L’anno che sta per concludersi fa ben sperare per il futuro dell’energia solare. I dati globali sul fotovoltaico crescono, gli esempi positivi si moltiplicano. Sebbene resti molto lavoro da fare, seguire il sole ci manterrà sulla strada giusta.
Come leggere la nuova etichetta energetica degli elettrodomestici
L’Unione europea ha adottato una nuova etichetta energetica, rinnovata nell’aspetto e nella classificazione dei consumi, per scegliere dispositivi elettronici che consumano meno e stimolare l’innovazione sostenibile tra le imprese.
Dopo 26 anni di servizio, l’etichetta energetica va in pensione. Dal primo marzo 2021 cambierà aspetto in tutta l’Unione europea. Il design rifletterà una nuova scala di valutazione delle prestazioni di efficienza energetica di tanti dispositivi elettrici ed elettronici, come frigoriferi, lavastoviglie, lavatrici, televisori e lampade.
Introdotta nell’Unione europea nel 1995, ad oggi l’etichettatura usa il sistema di classificazione che comprende le lettere A+++, A++, A+, A, B, C e D. Un sistema sempre più diffuso: circa due terzi dei frigoriferi e delle lavatrici venduti nel 2006, riporta la Commissione europea, erano etichettati con classe A, mentre oltre il 90 per cento di quelli venduti nel 2017 erano etichettati A +, A ++ o A +++. Eppure ingenera confusione nei consumatori, che hanno difficoltà nello scegliere prodotti che richiedono meno energia. Il tentativo di aggiornare la classificazione precedente con l’utilizzo delle + alla fine non ha aiutato nell’acquisto di dispositivi a minor consumo di energia, da qui la necessità di rivedere il metodo di etichettatura energetica.
Cosa cambia nella nuova etichetta energetica
La scala dei consumi di energia degli elettrodomestici riporterà a sinistra dell’etichetta le lettere dalla A alla G. Di A ce ne sarà una sola, senza +, sarà verde e indicherà la classe energetica più efficiente. La lettera G, in rosso, indicherà un dispositivo con elevato consumo di energia. Ad ogni lettera corrisponderà una precisa quantità di energia consumata, cioè una classe di consumo energetico. Nella sezione centrale dell’etichetta sarà riportato il valore complessivo, che varierà a seconda del gruppo di prodotti: sarà riportato in chilowattora (kWh) all’anno, kWh per 1.000 ore o kWh per 100 cicli. Inoltre, aspetto molto importante, sarà dato maggior rilievo anche all’impatto ambientale dei prodotti, come il rumore emesso o il consumo tipico di acqua.
Classe energetica disponibile dopo il riscalaggio basata sullo sviluppo tecnologico nel 2020
Dispositivo elettronico |
Etichetta attuale |
Nuova etichetta |
---|---|---|
Frigoriferi e congelatori |
A+++ |
B/C |
Frigoriferi cantina per il vino |
A+++ |
B/C |
Lavatrici, dai 4 kg in su |
A+++ |
B/C |
Lavastoviglie |
A+++ |
B/C |
TV e display |
A+++ |
B/C |
Sorgenti luminose |
A++ |
C/D |
Per quali elettrodomestici e apparecchi sarà obbligatoria
La nuova etichetta energetica sarà obbligatoria per la seguente lista di apparecchi, ritenuti capaci di avere un impatto diretto o indiretto sul consumo di energia e di altre potenziali risorse primarie:
- condizionatori;
- apparecchi da cucina (domestici);
- lavastoviglie (per uso domestico);
- caldaie (per ambienti e per l’acqua);
- lampade (riscalati dal 1° settembre 2021);
- apparecchi per il riscaldamento d’ambiente locale;
- apparecchi di refrigerazione (per uso domestico);
- frigoriferi (professionali);
- caldaie a combustibile solido;
- televisori;
- asciugatrici;
- pneumatici;
- unità di ventilazione (residenziali);
- lavatrici (per uso domestico).
Dal primo marzo si partirà con cinque gruppi di prodotti: lavatrici e lavasciuga, congelatori e frigoriferi, lavastoviglie, televisori e display, illuminazione. Man mano la nuova etichetta sarà estesa a condizionatori d’aria, asciugatrici, aspirapolvere, scaldabagni. Per le sorgenti luminose si partirà dal primo settembre 2021 con il limite massimo del 28 febbraio 2023. Per gli pneumatici l’obbligo scatta dal primo maggio 2021.
Cosa significa etichetta riscalata
Potrà capitare di acquistare un prodotto che riporta ancora la vecchia etichetta ancora per diversi mesi, poiché i rivenditori non hanno l’obbligo di cambiarla su prodotti stoccati nei magazzini, o di trovarle entrambe. In questo caso sarà più semplice riconoscere il prodotto riscalato, termine tecnico che indica il ricalcolo o la riscalatura della classe di efficienza energetica.
Si noterà che i criteri adottati sono più severi, perché riflettono standard di efficienza energetica più elevati rispetto alla precedente classificazione. Alcuni prodotti potrebbero sembrare declassati: un frigorifero attualmente in classe A+++ potrebbe passare in classe C o, per fare un altro esempio, il consumo delle lavatrici sarà calcolato su 100 cicli di lavaggio piuttosto che in base all’utilizzo annuale. Nei televisori, poi, sarà determinante il fabbisogno dei componenti interni e non solo dello schermo.
Le categorie più alte saranno lasciate vuote
Le categorie più alte saranno lasciate vuote per incentivare i produttori a essere più competitivi e a investire nella progettazione di prodotti più efficienti per accelerare l’innovazione tecnologica. Difatti, dal primo marzo 2024 i prodotti in casse G e alcune classi F non potranno più essere venduti.
