Dove sono andate per portare una petizione contro il riscaldamento globale e per la protezione dei migranti climatici.
Now, le straordinarie storie di sei giovani attivisti in un film
Dal 5 giugno arriva in sala e in streaming Now, il documentario che dà un volto alla generazione Greta, con le testimonianze di sei giovani attivisti e le incursioni dei veterani Patti Smith e Wim Wenders.
Vogliono essere ascoltati. Lo vogliono adesso. E lo vogliono ad ogni costo. I giovani attivisti per il clima, protagonisti del film documentario Now – A film for climate justice di Jim Rakete, non accettano più scuse né temporeggiamenti. Sono ragazzi di tutto il mondo, che alla causa ambientale hanno già dedicato gran parte della loro giovinezza, e che con coraggio e determinazione continuano a farlo.
Distribuito in Italia da Wanted cinema, il film uscirà dal 5 giugno (in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente) in contemporanea sia al cinema che sulla piattaforma digitale a noleggio WantedZone (il biglietto può già essere prenotato su MyMovies).
Scelto per dare il via a #Giffoni50 – Winter edition, lo scorso 12 dicembre, Now ha inaugurato il festival dedicato al cinema per ragazzi con un evento speciale digitale. Ospiti sono state tre delle protagoniste del documentario, Zion Lights, Marcella Hansh e Nike Malhaus, per una sessione di Q&A che ha permesso ai giovani spettatori di saperne di più sul mondo dell’attivismo ambientale giovanile direttamente dalla loro voce.
Il 14 dicembre, inoltre, l’anteprima di Now è stata proposta su Wanted zone, preceduta da un incontro virtuale con Nike Malhaus, che ha testimoniato il suo impegno con il gruppo Ende Gelände, che si batte contro l’estrazione fossile in Germania con azioni di disobbedienza civile. E in questa occasione ha dato a tutti anche un messaggio di speranza.
Molto del successo ottenuto dall’ambientalismo degli ultimi vent’anni non si vede ancora, perché avviene all’interno della testa delle persone. Sta cambiando il modo in cui l’essere umano concepisce il suo rapporto con la natura: non più come dominatore, ma come servitore.
Il regista Jim Rakete, “Con il film Now chiudo un cerchio”
A una cronaca ampia del fenomeno e dei grandi movimenti, Rakete per il suo documentario ha preferito un racconto più intimo, stringendo il campo sui volti e le storie di alcuni protagonisti. Li segue come piccoli ma preziosi affluenti di un fiume in piena, che come un’onda inarrestabile attraversa tutto il globo, con manifestazioni pacifiche e chiedendo a una voce sola una cosa sola: la giustizia climatica.
Alla vigilia del suo settantesimo compleanno, il fotografo e fotoreporter Jim Rakete, ha deciso di firmare il suo primo lungometraggio, per una ragione precisa. “Devo ammettere che sono davvero felice, perché si chiude un cerchio nella mia vita”, spiega Rakete, che mezzo secolo dopo le rivolte sessantottine – seguite a Berlino quando era un giovane reporter – è tornato per le strade, per raccontare un nuovo movimento di protesta giovanile. Due movimenti a cui ha potuto assistere da spettatore, più che da protagonista: “Allora ero un po’ troppo giovane e adesso sono un po’ troppo vecchio”, riconosce Rakete, “ma penso che sia molto bello, che i giovani finalmente prendano di nuovo parte alla discussione politica. Ciò getta una buona luce sulle opportunità del nostro tempo”.
Se qualcuno, qualche anno fa, mi avesse detto che avrei ricominciato a girare con la telecamera in mezzo a cortei e dimostrazioni, probabilmente avrei sorriso. Perché è esattamente così che era il mio lavoro di fotografo più di cinquanta anni fa, quando giravo per fotografare i disordini del 1968 a Berlino.
