovvero Bangladesh, Bhutan, Cina e Myanmar.
Le condizioni dell’Himalaya, così come quelle di numerose altre catene montuose di tutto il mondo, saranno in futuro sempre più difficili, per via della pressione esercitata dai cambiamenti climatici. La temperatura media globale sulla superficie delle terre emerse e degli oceani è infatti già cresciuta di 1,1 gradi centigradi, rispetto ai livelli industriale. Ciò sta provocando impatto sull’intero globo terrestre, ma i ghiacciai risultano tra gli ecosistemi più vulnerabili in assoluto.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo alla Cop29 a Baku, ha ribadito il proprio approccio in materia di lotta ai cambiamenti climatici.
Durante la cerimonia di apertura della Cop29 il segretario generale delle Nazioni Unite ha lanciato un nuovo accorato appello affinché si agisca sul clima.
La Cop29 si svolge in Azerbaigian, un paese fortemente dipendente dall’export di gas e petrolio, sempre più corteggiato dall’Europa che vuole sostituire le forniture russe.