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Scoperta una nuova specie di insetto nel parco nazionale dell’Aspromonte
Il Malthodes rheginus è grande alcuni millimetri ed è stato scoperto tra le faggete calabresi a 1700 metri di altitudine. Ora l’ordine dei coleotteri ha una specie in più, 400mila e uno.
L’ordine dei coleotteri ha una nuova specie. Si tratta del Malthodes rheginus, piccolo insetto di circa 5 millimetri appartenente alla famiglia dei Cantharidae. Rinvenuto nelle faggete del parco nazionale dell’Aspromonte, il coleottero ha preso il nome della città metropolitana di Reggio Calabria (da qui infatti “rheginus”). Si tratta di una scoperta particolarmente interessante perché, secondo gli entomologi che l’hanno rivenuto e catalogato, potrebbe presumibilmente essere endemico del parco, ovvero con un areale ristretto all’interno dei confini dell’Aspromonte.
Il ritrovamento è avvenuto durante una delle numerose ricerche faunistiche promosse dal parco ed effettuata all’interno dell’area protetta, dagli entomologi del laboratorio di entomologia ed ecologia applicata dell’università “Mediterranea” di Reggio Calabria, Carmelo Peter Bonsignore, Francesco Manti ed Elvira Castiglione e da uno dei massimi esperti di Cantharidae, Gianfranco Liberti. “Si è trattato di una campagna di monitoraggio durata tre giorni e su diverse stazioni”, spiega Francesco Manti, raggiunto al telefono. “Progetto di monitoraggio e di conservazione della natura che serve al parco per la pianificazione futura. Infatti se ci troviamo di fronte, come in questo caso, a specie nuove o endemiche, le aree ospitanti vanno ancora più protette”.
La nuova specie di insetto: il Malthodes rheginus
Inserito nel quarto contributo intitolato “Le specie appenniniche di Malthodes”, realizzato grazie al contributo del professore Gianfranco Liberti che da qualche anno sta studiando la distribuzione dell’ordine su tutto il territorio appenninico, il piccolo coleottero viene descritto come un esemplare dal “colore bruno scuro, più scuro rispetto a M. spathifer e M. teter. Basofisi più larghe, prima dell’apice chiaramente espanse e arrotondate (prive di dentino o appendice digitiforme). Lobo mediano incurvato sternalmente ad angolo circa retto, con apice espanso a forma di stretto ellissoide e dotato di un prolungamento sottile e fortemente incurvato posteriormente” (Liberti, G. pp. 105). La nuova specie di insetto “non è come gli altri coleotteri, ovvero possiede una corazza morbida. Da qui infatti il nome Malthodes, che significa ‘morbidi’”, spiega l’entomologa Elvira Castiglione. “Questi esemplari hanno infatti le elitre morbide al tatto e non sclerificate”.
“Esistono diverse tecniche per gli studi entomologici: nel nostro caso abbiamo usato l’ombrello entomologico, mentre il professor Liberti invece usava un ombrello vero di color giallo, capovolto”, racconta con un certo entusiasmo il dottor Manti. “È stato affascinante lavorare con un esperto del calibro del professore, apprendere le sue tecniche e osservarlo durante il suo lavoro”. I nove esemplari (campione comunque non ampio) sono stati rinvenuti vicino ad un vecchio albero caduto, il che conferma l’importanza di mantenere intatto l’ecosistema che si viene a creare nei all’interno dei boschi maturi. Spesso i tronchi caduti sono paragonabili a vere e proprie metropoli, capaci di ospitare decine e decine di gruppi diversi. Per questo motivo la pulizia del bosco può portare alla distruzione di interi habitat che coinvolgono un gran numero di specie, non solo di insetti ma anche di vertebrati, piante e funghi; di fatto scompaiono gran parte delle specie sensibili alle alterazioni ambientali, favorendo al contempo il proliferare di quelle più generaliste, che spesso sono anche le più dannose, e l’ingresso di quelle alloctone e invasive.
In Aspromonte migliaia di specie di coleotteri, molti a rischio di estinzione
L’Aspromonte è un territorio unico in tutta Europa, letteralmente un pezzo di Alpi immerso nel cuore del Mediterraneo. Un vero e proprio tesoro di biodiversità, come confermato anche dalla presenza di circa duemila specie di coleotteri, di cui oltre cinquecento associati al legno morto e agli alberi vetusti: oltre un quarto dell’intero patrimonio nazionale. Molti tra questi sono minacciati o a rischio di estinzione, secondo i criteri stabiliti dalla Iucn (International union for conservation of nature). Motivo in più per continuare a studiare e proteggere questo habitat, tra i più ricchi al mondo.
In copertina un esemplare di Malthodes minimus. ©Josef Němec
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