La Commissione europea aveva deciso per una tolleranza negli alimenti importati dei residui di pesticidi vietati nell’Unione europea.
Il Parlamento europeo ha respinto queste decisioni sottolineando che gli alimenti importati dai Paesi extra Ue devono rispettare gli stessi standard di quelli prodotti all’interno dell’Unione.
L’applicazione degli stessi standard garantirebbe parità di condizioni ai produttori e favorirebbe la transizione ecologica globale.
In tema di pesticidi e cibo, lo scorso 18 settembre il Parlamento europeo ha respinto due decisioni della Commissione europea che autorizzano la presenza negli alimenti importati di residui di alcuni pesticidi che sono vietati nell’Unione europea. Le sostanze in questione sono ciproconazolo e spirodiclofen che si trovano in prodotti come cereali, semi, carne, fegato e reni, e di benomil, carbendazim e tiofanato-metile che contaminano prodotti come limoni, lime, mandarini e gombo.
Il no dell’Europarlamento alla tolleranza verso i residui di pesticidi nei cibi importati
Le risoluzioni di accompagnamento al voto del Parlamento europeo sottolineano che i prodotti agricoli importati da paesi extra-Ue devono seguire gli stessi standard dei prodotti realizzati nell’Ue per garantire parità di condizioni tra i produttori. Consentire livelli massimi di residui più elevati per le importazioni metterebbe inoltre a repentaglio la salute dei cittadini in Europa e nei paesi produttori.
La Commissione deve ora ritirare le sue proposte e dovrà presentare una nuova bozza con le richieste degli eurodeputati: abbassare tutti i livelli massimi di residui al limite di determinazione (la quantità minima a cui può essere rilevato) o al valore predefinito di 0,01 mg/kg per tutti gli usi e di rifiutare qualsiasi richiesta di tolleranze all’importazione.
Parliament has rejected two decisions by the European Commission to allow residue levels of several pesticides banned in the EU in imported food. https://t.co/Eyv9pgWf5e
Residui di pesticidi: la battaglia di Coldiretti e Slow Food
La questione dei pesticidi tollerati sugli alimenti importati è oggetto di una battaglia portata avanti dalle associazioni dei produttori come Coldiretti che da sempre sottolinea la concorrenza sleale dei prodotti provenienti extra Ue che non rispettando gli standard di produzione e che godendo di esenzioni doganali possono praticare prezzi più bassi. Coldiretti diffonde, inoltre, ogni anno la black list dei prodotti importati più contaminati da pesticidi.
Anche Slow Food chiede l’applicazione di clausole specchio affinché i cibi importati nell’Unione europea rispettino le stesse regole di produzione di quelli europei. Secondo Slow Food, i doppi standard non consentono, infatti, di mantenere gli impegni che l’Unione Europea ha assunto con il Green deal e ostacolano a livello globale il processo di transizione ecologica verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.
Riducendo i limiti consentiti per i neonicotinoidi sugli alimenti importati, l’Unione europea vuole contribuire alla transizione ecologica a livello mondiale.
Il gruppo parlamentare europeo dei Verdi ha risposto agli attacchi delle lobby agroindustriali sulla strategia Farm to fork appena approvata dal Parlamento europeo.
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Il marchio specializzato nella produzione di alimenti realizzati con ingredienti naturali per animali ha lanciato una linea di prodotti certificati biologici per cani e gatti.
Nutrire o avvelenare la Terra, qual è il ruolo della produzione alimentare? Oggi, la risposta non è più così semplice. La presidente di Navdanya, Vandana Shiva, sarà a Firenze per un manifesto contro i pesticidi.
Nonostante soluzioni alternative e più sostenibili siano da tempo offerte da buone pratiche agronomiche e suggerite da un’evoluzione normativa che fissa tra i propri obiettivi l’uso sostenibile dei pesticidi, l’uso dei prodotti fitosanitari rimane significativo. La frutta è il comparto dove si registrano le percentuali più elevate di multiresiduo, cioè la presenza di più e
Produrre cibo sano lavorando in armonia con la natura e non contro di essa è possibile. Greenpeace International descrive come fare nel suo rapporto “Agricoltura sostenibile: sette principi per un nuovo modello che metta al centro le persone”.
Il nostro paese detiene il primato europeo per l’utilizzo di pesticidi e sostanze chimiche, ad affermarlo è il Rapporto pesticidi nelle acque 2011-2012 dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). Secondo Ispra in Italia si consumano 5,6 chilogrammi di pesticidi per ettaro al giorno, il doppio di quanto si registra in Germania.