Now, trama e protagonisti
Ciò che il documentario lascia emergere con forza è la lucidità e la preparazione dei giovani attivisti protagonisti. I loro discorsi sono frutto di studi e ancorati a solidi basi scientifiche. Il loro impegno è costante e costruttivo. Con il loro esempio sono d’ispirazione per migliaia di altri giovani e il loro pensiero si accompagna all’azione, dando vita a movimenti, associazioni e portando a risultati concreti. Un approccio documentaristico che aiuta, dunque, a fare chiarezza su un nodo cruciale di queste tematiche. La generazione Z non solo è più consapevole e preparata delle generazioni precedenti sull’emergenza climatica . Questi ragazzi non organizzano scioperi per saltare ore di scuola. Sono persone che passano dalle parole ai fatti, dedicando tempo, denaro, studi ed energie ad una causa in cui credono fermamente. E, come dice Greta Thunberg, sono inarrestabili.
Luisa Neubauer
Tra i sei principali protagonisti di Now c’è la tedesca Luisa Neubauer (22 anni), che dopo aver partecipato alla Cop 24 in Polonia nel 2018, e aver conosciuto Greta Thunberg, ha portato avanti il suo attivismo fondando i Fridays for future Germania e dando vita ai primi scioperi davanti al Bundestag di Berlino. Da allora non si è più fermata, aderendo a numerose organizzazioni pro clima, organizzando grandi manifestazioni (come quella del 25 gennaio 2018 contro l’accordo sulla commissione sul carbone) e accompagnando Greta in viaggi importanti in giro per l’Europa.
Felix Finkbeiner
Da bambino prodigio a giovane attivista visionario. La vicenda di Felix Finkbeiner è di quelle capaci di ispirare un forte senso di speranza e ottimismo. Nel documentario Now ci racconta la sua storia, iniziata all’età di 10 anni, subito dopo aver visto il documentario Una scomoda verità di Al Gore. Da quel momento Felix decise che doveva fare qualcosa per il pianeta e iniziò a piantare alberi, senza più fermarsi. Un’attività in cui coinvolse altri coetanei e che diede origine all’organizzazione Plant for Planet, grazie alla quale fu chiamato a parlare al Parlamento europeo e, a soli 13 anni, all’Assemblea generale dell’Onu. Oggi, a 22 anni, Felix Finkbeiner ha piantato quindici milioni di alberi nel mondo e dirige 130 dipendenti a livello internazionale e 70.000 membri in 67 Paesi.
Non ci servono nuove tecnologie e nuove ricerche scientifiche. Abbiamo già tecnologie straordinarie che, se fossero attuate correttamente, consentirebbero di affrontare la crisi climatica ora.
Vic Barrett
Il 21enne newyorkese Vic Barrett è uno dei 21 giovani che nel 2015 hanno sporto denuncia niente meno che contro il governo americano con la causa nota come Juliana vs Us. L’accusa mossa all’esecutivo è quella di aver causato la crisi climatica, violando consapevolmente i diritti costituzionali alla vita, alla libertà e alla proprietà della generazione più giovane, e di non essere riuscito a proteggere le risorse pubbliche essenziali. L’impegno di Vic, che studia scienze politiche e ambientali all’università Wisconsin Madison, ha preso il largo senza più fermarsi, portandolo anche ad azioni di protesta organizzate, come l’interruzione di conferenze sui combustibili fossili.
Dobbiamo essere attivisti, stare in strada e parlare di ciò che vogliamo, altrimenti non ce la faremo. Tutti noi abbiamo tanta disperazione e urgenza nel cuore per ottenere il cambiamento che vogliamo, perché questo significa il futuro per noi.
