Entro il 31 marzo 2025 le imprese con sede in Italia sono obbligate a stipulare una polizza assicurativa per rischi catastrofali.
La misura è prevista dalla legge di bilancio 2024 ed entra in vigore dopo un lungo periodo di studi e consultazioni.
La polizza deve coprire i danni a terreni e fabbricati, impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali scatenati da terremoti, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni.
Aggiornamento 30 marzo 2025. Con un decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri venerdì 28 marzo, l’obbligo di copertura assicurativa è stato rinviato: scatterà il 1° ottobre per le medie imprese e il 1° gennaio 2026 per piccole e microimprese. Il termine del 1° aprile resta in vigore soltanto per le grandi imprese ma, per 90 giorni, quelle che non sono in regola non avranno alcuna conseguenza in termini di assegnazione di contributi o sovvenzioni pubbliche.
Se abbiamo l’impressione di imbatterci sempre più spesso in video di piogge torrenziali o strade allagate, è utile sapere che non è solo un’impressione. Nel 2015 in Italia sono stati registrati sessanta eventi meteo estremi. Nel 2024 sono stati351, praticamente uno al giorno. Di cui 134 allagamenti da piogge intense, 62 casi di danni da vento, 46 esondazioni fluviali che hanno causato danni, 34 eventi con danni da siccità prolungata, 30 grandinate, 19 frane causate a piogge intense. È quanto emerge dall’Osservatorio città clima, redatto dall’organizzazione ambientalista Legambiente in collaborazione con Unipol. È inevitabile che un clima simile metta a rischio le strutture e i beni delle imprese: ecco perché il 1° aprile 2025 scatta per loro l’obbligo di dotarsi di una polizza assicurativa per rischi catastrofali.
Come funziona l’obbligo di polizza assicurativa per rischi catastrofali
L’obbligo di stipulare una polizza assicurativa per rischi catastrofali è previsto dalla legge di bilancio 2024 (legge 30 dicembre 2023, n. 213, articolo 1, commi 101-112). Dopo un anno abbondante di lavori e consultazioni, il ministero dell’Economia e delle finanze ha emanato il decreto attuativo che contiene le regole dettagliate.
Quali imprese devono stipulare una polizza
Il primo aspetto da chiarire è che questa misura vale soltanto per le imprese – i privati cittadini dunque non c’entrano nulla – che hanno sede legale in Italia oppure, pur avendo sede legale all’estero, hanno una stabile organizzazione nel nostro paese e sono dunque tenute a iscriversi in Camera di commercio.
Sono escluse le imprese agricole, perché per loro valgono regole diverse. La legge di bilancio del 2022, infatti, ha istituito un fondo mutualistico nazionale che copre i danni alle coltivazioni causati da alluvioni, gelo, brina o siccità. Questo fondo è co-finanziato dallo stato, con la possibilità di contributi volontari anche da parte delle imprese aderenti, e permette quindi agli agricoltori di ottenere risarcimenti anche senza avere una polizza privata. Le imprese sono esonerate anche se i loro immobili sono gravati da abusi edilizi, perché in tal caso non troverebbero compagnie disposte ad assicurarli.
Quando scatta l’obbligo
Dopo oltre un anno di attesa e un piccolo rinvio disposto dal decreto Milleproroghe, è ufficiale: le imprese che ricadono in queste categorie devono stipulare una polizza entro il 31 marzo 2025. Fanno eccezione solo le imprese dalla pesca e dell’acquacoltura che hanno tempo fino al 31 dicembre 2025.
Nuovo obbligo di copertura contro le catastrofi naturali per le imprese: cosa prevede la legge? Chi deve assicurarsi? Cosa copre la polizza?
Cosa copre la polizza assicurativa per rischi catastrofali
Ciascuna impresa è libera di scegliere la compagnia assicurativa che preferisce e di valutare le condizioni contrattuali come meglio crede. L’importante è che la polizza assicurativa per rischi catastrofali copra i danni a terreni e fabbricati, impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali scatenati da terremoti, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni. Questo basta per essere in linea con gli obblighi di legge: dopodiché, esistono polizze che coprono anche i danni da grandine, incendi boschivi, trombe d’aria o altri eventi estremi che il testo non menziona esplicitamente. Ci sono anche aziende che una polizza ce l’hanno già: in questo caso basta verificare, sempre entro il 31 marzo, che le sue condizioni siano coerenti con quanto previsto dalla legge.
Cosa succede alle imprese che non si assicurano
Per le imprese che dimenticano o rifiutano di stipulare una polizza assicurativa per rischi catastrofali non sono previste multe vere e proprie. La legge di bilancio 2024, senza entrare troppo nel dettaglio, paventa che siano sfavorite nell’assegnazione di contributi e agevolazioni pubbliche di vario genere, anche quelle stanziate proprio in occasione di calamità naturali. In sintesi, in caso di danni non potrebbero contare né su un’assicurazione privata né su eventuali ristori pubblici.
Perché non possiamo più ignorare i danni del meteo estremo
L’obbligo di copertura assicurativa per danni catastrofali, di fatto, non fa che sancire una realtà: dobbiamo adattarci a un clima che è cambiato e continuerà a cambiare. Per un’impresa, adattarsi significa anche salvaguardare la propria continuità aziendale, cioè avere le risorse per poter ricominciare il prima possibile a fare il proprio lavoro. Se c’è bisogno che sia una legge a dirlo è perché, per motivi anche culturali, l’Italia è un paese sotto-assicurato. L’Agenzia europea per l’ambiente (Eea) lo pone tra i primi in Europa per volume di danni dovuti al meteo estremo, con un totale di quasi 134 miliardi di euro nel periodo 1980-2023 (l’analisi include ogni genere di danno, senza distinzione tra imprese e privati). Di queste perdite, però, appena il 4 per cento era coperto da un’assicurazione.
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