Si chiama Amoc, ovvero Atlantic meridional overturning circulation. È il sistema di correnti oceaniche che gioca un ruolo essenziale per regolare il clima.
Uno studio indica che il sistema di circolazione delle correnti oceaniche Amoc sarebbe sul punto del collasso.
Non c’è tuttavia unanimità nella comunità scientifica.
È certo però che un simile scenario comporterebbe conseguenze drammatiche per il clima europeo.
Molti sanno che a contribuire a rendere temperato il clima dell’Europa occidentale è la corrente del Golfo. Chiamata Gulf stream in inglese, è una corrente continua dell’emisfero boreale, presente nell’oceano Atlantico settentrionale. Trasporta acqua calda tropicale verso il nord dell’Atlantico, dove si raffredda in prossimità del Circolo polare artico. Essa fa parte di un sistema più ampio, del quale si parla meno, noto tra gli addetti ai lavori con la sigla Amoc, che sta per Atlantic meridional overturning circulation (capovolgimento meridionale della circolazione atlantica, in italiano): si tratta di un meccanismo complesso, che coinvolge numerose correnti profonde e di superficie.
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Uno studio indica che la corrente Amoc potrebbe bloccarsi nei prossimi decenni
Il sistema può essere paragonato alla caldaia di un condominio, con il trasporto di acqua calda che parte verso nord, perde calore alle alte latitudini, quindi ritorna sotto forma di acqua fredda verso sud. L’Amoc, in particolare, dipende dalle differenze di densità dell’acqua. E quest’ultima può essere alterata dal riscaldamento globale.
Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Science Advance suggerisce che il flusso dell’Amoc potrebbe essere sul punto di bloccarsi. Simulando il trend su un periodo di duemila anni grazie a modelli computerizzati del sistema climatico globale, è stato concluso che si potrebbe verificare un crollo improvviso in meno di 100 anni.
Già nel 2023 un’analisi simile. Ma non c’è unanimità tra gli scienziati
Va detto che, già nel 2023, un altro studio, curato dall’Istituto Nils Bohr e dall’Istituto di scienze matematiche dell’università di Copenhagen, era giunto alle medesime conclusioni osservando le variazioni della corrente oceanica. Gli studiosi avevano indicato che esiste una probabilità del 95 per cento che un blocco dell’Amoc possa prodursi tra il 2025 e il 2095.
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L’analisi, tuttavia, prende in considerazione soprattutto dati statistici, e non osservazioni recenti dello stato delle correnti. Per questo è stata oggetto di critiche da parte di alcuni esponenti della comunità scientifica, secondo i quali l’Amoc già in passato aveva subito delle modificazioni e i suoi meccanismi non dipendono unicamente dalla temperatura delle acque di superficie (sulle quali si basa lo studio) bensì da una molteplicità di fattori.
Cosa comporterebbe un blocco della corrente Amoc
Se dunque non c’è unanimità, ancora, sulla possibilità che tale sistema equilibratore del clima della terra possa avvicinarsi ad un collasso, è invece certo che, qualora ciò avvenisse, si tratterebbe di uno sconvolgimento epocale. Che per l’Europa si tradurrebbe, in modo quasi paradossale rispetto al problema del riscaldamento globale, in un crollo verticale delle temperature medie nelle varie nazioni. Con enormi cambiamenti anche dal punto di vista degli ecosistemi, delle migrazioni stagionali della fauna e della catena alimentare.
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