Le nomination agli Oscar 2017, i film su diritti e lotte sociali da non perdere

Sono tanti i film nominati alla 89esima edizione dei premi Oscar che affrontano temi sociali, civili, politici e che ripercorrono momenti storici importanti. Ecco quali

Sarà davvero ricca di temi sociali, civili e politici l’89esima edizione degli Academy Awards che si terrà il prossimo 26 febbraio. L’Academy of motion pictures arts and sciences, con sede nella città statunitense di Beverly Hills, ha annunciato il 24 gennaio le attesissime nomination dei film e dei protagonisti che il prossimo mese parteciperanno alla prestigiosa cerimonia in programma al Dolby theatre di Hollywood.

Fuocoammare, la nomination per miglior documentario

Una grande soddisfazione è arrivata per l’Italia con la candidatura di Fuocoammare di Francesco Rosi nella categoria miglior documentario. Il racconto del dramma dei migranti di Lampedusa, ordito con sensibilità e pudore da Rosi, aveva già conquistato l’Orso d’oro al Festival internazionale del cinema di Berlino e ora punta anche alla più ambita delle statuette. Una missione non semplice vista la concorrenza, tra l’altro di film tutti americani.

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#OscarSoWhite, il vento è cambiato

Uno degli aspetti che distingue questa edizione è l’alta percentuale di candidature afroamericane. Forse una svolta dopo la polemica #OscarsSoWhite dell’anno scorso che riguardava la totale esclusione di attori non bianchi dalle nomination e contro il generale snobismo verso professionisti appartenenti a minoranze etniche e di sesso femminile. La risposta dell’Academy non si era fatta attendere con un intervento sulle regole degli oltre 6mila membri votanti che prevedeva il raddoppio delle donne e delle minoranze all’interno della giuria.

Una direzione presa anche dall’industria cinematografica visto le tematiche e i ruoli offerti quest’anno a molti attori afroamericani che hanno meritatamente agguantato diverse nomination. Dei nove titoli candidati a miglior film quattro affrontano tematiche e contesti legati a minoranze: Il diritto di contare (Hidden figures), Lion – La strada verso casa, Moonlight e Barriere (Fences). Nelle categorie dedicate ad attori e attrici i nominati non-bianchi sono sette e, in particolare, nella categoria migliori attrici non protagoniste si notano tre nomination su cinque di attrici nere, cioè a Viola Davis, Octavia Spencer e Naomie Harris.

In un’edizione letteralmente dominata dal musical La la land, nominato in 14 categorie, dell’enfant prodige Damien Chazelle, vogliamo concentrarci qui sulle pellicole più interessanti dal punto di vista dei contenuti sociali, storici, politici e civili. Sono, infatti, molti i film ispirati a storie vere, in particolare ambientate negli Stati Uniti del Ventesimo secolo, e a personaggi di primo piano nella lotta per i diritti civili e per l’uguaglianza.

Il diritto di contare

Nella categoria miglior film troviamo Il diritto di contare (Hidden figures) di Theodore Melfi che ripercorre l’incredibile e sconosciuta storia ispirata a fatti reali di Katherine Johnson (interpreata da Taraji P. Henson), scienziata e ingegnere aerospaziale afroamericana, ormai novantanovenne, che negli anni Cinquanta riuscì a entrare nella Nasa nonostante la cultura razzista e sessista di quegli anni. Assieme a lei anche le colleghe Dorothy Vaughn e Mary Jackson (Octavia Spencer, Janelle Monae): altre due “figure nascoste” che collaborarono alla preparazione di alcune delle più importanti missioni spaziali del secolo tra cui quella sulla luna di Apollo 11, e Apollo 13.

La battaglia di Hacksaw ridge

Un altro titolo che si contenderà l’Oscar per miglior film è La battaglia di Hacksaw ridge di Mel Gibson che torna dietro la macchina da presa dieci anni dopo Apocalypto con l’impresa di realizzare un film di guerra pacifista.

