Politiche frammentarie, discontinue e incerte. Così sull’elettrico l’Italia fa peggio persino della Grecia. Ne approfitta la Cina, che allarga l’offerta; ultimo caso la BYD Sealion 7.
Il noleggio traina il mercato dell’auto, in ripresa grazie (soprattutto) all’ibrido
Il noleggio dei veicoli piace sempre di più agli italiani, che stanno passando da un modello ancorato alla proprietà dell’auto a formule basate sull’uso.
Cresce il mercato delle auto a noleggio, a fronte di una mobilità in sharing ancora in sofferenza e di un aumento esponenziale nella vendita dei veicoli ibridi. Permangono in Italia criticità sul fronte della fiscalità relativa al comparto – ancora non allineata a quella degli altri paesi europei -, mentre i marchi cinesi sono destinati a conquistare una quota di mercato di almeno il 7 per cento entro il 2030. A tracciare il quadro è la ventitreesima edizione del rapporto Aniasa, l’associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità.
Il noleggio favorisce anche la diffusione di veicoli a basse emissioni
Il noleggio dei veicoli piace sempre di più agli italiani. Il settore ormai rappresenta stabilmente il 30 per cento delle immatricolazioni, con una quota di mezzi a basse emissioni in costante crescita: il 33 per cento delle nuove vetture elettriche e oltre la metà di quelle ibride plug-in immatricolate nel nostro paese sono a noleggio. Tra auto e veicoli commerciali leggeri, lo scorso anno si è toccato il record di immatricolazioni (oltre 525mila) per un giro di affari di 14 miliardi di euro.
Come spiega il presidente Aniasa, Alberto Viano, in Italia “sta proseguendo la graduale transizione della mobilità di aziende e privati da un modello ancorato alla proprietà dell’auto a formule basate sull’uso. Auspichiamo che quanto prima siano operativi i nuovi incentivi che vedono anche il noleggio tra i beneficiari al 100 per cento e un potenziale interessante esperimento di noleggio a lungo termine sociale”. Restano infatti alcune criticità legate alla fiscalità sull’auto, che nel nostro paese non è allineata a quella delle altre nazioni europee.
Le auto ibride salgono al 43 per cento del totale venduto
Più in generale, il mercato dell’auto è in ripresa di 19 punti percentuali rispetto al 2022, ma siamo ancora distanti oltre 20 punti rispetto ai livelli del 2019, prima della crisi legata alla pandemia. In questo quadro, i modelli ibridi hanno toccato la quota record del 43 per cento sul totale delle auto vendute, mentre le vetture full electric restano ferme al 3 per cento; un dato, questo, che in qualche modo accomuna l’Italia a buona parte dell’Europa: le curve di crescita delle auto elettriche si sono appiattite ovunque, soprattutto in Germania, anche a causa del blocco degli incentivi.
Anche la mobilità condivisa stenta a riprendersi, sia pur con dei segnali che sembrano proiettarla in una nuova fase. Nel 2023 sono stati effettuati poco meno di 5 milioni di noleggi di vetture in sharing, con un calo del 10 per cento rispetto all’anno precedente e di quasi il 50 per cento rispetto alla fase precedente la pandemia. Di contro, è notevolmente salita la durata media dei noleggi (passata dal 77 a 95 minuti), un trend che sembra proiettare l’offerta del comparto verso formule pluri-giornaliere o legate ai weekend.
I marchi cinesi avanzano anche nel mercato europeo
Per il presidente Aniasa “l’accelerazione del ricambio del parco circolante nazionale non può che passare da una maggiore diffusione delle forme di mobilità pay-per-use. Per favorire questa transizione va colta l’opportunità offerta dalla legge sulla delega fiscale e dalla prossima legge di bilancio, per riequilibrare finalmente la fiscalità sull’auto aziendale: in Italia su un’auto di costo pari a 30.000 euro le aziende possono ‘scaricare’ 3.615 euro, contro i 25mila della Germania, i 23mila della Spagna e i 18mila di Francia e Regno Unito”.
Nell’ottica dell’associazione, riequilibrare questi valori almeno sulle auto elettriche potrebbe dare una forte spinta alla loro diffusione, con circa 500.000 nuove vetture alla spina in tre anni. Anche perché su questo fronte la Cina sta accelerando con decisione: se nel 2019 il 42 per cento delle auto vendute in Cina apparteneva a marchi europei e solo il 27 per cento a brand locali, in soli 4 anni la situazione si è completamente ribaltata: i marchi europei sono crollati al 32 per cento, mentre quelli locali sono saliti al 43 per cento. Secondo lo studio, infine, le Case automobilistiche cinesi acquisiranno entro il 2030 una quota di mercato di almeno il 7 per cento in Europa.
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