La pandemia di Covid-19 ha dimostrato che esiste un legame al contempo forte e fragile, stanziale e malleabile, tra la salute dell’uomo e quella del pianeta Terra. Un equilibrio da proteggere coltivando il principio della sostenibilità ambientale, sociale ed economica attraverso progetti e iniziative. Con questo ulteriore stimolo, e con sempre maggiore convinzione, l’Unione europea si è data un obiettivo sfidante: diventare la più grande sostenitrice di progetti e iniziative economiche a ridotto impatto ambientale con l’emissione di 250 miliardi di euro in green bond (obbligazioni verdi) entro il 2026.
I proventi di queste obbligazioni sono destinati al finanziamento di investimenti e riforme verdi previsti dal Next Generation Eu, il piano di portata storica che sosterrà la ripresa dalla pandemia con circa 750 miliardi di euro. Si tratta, in particolare, di investimenti e riforme per il clima che rappresentano il 37 per cento della spesa del Piano nazionale di ripresa e resilienzadi ogni Stato membro, Italia compresa.
È giunto il momento di metterci al lavoro, di rendere l’Europa più verde, più digitale e più resiliente.
Commissione europea
Obbligazioni verdi per il Next Generation Eu
Per elaborare il quadro delle obbligazioni verdi la Commissione europea ha rispettato i principi fissati dall’International capital market association (Icma), organizzazione di autoregolamentazione e associazione commerciale dedita a promuovere elevati standard di mercato. Gli assunti sono quattro:
chi emette un titolo ha l’obbligo di indicare la destinazione dei proventi;
la valutazione e la selezione dei progetti è molto rigorosa e si basa su un elenco di categorie;
l’emittente deve assicurare trasparenza, comunicando chiaramente il modo in cui verranno gestiti i proventi;
bisognerà aggiornare gli investitori sull’andamento dei progetti finanziati, attraverso la stesura di report puntuali.
Il quadro è stato definito lo scorso 7 settembre dopo la valutazione indipendente da parte dell’agenzia di rating Vigeo Eiris, che fa capo a Moody’s Esg Solutions. Il risultato che ne deriva è coerente sia con i principi fissati dall’Icma per le obbligazioni verdi sia con la più ampia strategia europea dedicata alla finanza sostenibile, con la quale l’analisi delle prestazioni nei campi ambiente, società e governance – i fattori Esg – affianca di diritto la valutazione finanziaria ed economica di un investimento.
La norma europea sulle obbligazioni verdi
Di questa strategia fa parte la norma europea sulle obbligazioni verdi che riguarda diversi settori, inclusi la produzione e la distribuzione di energia, l’efficienza energetica negli edifici e la costruzione di infrastrutture di trasporto a ridotto impatto ambientale. “Introdurrà uno standard rigoroso a cui tutti gli emittenti (privati e sovrani) potranno aderire volontariamente”, si legge nella pagina di riferimento della Commissione europea, e rappresenterà “il punto di riferimento sull’uso che le imprese e le autorità pubbliche possono fare di questi strumenti per raccogliere fondi sui mercati dei capitali allo scopo di finanziare investimenti ambiziosi, nel rispetto di requisiti stringenti di sostenibilità e proteggendo gli investitori dall’ecologismo di facciata”.
La proposta della norma è stata presentata lo scorso luglio dall’esecutivo al Parlamento europeo e al Consiglio, come prevede la procedura colegislativa, e vivrà un periodo di attuazione prima della sua entrata in vigore. Vuole essere coerente anche con la tassonomia europea sugli investimenti sostenibili, un vero e proprio dizionario che riporta le informazioni sulle prestazioni ambientali degli attivi e delle attività economiche fornite dalle imprese, finanziarie e non.
We propose a new European Green Bond Standard to:
🟢 help raise funds on capital markets to finance ambitious green investments 🟢 clearly recognise the bonds that are truly green 🟢 protect investors from greenwashing
— European Commission 🇪🇺 (@EU_Commission) July 6, 2021
Comunicazione trasparente agli investitori
La prima emissione del 12 ottobre 2021, un bond a 15 anni con scadenza febbraio 2037 per un valore complessivo di 12 miliardi di euro, ha registrato ordini record per oltre 135 miliardi di euro. “Questo è anche un segno del nostro impegno a favore della sostenibilità e pone la finanza sostenibile al centro dello sforzo di ripresa dell’Ue”, afferma con convinzione in una nota stampa Johannes Hahn, commissario europeo per il Bilancio e l’amministrazione. I 250 miliardi di euro complessivi equivalgono al 30 per cento dell’emissione totale di Next Generation Eu e, rimarca Hahn, faranno “crescere ulteriormente l’attrattiva dei prestiti dell’Ue e avrà un impatto duraturo sui mercati dei capitali dell’Ue”.
Per spingere la resilienza del sistema finanziario, dell’Unione europea e dei suoi partner, e scongiurare “il prodursi di un ecologismo di facciata” occorre “rendere la finanza sostenibile più inclusiva nei confronti di piccole e medie imprese e consumatori”, come evidenzia la stessa Commissione. Dunque, una volta che le obbligazioni saranno emesse, l’Unione punta a garantire una comunicazione trasparente e imparziale agli investitori, suddividendo le informazioni in nove categorie, tra cui energia pulita, efficienza energetica e trasporti.
Per tracciare l’assegnazione delle risorse un revisore esterno e indipendente sarà incaricato di verificare le informazioni sulle spese fornite dagli Stati membri all’esecutivo europeo. I dati sull’impatto degli investimenti saranno invece elaborati dalla Commissione insieme a una squadra di professionisti esterni. L’imparzialità del dato e la comunicazione costante saranno, dunque, il sostrato per la creazione di un rapporto di fiducia tra le istituzioni dell’Unione europea e i cittadini, tutti chiamati a fare la propria parte per una ripresa che non può non essere sostenibile.
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