Per la presidente di Federbio Mammuccini, alcuni disagi degli agricoltori sono oggettivi e comprensibili, ma le proteste contro il Green deal sono inammissibili.
Nuove regole per l’agricoltura biologica nell’Unione europea, ma l’Italia vota contro
Un nuovo regolamento per l‘agricoltura biologica nell’Unione europea. Lo ha approvato il Parlamento europeo lo scorso 19 aprile con 466 voti in favore, 124 voti contrari (tra cui gli eurodeputati italiani) e 50 astensioni. Le nuove regole sono state pensate per sostenere la produzione biologica e garantire che solo i prodotti biologici di alta qualità siano
Un nuovo regolamento per l‘agricoltura biologica nell’Unione europea. Lo ha approvato il Parlamento europeo lo scorso 19 aprile con 466 voti in favore, 124 voti contrari (tra cui gli eurodeputati italiani) e 50 astensioni. Le nuove regole sono state pensate per sostenere la produzione biologica e garantire che solo i prodotti biologici di alta qualità siano importati nell’Unione europea, tra controlli più rigorosi, contrasto alla contaminazione e rispetto degli standard Ue per le importazioni. Eppure per l’Italia tutto questo non è ancora abbastanza. Ecco perché.
Agricoltura biologica nell’Unione europea: garanzia di qualità e aumento della produzione
Prima che possa essere applicato, il testo concordato (dopo quattro anni di negoziati) dovrà essere formalmente approvato dal Consiglio Ue e dovrebbe entrare in vigore dal primo gennaio 2021. Cosa prevedono le nuove regole? Per quanto riguarda i controlli, questi saranno effettuati in sede per tutti gli operatori della filiera, annualmente o ogni due anni se nessuna irregolarità è stata riscontrata nel corso di tre anni. Tutti i prodotti importati da paesi extra Ue dovranno rispettare poi gli standard dell’Unione. E le attuali norme in materia di “equivalenza”, che impongono ai paesi terzi di conformarsi a norme simili ma non identiche, saranno eliminate entro cinque anni dall’entrata in vigore. Per incrementare la produzione biologica nell’Unione Europea si è previsto di aumentare l’offerta di semi biologici, mentre le deroghe che permettono l’utilizzo di semi convenzionali nella produzione biologica saranno eliminate entro il 2035. Le aziende agricole che producono sia prodotti convenzionali che biologici continuano a essere autorizzate, a condizione che le due attività agricole siano ben separate. Certificazioni di gruppo permetteranno ai piccoli coltivatori che si convertono al biologico di risparmiare soldi e tempo.
Contaminazioni e importazioni: cosa non piace all’Italia
In tema di contaminazioni, il nuovo testo prevede che, se si sospetta la presenza di un pesticida o un fertilizzante non autorizzato, il prodotto finale non potrà essere etichettato come biologico fino ad ulteriori indagini; se la contaminazione risulterà volontaria o se l’operatore non ha applicato le misure precauzionali, il prodotto perderà lo status di alimento biologico. Gli Stati membri che al momento applicano soglie massime per le sostanze non autorizzate nei cibi biologici, come pesticidi, potranno continuare a farlo, a condizione che permettano ai prodotti biologici provenienti da altri paesi Ue e che rispettano le regole dell’Unione, di entrare nel loro mercato. Questi ultimi punti sono quelli che trovano maggiormente contraria l’Italia.
Penalizzata l’agricoltura biologica italiana
Per la Cia (Confederazione italiana agricoltori) le nuove regole europee “non sono assolutamente in linea con i livelli e gli standard di qualità che sono applicati da anni in Italia, che è il Paese al primo posto in Europa per produzione e al secondo per superficie coltivata a bio. Le norme – spiega Cia – non apportano alcun miglioramento per i consumatori nel momento in cui non intervengono sulle regole che riguardano la contaminazione dei prodotti, eliminando dai negoziati la questione delle soglie per i residui di fitofarmaci. In questo modo si penalizza il nostro Paese, che è tra i più virtuosi nel rispetto del metodo di produzione biologica e del sistema dei controlli ponendoci in una condizione di svantaggio competitivo in Europa”. Coldiretti, addirittura, definisce le nuove regole “un via libera della Ue al biologico contaminato”: “Il nuovo regolamento concede agli Stati la possibilità di mantenere in vigore soglie meno restrittive per i residui di fitofarmaci o di contaminazione da ogm con un grave danno di immagine per il settore del bio soprattutto nei Paesi, come l’Italia, nei quali gli standard di produzione sono molto elevati. In questo quadro per difendere i primati della produzione Made in Italy è necessario accelerare sul marchio nazionale per le produzioni biologiche italiane per consentire scelte di acquisto più consapevoli”. Negativo anche il giudizio complessivo di Federbio che pur riconosce gli sforzi fatti nei negoziati tra Parlamento, Commissione europea e Consiglio per migliorare il testo iniziale.
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