Il nubifragio che si è abbattuto su Milano a fine luglio ha provocato danni stimati in 50 milioni di euro.
Gli alberi caduti sono 5mila: il sindaco Beppe Sala assicura che saranno tutti ripiantati.
L’amministrazione promette poi di dare una seconda vita al legno tagliato.
Era la notte fra il 24 e il 25 luglio quando, dopo diversi forti temporali con grandine e trombe d’aria in Lombardia, un violento nubifragio si è abbattuto su Milano. Dopo una settimana, la situazione è ancora ben lontana dalla normalità. Si può però iniziare a stilare un primo bilancio. Lo ha fatto il sindaco Beppe Sala, attraverso un video pubblicato su Instagram. In termini economici, i danni si aggirano attorno ai 50 milioni di euro, motivo per cui il comune e la regione hanno chiesto il riconoscimento dello stato di emergenza. Per la natura e la vivibilità della città, la ferita è profondissima: sono ben 5mila gli alberi caduti.
5mila gli alberi persi per il nubifragio a Milano
L’immaginario comune vuole che Milano sia coperta dal cemento ma, in realtà, si tratta del comune italiano in cui la densità di verde urbano è aumentata di più nell’ultimo decennio. Nello specifico, tra il 2011 e il 2021 è passata dal 12 al 13,8 per cento. È quanto emerge dalle elaborazioni di Openpolis su dati Istat. Gli alberi a Milano sono circa mezzo milione, di cui la metà gestiti direttamente dall’amministrazione comunale.
“La questione verde e parchi è la cosa più difficile da gestire”, ammette il sindaco Beppe Sala. Facendo però una promessa: “Abbiamo perso circa 5mila alberi e vogliamo ripiantarli tutti. Con l’aiuto di esperti, valuteremo quali sono le specie più resistenti e compatibili con il terreno e con condizioni climatiche che – dobbiamo prenderne atto – sono radicalmente mutate”. Insomma, la piantumazione va eseguita ma con criterio, privilegiando le piante già cresciute. “Aziende e cittadini si sono già offerti per sostenerci in questa ripiantumazione. Pensiamo a un fondo di mutuo soccorso che chiameremo Milano degli alberi”, spiega il primo cittadino.
Che fine farà il legno tagliato
“Del legno tagliato non butteremo via nulla”, sottolinea Sala. “Siamo in contatto con aziende del settore per il riutilizzo: quando ciò non sarà possibile, il legname verrà comunque trasformato in biomassa”. Sullo stesso tema si era espressa pochi giorni prima anche l’assessora all’Ambiente e al verde, Elena Grandi. “Contiamo di poterli rendere una risorsa per mobilifici, cartiere e associazioni di categoria”, aveva dichiarato con un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, promettendo anche di regalarne una parte agli agricoltori che ne avevano fatto richiesta.
Tutto questo pone alcuni vincoli in termini tecnici. Per ricavare legname di pregio, infatti, non basta recuperare dalle strade i rami spezzettati, ma bisogna tagliare tronchi sufficientemente lunghi. Ci sono anche alberi che sono sopravvissuti al nubifragio a Milano ma dovranno comunque essere abbattuti, per motivi di sicurezza.
🌳 Per ragioni di sicurezza, per prevenire potenziali pericoli e preservare l'incolumità delle persone, @ComuneMi ha emanato un'ordinanza, in vigore fino al 31/08, che stabilisce la chiusura al pubblico dei parchi recintati
Gli stessi motivi di sicurezza per cui il comune si è trovato costretto a disporre fino alla fine di agosto la chiusura dei parchi recintati. Una scelta non indolore, soprattutto per quei milanesi (adulti e bambini) che non hanno la possibilità di andare in ferie altrove. “Stiamo lavorando per riaprirli uno alla volta: ne daremo tempestiva comunicazione”, assicura il sindaco Sala.
Il 29 ottobre 2018, le raffiche di vento della tempesta Vaia hanno raso al suolo 40 milioni di alberi in Triveneto. Una distruzione a cui si sono aggiunti gli effetti del bostrico, che però hanno trovato una comunità resiliente.
Continua ad aumentare il numero di sfollati nel mondo: 120 milioni, di cui un terzo sono rifugiati. Siria, Venezuela, Gaza, Myanmar le crisi più gravi.