Un emendamento rende più difficile fare ricorso e a stabilire i calendari, oltre a Ispra, sarà un organo politico. Le associazioni scrivono al Quirinale.
Sochi, eccidio di cani randagi per “difendere” le Olimpiadi
In vista delle Olimpiadi invernali le autorità russe hanno intensificato la campagna di soppressione dei cani randagi.
La neve delle Olimpiadi di Sochi è rossa. Il rosso del sangue di animali innocenti. Le Olimpiadi rappresentano da sempre pace e fratellanza, non in Russia, o perlomeno non verso gli animali. Le autorità hanno infatti programmato lo sterminio dei cani randagi della città.
Le autorità della regione di Krasnodar che hanno organizzato le Olimpiadi invernali ritengono che i tanti cani randagi che scorrazzano per la città possano danneggiare l’immagine dei giochi e hanno dato l’ordine di intensificarne l’uccisione.
Vladimir Putin non è certo amato dall’opinione pubblica internazionale, gli si imputano la repressione del popolo ceceno e della libertà di informazione, degli avversari politici. La distruzione dell’Artico e il calpestamento dei diritti civili. La barbara gestione del problema del randagismo è solo l’ultima di una serie di polemiche che riguardo il primo ministro russo.
Alle proteste degli animalisti Sergei Krivonosov, un deputato putiniano di Krasnodar, ha risposto laconico: «Togliere i cani dalla strada per la Russia è una responsabilità verso la comunità internazionale e la loro eliminazione è il modo più rapido per risolvere questo problema».
Nel 2013 le autorità avevano promesso la costruzione di rifugi e canili. Alla vigilia delle Olimpiadi non c’è la prova che sia stato costruito neanche un singolo rifugio.
Il destino dei cani è nelle mani dei volontari come Vlada Provotorova, di professione dentista, che con l’aiuto di un gruppo di amici e volontari ha allestito un rifugio ed è impegnata nella sterilizzazione dei randagi. «Siamo riusciti a salvare non più di cento cani – ha dichiarato Vlada Provotorova – ma nel frattempo ne sono stati uccisi almeno cinquemila». Uno dei volontari della squadra di Provotorova, l’avvocato Dina Filippova, punta il dito sulla mancanza di leggi in tutela dei diritti degli animali in Russia. «In Russia si può abusare degli animali, non è un crimine. È possibile adottare un cane e abbandonarlo per strada restando impuniti».
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