Dopo un mese di razionamenti, sono stati completati i lavori per la condotta provvisoria che porterà l’acqua dal fiume alla diga di Camastra, ma c’è preoccupazione per i livelli di inquinamento.
New York vieta la vendita di foie gras
A New York è diventato illegale vendere e servire foie gras in tutti i negozi e ristoranti. Crescono i movimenti di protesta anche nel Regno Unito.
Il foie gras, letteralmente fegato grasso, ma noto anche come fegato d’oca, è uno degli alimenti considerati più delicati e prelibati del mondo. Peccato che non ci sia niente di delicato nella sua produzione.
Oche e galline vengono tenute ammassate in gabbie claustrofobiche mentre gli allevatori infilano nelle loro gole un tubo metallico che le alimenta a forza. Così a forza che molto spesso gli animali finiscono per avere lacerazioni e ferite lungo tutto il collo. Questa routine viene ripetuta più volte al giorno per almeno due settimane, tempo che serve al loro fegato per aumentare di 10 volte le proprie dimensioni. Alcuni animali sono costretti a vivere nella loro stessa sporcizia, con addomi così pesanti da non riuscire neanche più a stare in piedi. Poi vengono uccisi, ma probabilmente non sopravviverebbero di più.
Per fortuna le cose stanno cambiando e sempre più amministrazioni stanno dicendo no a queste barbarie. Una di queste è New York.
Victory! New York City just BANNED the sale of foie gras!
PETA, Voters For Animal Rights, and countless activists stood up to make sure no more ducks would be force-fed for dishes in USA’s biggest city. https://t.co/oNRNCpso9X pic.twitter.com/IOd1rkBxEa
— PETA (@peta) October 30, 2019
A New York, vendere e servire foie gras è diventato illegale
La città di New York ha detto basta. Basta torture. Basta ipocrisie. Basta chiudere gli occhi e far finta che gli animali non soffrano. Semplicemente e finalmente basta. Dal 30 ottobre 2019, il foie gras è fuorilegge in tutti i ristoranti e supermercati della Grande mela.
Questo risultato è stato possibile grazie alle instancabili voci di più di cinquanta organizzazioni che non hanno mai smesso di protestare e denunciare le torture che oche e papere devono subire. “Ingozzare a forza un animale con il solo scopo di farlo star male per creare una discutibile prelibatezza è una pratica barbara e disumana”, ha affermato Justin Brannan, membro della municipalità di New York.
The laws we are passing today are one small step for the @NYCCouncil but one giant leap for our two and four-legged friends. https://t.co/5TEJWv5tO1 — Justin Brannan (@JustinBrannan) October 30, 2019
La sua collega, Carlina Rivera, concorda: “Non riesco ad immaginare nulla di più sensato che fermare gli abusi sulle oche per produrre un cibo considerato di lusso”, come il foie gras.
BREAKING: @NYCCouncil has banned the sale of foie gras! Thank you to the sponsor, @CarlinaRivera, for ensuring that this unspeakably inhumane “luxury” food, which subjects birds to cruel force-feeding, will no longer be served or sold in NYC. #nycfoiegras pic.twitter.com/tCSSCLW9ln
— Animal Welfare Institute (@AWIOnline) October 30, 2019
New York si aggiunge ad una lista di amministrazioni americane che ne hanno già proibito la vendita nei loro negozi. La prima era stata la California, quando nel 2012 l’aveva messo fuori legge. Le associazioni (ma anche gli animali) sperano che il gesto di una città così importante come New York possa servire da esempio anche per altre.
Crescono le proteste contro il foie gras anche nel Regno Unito
Il Regno Unito sta vivendo mesi tumultuosi a causa della Brexit, l’iter di uscita del Paese dall’Unione europea, ma sempre più parlamentari e ristoratori stanno cominciando ad opporsi al foie gras. Le leggi inglesi ne proibiscono la produzione, ma non l’importazione e infatti ogni anno il paese importa tra le 180 e le 200 tonnellate di foie gras.
Tuttavia, con la Brexit le cose potrebbero cambiare. Carrie Symonds, attuale partner del primo ministro inglese Boris Johnson, fa parte dell’Animal welfare foundation (Awf), un’associazione che si occupa di tutelare i diritti degli animali. L’Awf sta esercitando pressioni a livello politico per proibire le importazioni di foie gras all’interno delle nuove leggi post Brexit.
E i britannici sono d’accordo. Come dimostra un sondaggio organizzato dall’organizzazione animalista Animal equality a luglio di quest’anno, meno di una persona su 10 ha mangiato foie gras nell’ultimo anno e il 79 per cento di questi supporta il divieto alla vendita, con 150mila persone che hanno firmato una petizione contro le importazioni del fegato di oca.
“La produzione di foie gras è il diavolo in persona”, ha affermato la direttrice esecutiva di Animal equality, Abigail Penny, “non c’è modo di produrlo eticamente”.
BREAKING NEWS: #NewYorkCity just voted to ban #foiegras, a cruel “delicacy” that causes extreme pain & suffering for ducks & geese.
Learn more about why we’re celebrating ??: https://t.co/Bmn5vtrdVt pic.twitter.com/lIjH2YwO9T
— Animal Equality (@AnimalEquality) October 30, 2019
Non sono mancate le proteste degli allevatori che vorrebbero continuare a produrre indisturbati il foie gras. “Non abbiamo più libertà di scelta”, ha dichiarato uno di loro al giornale inglese The Guardian. “Sta diventando una situazione da pazzi. Sembra di avere addosso una camicia di forza”.
Il foie gras in Italia
In Italia è illegale produrlo dal 2007, ma non lo è importarlo come in quasi tutti i paesi dell’Unione europea. La Francia addirittura è il primo produttore mondiale di foie gras.
Tuttavia, nello Stivale sono state le imprese della grande distribuzione a fare la differenza. Dopo le pressioni dell’associazione Essere Animali, che ha lanciato una campagna contro la vendita del foie gras nei supermercati italiani, Esselunga, Pam, Conad, Crai, Lidl e Md non lo vendono più. Anche catene che propongono prodotti più raffinati, come Eataly, considerato dalla rivista Forbes uno dei brand più influenti al mondo, ne ha proibito la vendita.
Il divieto di New York è solo l’ultimo di una serie di provvedimenti frutto di una nuova sensibilità verso il mondo animale. Indubbiamente c’è ancora molto da fare, ma le cose per una volta si stanno muovendo nel verso giusto.
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