Nella regione del Sahel, sconvolta da conflitti inter comunitari e dai gruppi jihadisti, 29 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria.
#NotMyEurope, la protesta per un’Europa più solidale e accogliente
Quella di un ragazzo del Gambia è una storia di violenza assoluta. Per la sua e altre storie è nata la protesta #NotMyEurope per portare il Mediterraneo nelle acque del Tevere e chiedere politiche migratorie più umane.
“Non immaginavo che la violenza potesse essere così assoluta”. Queste le parole di Moussa, un ragazzino gambiano poco dopo il suo sbarco in Sicilia, riferendosi alla sua permanenza in un centro di trafficanti libici. La nostra psicologa ce le riporta con cura, perché si sente depositaria di una sofferenza assurda che un bambino non dovrebbe conoscere. “Ti fanno odiare te stesso e la vita. La sofferenza è così tanta che hai desiderio di morire. Non puoi ribellarti”, racconta, lui che è sopravvissuto alla grande traversata, quella che da casa sua porta al nostro paese, attraversando il deserto e il mare.
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Nascere dalla parte sbagliata
Se solo fosse nato in un’altra nazione, nella parte ricca del mondo, Moussa avrebbe avuto la libertà di viaggiare, avrebbe potuto avere facilmente un visto, comprare un biglietto aereo e venire a vedere cosa offre l’Europa a un bel ragazzino dagli occhi intelligenti e curiosi come lui. Niente traumi, niente debiti enormi con la sua famiglia (i trafficanti lo torturavano mentre al telefono chiedeva urlando i soldi per il riscatto ai suoi), solo la spensieratezza dei suoi 16 anni.
I suoi soldi per il viaggio e la traversata del Mediterraneo sono finiti in tasca a reti criminali che prosperano con i nostri divieti al movimento delle persone, e che sono in grado di corrompere governi e finanziare conflitti. Al traffico di persone si abbinano spesso fenomeni odiosi come la tratta di ragazze per lo sfruttamento nella prostituzione o il traffico d’organi. È per questo, se non è sufficiente come ragione la sofferenza di centinaia di migliaia di migranti, che ci si deve opporre alle politiche dei muri e richiedere un’Europa più umana e accogliente verso chi fugge da guerre, persecuzioni o povertà.
La protesta #NotMyEurope
Sabato 25 marzo, quando i leader europei saranno riuniti a Roma per celebrare i 60 anni dei Trattati di Roma, Terre des Hommes assieme a tante altre organizzazioni della società civile inscenerà nel Tevere una simbolica azione di protesta contro le politiche migratorie dell’Unione europea e gli accordi disumani con paesi che non rispettano i diritti umani. L’appuntamento #NotMyEurope è per le 15.30 alla banchina sotto Castel Sant’Angelo, per ribadire insieme che questa non è la nostra Europa. Con noi saranno presenti anche Emma Bonino, Luigi Manconi, Gad Lerner, Moni Ovadia, Adam Colibali (maliano, testimone del viaggio).
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