Per la presidente di Federbio Mammuccini, alcuni disagi degli agricoltori sono oggettivi e comprensibili, ma le proteste contro il Green deal sono inammissibili.
Diamo la pagella a tutti gli oli d’oliva: dal bio extravergine a quelli no
OLIO EXTRA VERGINE D’OLIVA BIO Le olive da coltivazione biologica vengono da piante mai trattate con pesticidi, ma sottoposte a controlli e prelievi periodici su foglie, radici e terreno. Raggiunto il giusto grado di maturazione, sono raccolte e subito sottoposte alla “spremitura a freddo” (macinatura e spremitura meccanica al di sotto di 27°C), la sola
OLIO EXTRA VERGINE D’OLIVA BIO
Le olive da coltivazione biologica vengono da piante mai trattate con pesticidi, ma sottoposte a controlli e prelievi periodici su foglie, radici e terreno. Raggiunto il giusto grado di maturazione, sono raccolte e subito sottoposte alla “spremitura a freddo” (macinatura e
spremitura meccanica al di sotto di 27°C), la sola in grado di mantenere intatti i princìpi nutritivi del frutto. Questa lavorazione ha molti vantaggi: miglior resistenza all’ossidazione e all’irrancidimento del succo prodotto, mantenimento delle vitamine naturali e dei princìpi attivi delle olive, esaltazione del sapore.
Voto: 10 e lode!
OLIO EXTRA VERGINE D’OLIVA
Ottenuto dalle olive con spremitura tradizionale (con macine, o meccanica) non subisce manipolazioni chimiche, ma soltanto il normale lavaggio, la sedimentazione e la filtrazione; non contiene più dell’1% in peso d’acido oleico. Alla denominazione è preferibile che sia aggiunta l’indicazione della provenienza, tutelata dal marchio DOP: le regioni italiane sono ricche di oli dai mille sapori e aromi. Ancora meglio se è “spremuto a freddo”.
Voto:8+
OLIO VERGINE D’OLIVA
Ottenuto meccanicamente dalle olive, non ha subìto manipolazioni chimiche; però è un po’ più acido dell’extra-vergine (non più del 4% in peso di acido oleico, cioè d’acidità).
Voto: 6
Attenzione: solo l’olio di oliva vergine ed extra vergine, grazie alla loro genuinità, possono godere della Denominazione d’Origine Protetta e fruire della tutela comunitaria e degli incentivi. Perciò si meritano la sufficienza. Da qui in giù, tutti bocciati.
OLIO D’OLIVA
Tutti pensano che sia un extravergine un po’ più leggero. Invece no. È una miscela di olii d’oliva vergini con olio d’oliva rettificato (vedi qui sotto!), purché non arrivi a più del 2% in peso d’acido oleico. Per a “più leggero ” dell’olio extra-vergine d’oliva, è invece meno genuino.
Voto: 4
OLIO D’OLIVA RETTIFICATO
Prodotto pessimo, ottenuto dagli scarti non edibili (immangiabili) nocivi della spremitura delle olive, resi commestibili con il processo agli alcali o con diversi processi fisici che in teoria non apportino all’olio modificazioni più profonde di quelle apportate dal detto processo agli alcali.
Voto:3
OLIO DI SANSA E D’OLIVA
Ottenuto dalla miscela d’olio di sansa rettificato con olii vergini d’oliva, con non più del 3% in peso d’acidità (acido oleico). È usato per le focacce e le pizze già confezionate in vendita in molti supermarket. Controllate gli ingredienti. Chiedete poi al ristorante se lo usano, in cucina.
Voto: 3
OLIO DI SANSA
Olio di infima qualità estratto dall’ulteriore macinazione e spremitura di ciò che resta delle olive infrante. Il suo residuo purtroppo se lo devono mangiare i poveri bovini d’allevamento.
Voto: ZERO
OLIO DI SANSA D’OLIVA RETTIFICATO
Prodotto disgustoso, ottenuto dall'”olio” estratto con solventi dalla sansa d’oliva e da olio lavato (cioè ottenuto dal lavaggio con acqua della sansa, i residui delle olive già spremute) reso commestibile come per l’olio d’oliva rettificato. Un orrore alimentare. Occhio perché viene usato in ristoranti, mense e grande ristorazione.
Voto: ZERO!
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