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Nissan Leaf, l’elettrica che guida (quasi) da sola. Ecco la prova
L’ultima Nissan Leaf? Mai così vicina alla guida autonoma: premendo un bottone sterza, frena, riparte e parcheggia da sola. Nella prova, com’è e come va l’elettrica più diffusa d’Europa
Basta premere un pulsante sullo sterzo. E lei, da sola (seppur solo per qualche istante), guida. L’ultima Nissan Leaf, fra le elettriche più vendute in Europa, certo la più diffusa dopo quasi otto anni dal lancio della prima generazione, sorprende. Non tanto per l’autonomia, certo più adeguata con quei 378 chilometri che permettono di farne un uso quasi “normale”. Ma per quell’esperienza di guida che, almeno in autostrada, rende la guida autonoma più vicina e concreta.
Nissan Leaf, adesso guida da sola
Un’elettrica sorprende già per il silenzio. Per l’assenza di vibrazioni. Su Nissan Leaf si aggiunge un tassello, un “antipasto” di quella guida autonoma che entro un ventennio cambierà gli scenari della mobilità, stravolgerà intere città e inventerà nuovi modelli economici. Basta entrare in autostrada (funziona anche in altre situazioni ma l’autostrada è certo la miglior “area test”), premere un pulsante sul volante, e godersi la magia.
La Leaf frena, accelera, muove lo sterzo da sola per rimanere nella corsia giusta. E se cercate di cambiare corsia senza segnalarlo con l’indicatore di direzione, il volante oppone una ferma resistenza. Il tutto mantenendo la giusta traiettoria e la distanza di sicurezza dalle altre auto. E se c’è traffico e la velocità si mantiene entro i 30 km/h, Leaf fa tutto da sola: si ferma, riparte, frena, rimanendo nel flusso del traffico. Addio stress.
Vietato lasciare il volante
Niente illusioni però. Appena si staccano le mani dal volante, Leaf emette prima un tenue segnale acustico che diventa sempre più intenso fino a sembrare l’allarme di un imminente attacco nucleare; oggi la legge non consente alle auto di guidare “da sole” e, anche quando la tecnologia sarebbe quasi pronta per farlo, come su Leaf, le auto che dispongono di queste tecnologie, sono dotate anche di un sistema che appena avverte che il guidatore ha staccato le mani dal volante, disinseriscono ogni automatismo. E addio magia!
Leaf e il parcheggio senza mani (e senza piedi)
L’ultima Leaf fa anche questo. Parcheggia da sola. Prima monitora gli spazi disponibili, poi alla pressione di un pulsante (che va tenuto premuto, perché chi guida sia sempre vigile su qualunque manovra), Leaf va avanti, indietro, sterza, frena. E infine parcheggia, come e meglio di molti automobilisti. Sotto lo sguardo attonito di passanti e passeggeri che osservano il volante che ruota da solo. A sorvegliare che tutto avvenga in sicurezza, una schiera di sensori e telecamere che monitorano lo spazio circostante e avvertono della presenza di auto o pedoni nella zona di manovra.
L’autonomia non è più un (grosso) problema
Altro aspetto in cui Nissan Leaf è cresciuta molto è l’autonomia. Con il modello precedente fare Milano-Parma (poco più di 100 chilometri), era già un azzardo. Adesso, con 378 chilometri di autonomia dichiarati, 270 reali (quasi 400 in città, grazie all’efficiente rigenerazione dell’energia), ci si può permettere di affrontare lo stesso viaggio serenamente. Magari ripartendo il giorno dopo (dopo una notte in ricarica) per la Liguria passando per la Cisa. Il che non vi esime dal fare un’attenta programmazione del viaggio (a Parma, per esempio, non ci sono colonnine A2A come nel capoluogo lombardo, ma se serve la concessionaria Nissan mette a disposizione gratuitamente e h24 la sua colonnina di ricarica).
La ricarica? Da 40 minuti a oltre 20 ore
E qui siamo forse al punto più critico, non di Leaf ma di tutte le elettriche. Dove ricaricare e in quanto tempo dipende da dove vivete e che strumenti avete. In meno di un’ora Nissan Leaf si ricarica all’80 per cento, a patto di avare una colonnina da 50 kW con la presa rapida CHAdeMO. Un tempo che sale già a quasi 6 ore se mettete una wallbox da 7 kW in garage. Se poi usate la presa domestica… non vi bastano 20 ore.
Il freno? Non serve. Su Leaf basta l’acceleratore
Non è uno scherzo. Né una novità a dire il vero (Bmw lanciò per prima questo sistema sulla i3). Ma su Nissan Leaf non c’era. Si chiama e-Pedal ed è un sistema che permette, di fatto, di guidare con un solo pedale, l’acceleratore. Offerto sempre di serie e inseribile premendo un pulsante, è un sistema molto utile in città dove una volta fatta l’abitudine si evita quasi di usare il freno.
Sotto il pianale, una batteria da 40 kWh
Nel 2010, con la prima versione di Leaf, i kWh erano 24, e l’autonomia di 175 km (che però erano molto meno nella vita reale). Poi, la batteria agli ioni di litio è cresciuta progressivamente fino ai 40 kWh di oggi. Se aggiungete un motore elettrico da 150 cavalli otterrete autonomia e prestazioni finalmente interessanti (oltre 140 la velocità massima). Un’evoluzione della specie inevitabile (e auspicabile), visto la crescita di concorrenti come Renault Zoe, Golf elettrica, Jaguar e-Pace e, a breve, anche della prima suv elettrica Audi e-tron.
Leaf, no al lusso, sì alla praticità
Quanto agli interni, l’ultima Leaf offre molto spazio, un sistema touch screen da 7 pollici integrabile con lo smartphone grazie a i sistemi CarPlay e Android auto. Il volante non è regolabile in profondità e il tunnel centrale ai posti dietro porta via spazio al quinto passeggero. Ma la praticità è buona e i materiali di buona qualità. Anche il comfort è notevole. E il baricentro basso e le batterie nascoste nel “pavimento” rendono la Leaf divertente anche fra le curve. Quanto al prezzo, si parte da 33.070 euro fino ai 42.160 della più completa Tekna.
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