Niente pioggia e temperature sopra la media anche a febbraio al nord.
Sono già 19 i comuni, tutti in Piemonte, in condizioni di siccità.
Laghi e fiumi a secco e in Pianura padana a rischio un terzo dei raccolti.
Anche a febbraio le temperature medie nel nord Italia, e soprattutto in Piemonte, sono rimaste al di sopra delle medie stagionali, e la severità idrica, in assenza di precipitazioni nel breve termine rimane importante (a livello “medio”, che però è il secondo per gravità secondo l’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici del distretto del Po).
Niente pioggia: e così, quando siamo ancora in pieno inverno, secondo Utilitalia i comuni che sono già in piena sofferenza idrica, cioè costretti al razionamento, al ricorso ad autobotti o altri interventi provvisori d’urgenza) sono già 19. Tutti in Piemonte.
La seconda riunione stagionale dell’Osservatorio, convocata per il 9 marzo dall’Autorità di bacino del fiume Po, torna a lanciare un allarme serio sul pericolo siccità che incombe, con effetti già evidenti oggi ma drammatici in vista dell’estate, sul Nord Italia.
Anche a febbraio niente pioggia
Il mese di febbraio è stato caratterizzato da temperature generalmente superiori ai valori di riferimento, in particolare sulle aree a nord del Po, e da accumuli precipitativi inferiori ai valori tipici del periodo su gran parte delle aree del distretto – spiega l’autorità di bacino – Solo sulla parte orientale gli accumuli sono risultati in linea o anche superiori a quelli di riferimento per il mese di febbraio. In due parole: niente pioggia.
La crisi idrica non molla la presa nella gran parte dell'area Padana soprattutto nei territori Piemontese e Lombardo. Salgono da 7 a 19 i Comuni piemontesi al massimo livello di criticità #ANSAhttps://t.co/UhzKuAkirF
E anche la prima settimana di marzo è stata caratterizzata da anomalie termiche positive e generale assenza di precipitazioni. Ancora: le prospettive per le prossime settimane non sono positive, le temperature generalmente superiori ai valori tipici del periodo non subiranno variazioni significative nei prossimi giorni, ed è attesa una lenta diminuzione dei deflussi su tutto il distretto. Insomma, non se ne esce.
L’acqua con le autobotti
A febbraio gli esperti dell’autorità di bacino avevano segnalato con preoccupazione come già 7 comuni piemontesi avessero dovuto far ricorso alle autobotti per l’approvvigionamento dell’acqua. Un mese dopo, i comuni in difficoltà sono quasi triplicati: l’emergenza riguarda diversi il paese di Armeno in provincia di Novara e diversi comuni delle province di Verbania, Biella e soprattutto Cuneo.
Ma è solo la punta dell’iceberg: altri 141 comuni sono infatti al livello 2(severità media: criticità limitate alle reti locali delle frazioni per abbassamento sorgenti o portate disponibili, riempimento serbatoi secondari integrato con autobotti o altri interventi provvisori di somma urgenza e/o interconnessioni) e 388 al livello 3 (severità bassa: livello di attenzione elevato con attingimenti anormalmente alti e possibili criticità a breve). Considerando le quantità di precipitazioni attese nelle prossime settimane, ha avvertito Utilitalia, il quadro della situazione rischia di peggiorare ulteriormente.
Accumulare l’acqua disponibile
L’Associazione dei consorzi di bonifica, Anbi ha avanzato l’immediata richiesta di poter provvedere, quanto prima, ad accumulare parte della risorsa idrica oggi disponibile nelle reti di canalizzazioni dei consorzi, in anticipo sulla consueta stagionalità, per creare le migliori e più efficaci condizioni di beneficio per le falde e i pozzi ad uso agricolo, ma naturalmente anche per habitat e biodiversità.
Inoltre, ha sottolineato il segretario generale dell’Autorità di bacino Alessandro Bratti, come “sia importante un confronto con i vari portatori di interesse per determinare il reale fabbisogno di risorsa idrica. È necessario avere un quadro conoscitivo complessivo delle derivazioni e concessioni che è, ad oggi, ancora frammentato. È altresì rilevante utilizzare e citare i dati ufficiali prodotti dalle Agenzie regionali”.
Per quanto riguarda i livelli del Po, a febbraio le condizioni più critiche sono state registrate all’altezza di Piacenza e di Pontelagoscuro, dove si registrano condizioni idrologiche di “siccità estrema”. Una parziale ripresa è stata osservata nell’ultima parte del mese di febbraio ma oer i prossimi giorni, scrive l’osservatorio, non si prevedono incrementi significativi dei valori di portata. I livelli di invaso dei grandi Laghi sono generalmente stazionari: solo il lago Maggiore registra un lieve e costante incremento. Rispetto al massimo valore d’invaso, le percentuali di riempimento sono: 41,5 per cento il lago Maggiore, 17,8 per il lago di Como, 20,8 per cento complessivamente per il lago d’Iseo e il lago d’Idro, 25 per cento per il Lago di Garda.
Un deficit idrico che Coldiretti, sulla base dei dati Isac-Cnr, stima intorno al 40 per cento in totale e che mette a rischio un terzo della produzione agricola che generalmente si produce in Pianura padana, dal momento che questo è proprio l’inizio della stagione irrigua. Secondo Coldiretti, sono circa 300mila le aziende agricole e gli allevamenti in difficoltà nel centro-nord Italia, e a rischio è la produzione degli alimenti base della dieta mediterranea: dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro, dalla frutta alla verdura fino al mais per alimentare gli animali per la produzione dei grandi formaggi. Senza parlare del riso le cui previsioni di semina prevedono un taglio di 8mila ettari e risultano al minimo da 30 anni.
Il presidente della Repubblica ha risposto agli attacchi di Elon Musk contro la magistratura italiana. LifeGate, intanto, interrompe le pubblicazioni su X.
L’Italia produce metà del riso europeo, soprattutto in pianura Padana. La salinizzazione dovuta alla siccità sta facendo danni, ma oggi c’è una soluzione.
Una campagna del Cnr svela una forte attività delle faglie tra le isole proprio dove sorgerà il Ponte, per la Società Stretto di Messina nessuna problema.
Profilazione razziale, xenofobia nel dibattito politico e omofobia nel report dell’Ecri. Tra le sue richieste c’è quella di rendere indipendente l’Unar.