Questa misura che riflette l’atteggiamento più severo della Commissione europea, la quale nel settembre 2020 ha proposto di aumentare l’obiettivo della riduzione delle emissioni di gas serra per il 2030 ad almeno il 55 per cento rispetto ai livelli del 1990. Per raggiungerlo e tenere alta l’attenzione sul green deal europeo l’esecutivo ha proposto un miglioramento di almeno il 32,5 per cento dell’efficienza energetica. Un impegno non da poco, con obiettivi strategici fissati da qui ai prossimi nove anni, che promette di stimolare un’economia climaticamente neutra e di rispettare gli impegni assunti nell’Accordo di Parigi.
Entro il 30 novembre 2021 tutti gli apparecchi dovranno obbligatoriamente adottare la nuova etichetta energetica, che dovrà essere ben visibile e leggibile sugli apparecchi esposti nei punti vendita online e fisici, che si tratti di grandi catene di elettrodomestici o piccoli rivenditori dietro casa. Dovranno adeguarsi tanti soggetti: i fabbricanti che hanno sede in Europa; i rappresentanti autorizzati di un fabbricante che non è stabilito in Europa; gli importatori. Oltre all’etichetta, questi imprenditori dovranno fornire gratuitamente una documentazione tecnica che descriva il comportamento e le prestazioni energetiche del prodotto. Informazioni di carattere non commerciale che saranno fruibili dall’acquirente attraverso un QR code riportato in alto a destra dell’etichetta.
Nella parte bassa dell’etichetta ci saranno i cosiddetti pittogrammi, cioè icone che riportano specifiche caratteristiche del prodotto. Per la maggior parte si farà ricorso a pittogrammi noti, già adottati in precedenza. Ce ne saranno poi di nuovi, ad esempio l’icona dell’efficienza energetica in modalità Hdr per Tv e display e il tempo di lavaggio per lavatrici.
La piattaforma Eprel
Dal primo gennaio 20219 fabbricanti, importatori e rappresentanti autorizzati dovranno registrare tutte queste informazioni nella Banca dati europea dei prodotti per l’etichettatura energetica, Eprel, prima di immettere i prodotti sul mercato europeo. Il portale è diviso in due sessioni: una rivolta esclusivamente a imprese e consumatori (da luglio 2020), per offrire loro ulteriori informazioni. L’atra alle autorità di sorveglianza del mercato per monitorare l’applicazione della normativa specifica.
L’Unione europea mette a disposizione strumenti molto utili per chi deve realizzare e stampare le etichette: un generatore di etichette disponibile online e modelli in formato InDesign.
Gli step normativi
Il formato e l’aspetto definitivo sono stati approvati l’11 marzo 2019 dalla Commissione europea per sei gruppi di prodotti: lavastoviglie; lavatrici e lavasciuga biancheria; frigoriferi, compresi i frigoriferi cantina; lampade; display elettronici, compresi i televisori, i monitor e i pannelli segnaletici digitali; frigoriferi commerciali nei negozi e con funzione di vendita diretta (categoria che sinora non aveva alcuna etichetta energetica).
La decisione ha integrato quanto previsto dagli altri organi Ue: il 4 luglio del 2017 il Parlamento e il Consiglio europei hanno approvato il regolamento 1.369 che disegna una cornice di riferimento e abroga la direttiva precedente, la 2010/30/EU. La Corte dei conti europea, organo che controlla la gestione finanziaria dell’Unione europea, nella relazione speciale 01/2020, ha espresso un monito sui tempi di questi step. Ha evidenziato quanto i ritardi normativi rischiassero di ridurre il contributo della nuova etichettatura in termini di efficienza energetica e quanto “l’impatto della politica in esame rischia di essere sovrastimato”.
Le campagne di comunicazione Label 2020 e Belt
Per supportare consumatori, rivenditori, produttori e decisori politici in questo momento di transizione, l’Agenzia austriaca per l’energia promuove in 16 Stati membri la campagna di comunicazione Label 2020. Da giugno 2019 e fino a gennaio del 2023 stimolerà programmi nazionali, iniziative e materiali informativi. Label 2020 è finanziata dal più grande programma per la ricerca e l’innovazione mai implementato in Ue e realizzato dall’esecutivo europeo, Horizon 2020. Stime interne alla Commissione Ue prevedono che la nuova etichettatura un risparmio totale di energia finale pari a 38 terawattora (TWh) l’anno entro il 2030, pari al consumo annuale di elettricità dell’Ungheria.
A questa campagna comunicativa si affianca il progetto europeo Boost energy label take up, Belt, finanziato sempre con i fondi Horizon2020 e coordinato dall’italiana Altroconsmo Edizioni Srl, per facilitare la transizione verso le etichette riscalate, informare e formare tutti i principali portatori d’interesse oltre che aiutare i consumatori a scegliere prodotti con migliori prestazioni energetiche.
Nuova etichetta per prodotti ecocompatibili
In parallelo, la Commissione europea promuove la normativa sull’ecodesign e la progettazione ecocompatibile. Vuole stabilire, tra gli altri, i requisiti minimi sul consumo di energia dei dispositivi in stand-by, sullo smantellamento e il riciclaggio dei prodotti giunti a fine vita. Misure che dovrebbero portare a un risparmio supplementare di energia di 94 TWh all’anno entro il 2030, più del consumo annuo di energia elettrica del Belgio e del Lussemburgo. In piena attuazione dei principi di economia circolare, che prevede un uso morigerato di risorse – energia in primo luogo – combinato a una progettazione sostenibile.
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