Il regista racconta la storia vera dell’americano Desmond Doss (Andrew Garfield ), un cristiano avventista obiettore di coscienza che nel 1942 decise di arruolarsi per servire il proprio Paese senza voler però imbracciare le armi. Una scelta che gli costò non poche umiliazioni e sofferenze ma che lo trasformò in un eroe. Inviato come soccorritore nella cruenta battaglia di Okinawa durante la Seconda guerra mondiale, riuscì infatti a salvare decine di soldati senza mai usare un’arma e dimostrando un coraggio tale da diventare il primo obiettore insignito della Medaglia d’onore del congresso, la più alta onorificenza militare degli Stati Uniti.

Loving

Sempre da una storia vera è tratto il film Loving di Jeff Nichols che porta sul grande schermo la vicenda di Richard e Mildred Loving – interpretati da Joel Edgerton e Ruth Negga, quest’ultima nominata come miglior attrice protagonista – una coppia interrazziale che nel 1958 fu arrestata in Virginia e condannata a un anno di prigione per aver contratto matrimonio. Lei nera, lui bianco, lotteranno per nove anni portando avanti una causa contro lo stato e riuscendo, nel 1967, a ottenere l’abolizione delle leggi contro le coppie interrazziali.

Jackie

Tra le candidate a migliore attrice protagonista c’è anche Natalie Portman, nominata per Jackie, il biopic sulla vita di Jacqueline Kennedy diretto dal regista cileno Pablo Larrain. Il film si concentra sul breve lasso di tempo trascorso tra l’omicidio e il funerale del marito John Fitzgerald Kennedy e tratteggia un momento storico attraverso il ritratto psicologico della sua protagonista. O meglio: attraverso un racconto evocativo che la ex first lady fa a un giornalista, in un’oscillazione tra verità e favola. Più che un film storico il tema principale è quello dell’identità reale e costruita.

Oscar 2017, i documentari in gara

Da tenere d’occhio sono anche i documentari. Oltre a Fuocoammare, la cinquina include I’m not your negro, O.J.: Made in America, 13th e Life, Animated.

I’m not your negro

I’m not your negro del regista Raoul Peck prende spunto dal testo incompiuto Remember this house dello scrittore afroamericano James Baldwin, esponente del movimento per i diritti civili negli anni Sessanta, tra i più attivi sostenitori dell’uguaglianza razziale e impegnato contro le discriminazioni sessuali. Attraverso filmati di repertorio di Baldwin e con la voce narrante di Samuel L. Jackson il documentario ripercorre gli omicidi di Martin Luther King, Malcolm X e Medgar Evers, affrontando anche il concetto di “razza” e lotta razziale negli odierni Stati Uniti.

Life, Animated

Acclamato dalla critica è anche il documentario Life, Animated di Roger Ross Williams che affronta in modo inedito il tema dell’autismo. Basato su un diario di memorie del giornalista politico e Premio Pulitzer Ron Suskind il film racconta la storia di Owen, figlio di Suskind, affetto da una forma di autismo riconosciuta all’età di tre anni e dalla quale il bambino riesce a emergere grazie alla sua passione per i film animati della Disney. In un misto di live action e animazione il protagonista oscilla tra il mondo reale e quello immaginario, mostrando e raccontando questo tema da una prospettiva totalmente nuova e affascinante.

O.J.: Made in America

Ancora la cultura e la società americana sono al centro di O.J.: Made in America di Ezra Edelman che riprende la nota vicenda dell’ex giocatore di football americano e attore O.J. Simpson, accusato di aver ucciso la moglie e un amico, in seguito assolto e poi condannato per rapina e sequestro di persona. Tanti i temi affrontati: dalla celebrità ai media, dalla violenza al sistema di giustizia penale americano.

13th

https://youtu.be/V66F3WU2CKk

Un’altra tematica sociale e politica scottante è quella al centro di 13th con cui la regista Ava DuVernay (la stessa di Selma) mette nel mirino il sistema carcerario americano, usato, secondo la tesi espressa nel film, come strumento di controllo e oppressione delle minoranze afroamericane. Il titolo indica proprio il tredicesimo articolo della Costituzione che afferma: “Né schiavitù o servitù involontaria, eccetto che come punizione per un crimine per cui il soggetto dovrà essere debitamente incarcerato, esisterà sul suolo degli Stati Uniti, o in ogni altro luogo soggetto alla sua giurisdizione”. Un excursus che attraversa tutto il Ventesimo secolo denunciando gli abusi subiti dai carcerati nel corso dei decenni e sotto i vari governi fino ad arrivare a Donald Trump.

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