La Russia esclusa dalle Olimpiadi invernali del 2018, salvi solo gli atleti onesti

La Russia è stata sospesa dalle Olimpiadi 2018 di Pyeongchang, ma gli atleti innocenti saranno tutelati e potranno partecipare individualmente e le loro medaglie celebrate con l’inno olimpico.

La Russia è stata esclusa dai Giochi olimpici invernali del 2018 di Pyeongchang, in Corea del Sud, che si tengono dall’8 al 25 febbraio, perché ritenuta colpevole di aver sistematicamente manipolato i controlli antidoping negli ultimi anni. Il sogno olimpico, però, non è svanito per tutti gli atleti: chi sarà in grado di dimostrare di aver effettuato test corretti risultando sempre negativo potrà essere invitato a gareggiare sotto la bandiera degli Atleti olimpici dalla Russia. E in caso di vittoria di una medaglia da parte di un atleta russo, a risuonare sarà l’inno olimpico, e non quello russo.

La Russia ha manipolato i test antidoping in modo sistematico

La decisione, ferma e con ben pochi precedenti, è stata presa dal Comitato olimpico internazionale, sulla base dei risultati raccolti da una commissione d’inchiesta istituita nel 2016 e guidata da Samuel Schmid, ex ministro dello Sport svizzero: lo Schmid Report, sulla base di 17 mesi di raccolta di prove, materiali e testimonianze, proverebbe infatti “la sistematica manipolazione delle regole e dei metodi antidoping in Russia, attraverso il Disappearing positive methodology”, un metodo che permette di inquinare i test del sangue e delle urine in modo tale da non far emergere la presenza di sostanze dopanti, “anche durante le Olimpiadi invernali di Sochi del 2014”.

La tutela per gli atleti russi puliti

Nelle sue raccomandazioni finali, la commissione Schmid aveva chiesto al comitato esecutivo del Cio di prendere misure appropriate alla gravità delle infrazione commesse dal comitato russo, ma nello stesso tempo di proteggere i diritti dei singoli atleti russi che si fossero dimostrati “puliti”, e la decisione del Cio van proprio in questa direzione.

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Ora verrà istituito un gruppo presieduto da Valerie Fourneyron, presidente dell’Independent testing authority, che compilerà una listi di inviti ad atleti russi, selezionati come idonei secondo una serie di requisiti: in primis, bisognerà aver ottenuto la qualificazione secondo gli standard internazionali validi per tutti; e poi sarà necessario non essere mai stati squalificati o dichiarati non idonei in alcun test antidoping internazionale, oltre a sottoporsi con successo a tutti i test pre-olimpici previsti e a ogni altro controllo che potrebbe essere espressamente richiesto loro dal panel stesso.

Il Cio dal canto suo si impegna a garantire agli atleti selezionati, che come detto gareggeranno sotto il nome di “Atleti olimpici della Russia” e sotto la bandiera olimpica, lo stesso supporto tecnico e logistico garantito agli altri comitati.

La Russia e l’ipotesi boicottaggio

“Si è trattato di un attacco senza precedenti all’integrità dei Giochi olimpici e dello sport, ma con questa soluzione tiriamo una riga e cerchiamo di dare nuovo impulso per la creazione di sistemi antidoping ancora più efficaci. Mi dispiace molto per tutti gli atleti puliti, che sono le vere vittime di queste manipolazioni”, ha dichiarato Thomas Bach, presidente del Cio.

Anche l’Agenzia mondiale antidoping si è schierata pubblicamente a favore della decisione del Cio. Ora però bisognerà attendere la reazione della Russia: la televisione di stato russa ha già annunciato che non coprirà i giochi di Pyeongchang in mancanza della Russia, e il presidente Vladimir Putin potrebbe decidere di boicottare le Olimpiadi impedendo la partecipazione degli atleti russi anche a livello individuale.

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