L’iniziativa, patrocinata dall’Unesco, è nata per promuovere la lettura e la pubblicazione dei libri, ma anche la protezione della proprietà intellettuale attraverso il diritto d’autore.
Oh boy! Tra ironia e dignità
E’ un romanzo che prendendo spunto dalla storia di ragazzi, parla a tutti, insegnando come “l’ironia è una dichiarazione di dignità, un’affermazione della superiorità dell’uomo su ciò che gli capita”, come recita la citazione di Romain Gary che apre il libro.
I piccoli fratelli Meurlevent restano orfani. La madre si
è tolta la vita, ingerendo del detersivo. Il padre, dopo
aver sapientemente tradito la madre e fecondato altre donne, si
è dato alla macchia. Bene, ai tre fratelli non restano molte
certezze, ma una solida e forte ce l’hanno, derivata da una delle
loro riunioni chiamata “pow-wow”: sanno che resteranno sempre
uniti, a qualsiasi costo.
Durante i tradimenti, il padre ha avuto altri due figli:
Josiane e Barthelémy, così gli assistenti sociali si
chiedono se loro possono occuparsi degli orfanelli. Piccolo
particolare: i due fratellastri si odiano, si detestano proprio.
Josiane si innamora subito della piccola Venise, la più
piccola dei tre, un angioletto che ha un criterio tutto suo per
dirimere le persone buone da quelle cattive, in base alla loro
risposta alla domanda: “Ti piacciono i bacini?”. Josiane non
potendo avere figli si accanisce per avere in affidamento Venise,
senza alcuna intenzione di prendersi cura degli altri due. Ma i
Meurlevent sono irremovibili sul loro patto: nessuno potrà
separarli. Il fratellastro, Barthélemy, è un giovane
gay, tinto e palestrato, che cambia partner e lavoro praticamente
ogni giorno, il cui intercalare preferito è “Oh boy!” e che
sembra non voler prendersi cura di tre sconosciuti.
In tutto questo, le condizioni di salute di Siméon, il
più grande dei tre fratelli, sono pessime, presto
scoprirà di avere una bruttissima malattia.
Barthélemy si occuperà di lui e delle sue condizioni,
a dispetto di chi non voleva dargli alcuna fiducia.
E’ un romanzo che prendendo spunto dalla storia di ragazzi, parla a
tutti, insegnando come “l’ironia è una dichiarazione di
dignità, un’affermazione della superiorità dell’uomo
su ciò che gli capita”, come recita la citazione di Romain
Gary che apre il libro.
Insomma, c’è tanto in questo libro. C’è la famiglia,
c’è l’amore, c’è la malattia, c’è la
discriminazione. Ci si commuove leggendo, ma ci si diverte anche.
L’autrice riesce con delicatezza e ironia a offrirci delle
situazioni anche difficili, intense e autentiche. E soprattutto a
coinvolgerci in una bella storia, che non si dissolverà nel
nulla a libro chiuso.
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