Vecchi e nuovi ogm sono sottoposti alle stesse regole, ma ora le cose potrebbero cambiare. Una petizione vuole evitare questo rischio.
OGM: venti risposte
In occasione del dibattito sull’etichettatura dei prodotti contenenti organismi geneticamente modificati in corso tra i Ministri dell’Unione Europea, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha pubblicato il 15 ottobre sul proprio sito (www.who.org) venti domande, e relative risposte, sull’argomento. Dalle risposte traspare inequivocabilmente la posizione dell’OMS, posizione per a diversa da quella della FDA americana (Food
In occasione del dibattito sull’etichettatura dei prodotti
contenenti organismi geneticamente modificati in corso tra i
Ministri dell’Unione Europea, l’OMS (Organizzazione Mondiale della
Sanità) ha pubblicato il 15 ottobre sul proprio sito
(www.who.org) venti domande, e relative risposte,
sull’argomento.
Dalle risposte traspare inequivocabilmente la posizione dell’OMS,
posizione per a diversa da quella della FDA americana (Food &
Drug Administration) e delle aziende del biotech.
In generale le risposte tendono a tranquillizzare e trovare
motivazioni plausibili sul perché si è “dovuti”
arrivare alla realizzazione di questo tipo di alimenti e sulla
bontà della scelta.
Ad esempio il documento dell’OMS afferma che “Gli alimenti OGM sono
sviluppati -e messi sul mercato – perché esiste un certo
vantaggio sia per il produttore sia per il consumatore”.
Affermazione chiaramente in contrasto con la realtà. Infatti
oramai neanche più le aziende del biotech vantano tra i
pregi del settore quello di una maggiore resa agricola, né
un minor costo del prodotto sul mercato. Anche l’obiettivo iniziale
di migliorare la capacità di resistenza delle coltivazioni e
relativa diminuzione dell’utilizzo di pesticidi si è
rivelata col tempo illusoria.
Non solo, ma l’OMS arriva a dire che i prodotti OGM devono essere
considerati dai consumatori come più sicuri rispetto ai
prodotti agricoli naturali. Questo perché, a differenza di
quanto è sempre accaduto per la produzione tradizionale
degli alimenti, gli eventuali effetti degli OGM sono maggiormente
controllati proprio a fronte delle paure espresse dai
consumatori.
Due notizie possono consolare coloro che non concedono ancora
fiducia agli OGM. La prima arriva proprio dalla Svizzera, dove ha
sede l’OMS: produttori e distributori svizzeri di derrate
alimentari hanno detto no agli organismi geneticamente modificati e
hanno predisposto un marchio di garanzia OGM free per i loro
prodotti nazionali. Il logo è rappresentato dalla bandiera
Svizzera, la classica croce bianca su fondo rosso, sulla quale
spiccherà la scritta “garantito senza OGM” e “d’origine
svizzera”.
La seconda arriva dalla Comunità Europea che ha confermato
ancora una volta la moratoria che impedisce il via libera alla
produzione e commercializzazione di nuovi OGM nei paesi
dell’Unione. Nonostante le ire degli Stati Uniti.
Betty Pajè
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