Nike Malhaus
C’è chi firma petizioni, chi sciopera, chi fa divulgazione scientifica e chi, come Nike Malhaus, occupa le miniere di lignite. Dal 2015 col movimento Ende Gelände (un gioco di parole che letteralmente significa fine del terreno, ma riprende anche il detto tedesco “fine della storia”), la 27enne tedesca si batte contro l’estrazione dei combustibili fossili, e in particolare contro l’estrazione della lignite. Un impegno preso a fronte di un dato sconvolgente: “In Germania le miniere di lignite producono 2,8 milioni di tonnellate di anidride carbonica per persona all’anno. Ciò significa che io non posso fare niente per diminuire la mia impronta ecologica”.Ecco perché insieme ad altri attivisti Nike ha deciso di passare all’azione e di farlo in modo “drastico”, con vere e proprie azioni di disubbidienza civile. Questo ha significato occupare miniere di lignite della Renania, regione orientale della Germania, che a questa attività deve molta della sua ricchezza, ma anche molto del suo inquinamento.
Marcella Hansch
Per Marcella Hansch dedicarsi all’attivismo e in particolare agli oceani ha significato lasciare il proprio lavoro di architetto. Una decisione presa per potersi concentrare a tempo pieno sul progetto partito col nome di Pacific Garbage Screening e ora ribattezzato Everwave, una piattaforma che permette di ripulire le acque del nostro pianeta da plastiche e microplastiche. Un’iniziativa ideata insieme al suo team di ricerca e diventata “un’onda che non si ferma mai” (Everwave). Oltre a sviluppare la tecnologia il gruppo si occupa, infatti, di educazione ambientale nelle scuole e di trovare soluzioni di riciclo e riuso, in un’ottica di perfetta circolarità.
Per me è stata una scelta naturale dedicarmi all’ambiente. Mi sento molto più utile così, che stando seduta a una scrivania a occuparmi di progetti di architettura.
Zion Lights
Zion Lights, autrice inglese del libro The ultimate guide to green parenting, aveva capito di essere un’attivista fin da bambina, quando già istruiva il resto della famiglia sulla raccolta differenziata. Da lì a diventare membro e portavoce del movimento pacifico Extinction Rebellion (XR) il passo è stato breve. Convinta che solo la disobbedienza civile possa portare il cambiamento prende parte attiva ad azioni e dimostrazioni, come l’occupazione del Waterloo Bridge a Londra, nell’aprile 2019, o i simbolici cortei funebri, tenuti in varie città, con cui i manifestanti celebrano il funerale della natura.
Per me la cosa più difficile è la realtà della crisi climatica ed ecologica. Camminare e chiedersi: dove sono tutte le persone che si preoccupano? Perché non agiamo? Perché non abbiamo una risposta di massa?
Patti Smith e Wim Wenders, volti di una lotta intergenerazionale
Alle voci degli attivisti, il regista affianca anche quelle della scienza, con interventi di esperti, e quelle di celebri veterani dei movimenti del passato (e ancora attivi sulle questioni più attuali) come la poetessa rock Patti Smith e il regista Wim Wenders, protagonista dei movimenti del ’68 e sostenitore dei giovani ambientalisti. Le loro testimonianze nel film rappresentano un prezioso gancio col passato e offrono un lucido sguardo intergenerazionale sul presente.
Un’unità di intenti suggellata dalle parole del premio Nobel per la pace Muhammad Yunus, ideatore del microcredito moderno e fondatore della Grameen Bank, conosciuta come la prima banca dei poveri , che concede microprestiti alle popolazioni indigenti locali.
Gli esseri umani nascono per rendere possibile l’impossibile. Questa è la loro missione. Questa è l’emozione con cui vivono, a condizione che ci facciano attenzione.
A sollecitare l’umanità intera affinchè questa attenzioni diventi sempre più forte e condivisa ci sono i giovani attivisti, a cui il film Now dà voce in modo chiaro e prezioso. La speranza e l’invito è che siano in molti a vederlo sia al cinema che prenotando già il proprio biglietto sulla piattaforma digitale a noleggio WantedZone.
Ultimo aggiornamento 1 giugno 2021
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