200 persone sono state rapite in un campo profughi, oltre 300 studenti invece in due scuole. Nel 2023 in Nigeria sono state rapite oltre 3.600 persone. I sequestri sono una sorta di business dei gruppi terroristici e criminali, che traggono profitto dai riscatti. Nell’ultima settimana in Nigeria sono state rapite centinaia di persone, perlopiù bambini.
- 200 persone sono state rapite in un campo profughi, oltre 300 studenti invece in due scuole.
- Nel 2023 in Nigeria sono state rapite oltre 3.600 persone.
- I sequestri sono una sorta di business dei gruppi terroristici e criminali, che traggono profitto dai riscatti.
Nell’ultima settimana in Nigeria sono state rapite centinaia di persone, perlopiù bambini. Il 6 marzo circa 200 persone sono state rapite in un campo sfollati dello stato di Borno, il giorno successivo la stessa sorte è toccata a 287 studenti di una scuola di Kuriga, nello Stato di Kaduna. Il 9 marzo si è verificato un nuovo rapimento di 15 bambini e quattro donne a Gada, nello stato di Sokoto.
I rapimenti in Nigeria non sono una novità. I gruppi armati come Boko Haram imprigionano civili con l’obiettivo di ottenere riscatti dallo stato o assoldare nuovi militanti e solo nel 2023 sono state rapite circa 3.600 persone. Amnesty international ha accusato le autorità di non essere in grado di garantire la sicurezza della popolazione.
La spirale dei rapimenti
Il primo rapimento di massa di marzo, in Nigeria, è avvenuto nello stato di Borno, nel nord-est del paese. Qui circa due milioni di persone hanno dovuto lasciare le loro abitazioni negli ultimi anni a causa degli attacchi del gruppo terroristico jihadista Boko Haram e vivono in campi profughi. Ma proprio Boko Haram il 6 marzo ha attaccato uno di questi campi, rapendo circa 200 persone.
Il rapimento è avvenuto mentre queste persone andavano nella città di Ngala, al confine con il Camerun, per vendere legna da ardere, uno dei pochi modi che le comunità sfollate hanno per guadagnare qualcosa. Alcune donne e bambini di età inferiore ai 10 anni sono stati rilasciati, ma circa in 200 restano nelle mani dei rapitori. Giovedì 7 marzo un nuovo rapimento ha scosso la Nigeria, questa volta nella città di Kuriga, a nord-ovest. Un gruppo di uomini armati è arrivato in motocicletta nei pressi di una scuola e ha portato via 287 studenti di età compresa tra gli otto e i 15 anni, il più grande sequestro di studenti dal 2021. La scuola era stata di recente trasferita dalla campagna al centro urbano per incrementare la sicurezza, ma evidentemente non è servito. Durante il rapimento sono stati anche esplosi dei colpi e un ragazzino di 14 anni è morto. Nelle ore successive 28 studenti sono riusciti a scappare, ma gli altri sono ancora in ostaggio mentre il presidente Bola Tinubu si è detto fiducioso che presto possano essere liberati.
La settimana terribile per i rapimenti in Nigeria si è poi chiusa con un terzo, ennesimo episodio. Il 9 marzo 15 studenti e quattro donne sono stati rapiti da un altro gruppo criminale in una scuola di Gada, sempre nel nord-ovest e al confine con il Niger.
Nigeria insicura
La situazione securitaria in Nigeria è molto critica. Come scrive il New York Times, il paese “deve affrontare molte complesse sfide alla sicurezza, tra cui conflitti tra pastori e agricoltori, movimenti separatisti, pirateria e violenza associata al furto di petrolio, nonché insurrezioni jihadiste tra cui quella di Boko Haram”. E in questo caso i rapimenti la fanno da padrone, una sorta di business che regge sul pagamento dei riscatti.
Secondo l’Armed conflict location and event data project, nel 2023 in Nigeria sono state rapite più di 3.600 persone. Il numero peraltro è in lenta discesa rispetto agli anni precedenti, dopo l’approvazione nel 2022 di una legge che vieta il pagamento dei riscatti e che dunque ha complicato i piani di chi fa dei sequestri un business. Ma il problema è rimasto, come dimostra l’ultima settimana conclusasi con oltre 600 persone rapite.
“È chiaro che il presidente Bola Tinubu e il suo governo non hanno effettivamente un piano per porre fine ad anni di atrocità da parte dei gruppi armati, che hanno ormai il pieno controllo di molte parti della Nigeria. Non c’è una misura che funzioni”, ha dichiarato Isa Sanusi, direttore di Amnesty International Nigeria.
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