Niue, uno stato insulare nell’oceano Pacifico, segna un traguardo nella tutela dell’oceano: tutelerà il 100 per cento delle acque su cui ha la sovranità.
Niue, un minuscolo stato insulare nell’oceano Pacifico, ha istituito un’area marina protetta che copre il 100 per cento della sua zona economica esclusiva.
Il parco marino Niue Nukutuluea sarà quindi mille volte più grande rispetto alla superficie di Niue sulla terraferma: 317.500 chilometri quadrati contro 261.
Così facendo si tutelerà un ecosistema preziosissimo, ma minacciato dalla pesca illegale e dai cambiamenti climatici.
Pochi, probabilmente, sarebbero in grado di indicare Niue su una cartina geografica. D’altra parte, è un minuscolo stato insulare nel bel mezzo dell’oceano Pacifico, a est di Tonga, abitato da appena 1.620 persone. Nel suo piccolo, però, Niue si candida a diventare un esempio da seguire a livello internazionale. Perché ha istituito un’area marina protetta che copre il 100 per cento della sua zona economica esclusiva, per un’estensione complessiva di 317.500 chilometri quadrati, all’incirca come la superficie del Vietnam.
Cosa sta facendo Niue per proteggere l’oceano
Niue è uno stato autonomo, con uno status di libera associazione con la Nuova Zelanda. Già nel 2020 ha annunciato la volontà di proteggere il 40 per cento dell’oceano che appartiene alla sua zona economica esclusiva (cioè l’area in cui gode di diritti sovrani sulla gestione delle risorse naturali). Ad aprile ha fatto un passo in più, arrivando al 100 per cento. Il parco marino Niue Nukutuluea sarà quindi mille volte più grande rispetto alla superficie dello stato insulare sulla terraferma: 317.500 chilometri quadrati contro 261.
Questa immensa area protetta sarà suddivisa in zone, in cui saranno in vigore regole differenziate. A Beveridge Reef, un atollo sommerso che diventa parzialmente visibile soltanto con la bassa marea, la pesca sarà completamente proibita e sarà possibile soltanto condurre studi scientifici. Circa tre miglia saranno dedicate alle immersioni, alla pesca sportiva e a quella tradizionale in canoa. Ma ci sarà anche un’area in cui le imbarcazioni potranno soltanto transitare, senza fermarsi. Chi verrà sorpreso dal sistema di sorveglianza satellitare mentre infrange queste regole rischia una multa pari a 300mila euro.
Perché un ecosistema marino unico è in pericolo
Questa linea dura è resa necessaria dalle numerose minacce che incombono su Niue. Prima fra tutte la pesca illegale che, nel Pacifico, assume dimensioni preoccupanti. Un recente studio del World resources institute parla infatti di una quantità di pesce catturato e messo in commercio illegalmente che va da un minimo di 3,7 a un massimo di 7,2 milioni di tonnellate all’anno. Ciò significa che l’economia formale perde ogni anno introiti compresi tra i 4 e i 7,7 miliardi di euro. Andando a considerare l’impatto su tutta la filiera, si arriva a un “buco” compreso tra i 10 e i 20 miliardi di euro l’anno. A questa minaccia si aggiunge quella, sempre di origine antropica, dei cambiamenti climatici. Mentre le acque diventano più calde e contribuiscono allo sbiancamento dei coralli, gli eventi meteo estremi danneggiano sempre più di frequente l’ambiente e le infrastrutture.
Tutto questo capita in un ecosistema preziosissimo. L’unico al mondo in cui vive il katuali (Laticauda schystorhyncha), un velenosissimo serpente di mare che supera il metro di lunghezza. Niue è anche sulla rotta migratoria delle megattere (Megaptera novaeangliae) che si spostano dall’Antartide per partorire. Vicino alle sue coste nuotano le stenelle (Stenella longirostris), piccoli cetacei parenti dei delfini, e si osserva la più alta densità al mondo di squali grigi del reef (Carcharhinus amblyrhynchos). Una biodiversità straordinaria che, d’ora in poi, avrà le tutele che merita.
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