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Nuovi ogm: secondo alcune ong l’indagine avviata dalla Commissione europea sarebbe di parte
In una lettera congiunta alla Commissione europea, alcune ong si dicono preoccupate per una tendenza a favorire la deregolamentazione dei nuovi ogm.
- Nell’Unione europea si discute sull’opportunità di deregolamentare i nuovi ogm.
- Per raccogliere dati e opinioni la Commissione Ue ha lanciato una consultazione e un’indagine che, però, secondo alcune ong sarebbero state impostate in modo tendenzioso e di parte.
- Le ong ribadiscono la richiesta di mantenere per le nuove tecniche genomiche lo stesso regolamento che vige per i vecchi ogm.
Deregolamentare i nuovi ogm, sì o no? Nel dibattito in corso nell’Unione europea al fine di formulare una proposta di legge sulle nuove tecniche genomiche, la Commissione Ue ha avviato sull’argomento una consultazione online (conclusasi lo scorso luglio) e un’indagine mirata, ma ora, in una lettera indirizzata alla commissaria Ue alla Salute e alla sicurezza alimentare Stella Kyriakides, alcune ong denunciano un tentativo di direzionarne i risultati per favorire un’apertura sui nuovi ogm.
“Siamo particolarmente preoccupati per il modo in cui l’indagine mirata sulle nuove tecniche genomiche, a cui la maggior parte di noi è stata invitata a partecipare, è stata progettata e realizzata dal gruppo Technopolis di Amsterdam”, scrivono le ong firmatarie della lettera tra cui Friend of the Earth Europe e Ifoam. “Già la consultazione pubblica della Commissione Ue era caratterizzata da un forte pregiudizio per quanto riguarda il tono, il contenuto, le domande e le opzioni di risposta. L’indagine mirata sembra essere ancora più sbilanciata a favore di una deregolamentazione di ampia portata”.
Nuovi ogm, le ong: “Si rispettino il principio di precauzione e la trasparenza per la nostra salute e quella ambientale”
Nella lettera le ong ribadiscono la richiesta alla Ue di rispettare la decisione della Corte di giustizia europea che ha stabilito che i nuovi ogm debbano essere regolamentati a tutti gli effetti come organismi geneticamente modificati e quindi rispettando il principio di precauzione. “Esortiamo i nostri governi e i decisori europei a prendere una posizione forte contro qualsiasi tentativo di escludere i nuovi ogm dalla vigente legislazione Ue sugli ogm – concludono le ong – e a mantenere i controlli obbligatori, la trasparenza e l’etichettatura per tutti gli ogm per garantire la sicurezza dei nostri alimenti, nonché per proteggere la natura, l’ambiente e la nostra libertà di scelta”.
La commissione europea avrebbe riferito a Euractiv di stare esaminando con attenzione tutti i feedback ricevute e le diverse opinioni sulla questione.
Deregolamentazione dei nuovi ogm: questione di sicurezza alimentare o interessi economici?
La Commissione europea avrebbe replicato alla lettera, interpellata da Euractiv, dicendo di stare esaminando con attenzione tutti i feedback ricevuti e le diverse opinioni sulla questione. La proposta di legge sui nuovi ogm potrebbe essere formulata entro l’estate del 2023 e attualmente la maggior parte degli Stati membri sembra favorevole a una deregolamentazione in nome della sicurezza alimentare minacciata dai cambiamenti climatici e del conflitto russo-ucraino.
A inizio ottobre, il governo del Regno Unito ha presentato un disegno di legge che porterebbe sia le piante sia gli animali sottoposti a editing genetico a eludere le normative attualmente in vigore sugli ogm: nei giorni scorsi, sessanta ong e associazioni, tra cui Slow Food, hanno inviato una lettera congiunta alle catene di supermercati che gestiscono punti vendita nel Regno Unito e nell’Unione europea “per reagire al rischio che, nel prossimo futuro, si spalanchino le porte agli alimenti ottenuti con le nuove tecniche genomiche”.
Recentemente il Kenya, in seguito a una grave siccità che ha colpito il Paese, ha revocato il divieto esistente sulle colture geneticamente modificate per poter dare via libera alla coltivazione e all’importazione di cultivar ogm, ma c’è chi suppone che dietro questa decisione ci siano le pressioni delle lobby agroindustriali che cercano di imporre le loro sementi.
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