Il concerto milanese per Gaza, un successo di pubblico e raccolta fondi, è stata la presa di posizione più forte contro il genocidio della scena musicale italiana.
Ogm
Chi dice no agli ogm viene spesso dipinto come un estremista contrario per principio ad ogni innovazione, un oscurantista che rifiuta il progresso scientifico e la tecnologia. Non è vero. Prima di decidere di essere contrari agli ogm, noi di LifeGate, ad esempio, ci siamo documentati e siamo andati a cercare tutti quegli studi indipendenti
Chi dice no agli ogm viene spesso dipinto come un estremista
contrario per principio ad ogni innovazione, un oscurantista che
rifiuta il progresso scientifico e la tecnologia. Non è
vero.
Prima di decidere di essere contrari agli ogm, noi di LifeGate,
ad esempio, ci siamo documentati e siamo andati a cercare tutti
quegli studi indipendenti che difficilmente sono stati presentati
all’opinione pubblica. Studi che rendono sempre più
controversi molti aspetti degli ogm legati alla salute delle
persone, alla salvaguardia dell’ambiente e all’etica che lega i
paesi ricchi ai paesi poveri.
Ecco perché anche noi di LifeGate abbiamo deciso di
sostenere la coalizione “liberi da ogm” (che va dalle Acli al WWF,
dall’Aiab a Slow Food, dalla Coldiretti a Libera) nella raccolta di
firme per un’agricoltura e un cibo genuini, rispettosi della natura
e liberi da organismi geneticamente modificati.
Diciamo no con fermezza alle colture manipolate geneticamente
per un motivo molto semplice: la contaminazione da ogm è
certa e irreversibile.
Modificare i geni di una pianta e coltivarla in campo aperto,
infatti, non è un esperimento che può essere
interrotto senza conseguenze se, magari dopo dieci anni, ci
accorgiamo di effetti indesiderati. Le piante ormai si sono
riprodotte, i pollini o i semi sono finiti ovunque, trasportati
dalle api, dall’aria o dai camion contenenti il raccolto,
contaminando centinaia di campi, cancellando il diritto degli altri
contadini di coltivare con altri metodi, perché tutto
sarebbe irrimediabilmente contaminato.
I favorevoli sostengono che non ci siano prove che gli ogm
facciano male, eppure numerosi studi indipendenti dimostrano
drammaticamente il contrario. Ma a corredo delle richieste di
autorizzazione presentate dalle multinazionali produttrici di ogm
continuano ad esserci solo le ricerche commissionate e finanziate
dalle multinazionali stesse.
LifeGate è da sempre dalla parte dell’agricoltura
biologica. Su questo tema abbiamo una rubrica
nella sezione Alimentazione del portale lifegate.it e on line ci sono circa
250 articoli, con interventi di scienziati e politici (si va da
Capanna ad Alemanno).
Marco e Simona Roveda, i fondatori di LifeGate, sono stati
pionieri nel modo del bio più di vent’anni fa; per questo
è naturale che in questo campo abbiamo le idee
chiare su da che parte stare.
On line sul portale lifegate.it c’è il link
per poter votare. Il quesito è questo: “vuoi che
l’agroalimentare, il cibo e la sua genuinità, siano il cuore
dello sviluppo, fatto di persone e territori, salute e
qualità, sostenibile e innovativo, fondato sulla
biodiversità, libero da OGM?”.
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