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Olimpiadi invernali 2026, l’Italia si gioca la carta verde
Le Olimpiadi invernali del 2026 potrebbero essere le prime nella storia all’insegna dello sviluppo sostenibile grazie a un progetto che dia attuazione agli obiettivi dell’Agenda 2030. Ad ospitarle sarà l’Italia con Milano-Cortina.
Il 24 giugno, durante la 134esima sessione del Comitato olimpico internazionale (Cio), è stata resa nota la città che ospiterà le Olimpiadi invernali 2026: è il tandem Milano-Cortina. In occasione del Festival dell’energia che si è tenuto la scorsa settimana alla Triennale di Milano, abbiamo intervistato Giovanni Malagò, presidente del Comitato olimpico nazionale italiano (Coni), per capire i nuovi criteri di assegnazione che vedono una rilevanza sempre maggiore degli elementi di sostenibilità.
Milano Cortina 2026 è il comitato promotore dell’Italia come sede dei Giochi olimpici invernali per il 2026 che per la sua candidatura ha seguito le indicazioni dell’Agenda olimpica 2020, in altre parole la roadmap strategica per il futuro del movimento olimpico e la New norm, 118 riforme per l’organizzazione dei Giochi olimpici. A queste indicazioni, prettamente tecniche e specifiche del settore sportivo, si affiancano anche quelle dell’Agenda 2030 che contiene gli Obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dalle Nazioni Unite. Cinque gli obiettivi di Milano Cortina 2026: giochi per tutti; sviluppo sostenibile e cooperazione nella macroregione alpina, promuovere lo spirito olimpico e la catena montuosa delle Alpi come importante polo sportivo e, infine, rafforzare il marchio e aggiungere valore al movimento olimpico.
Quali caratteristiche deve avere un’olimpiade per essere considerata “sostenibile”?
La sostenibilità rappresenta un pilastro fondamentale del progetto Milano Cortina 2026. Significa contribuire a sviluppare soluzioni innovative, finalizzate a caratterizzare il futuro, garantendo benefici a lungo termine. Vuol dire valorizzare il patrimonio esistente traducendo in realtà i dettami dell’Agenda 2020 del Comitato olimpico internazionale dimostrando, con fatti tangibili e opportune dinamiche, che è possibile ospitare i Giochi olimpici facendo leva su politiche responsabili, rispettose dell’ambiente e socialmente virtuose.
Vogliamo offrire agli atleti un’esperienza unica e irripetibile, anche a livello di organizzazione. A loro lasciamo la bellezza della performance che faranno! @fisg_it @ItaliaTeam_it @RegioneVeneto @RegLombardia @antoniorossiITA @BeppeSala @zaiapresidente @FontanaPres @RGuaineri pic.twitter.com/FF2v0hDJyz
— Milano Cortina 2026 ?? (@milanocortina26) 14 maggio 2019
Quali sono gli indicatori che tenete in considerazione?
L’approccio improntato alla sostenibilità e ai suoi criteri sarà centrale in tutto il ciclo vitale dell’evento. Sarà sviluppato un programma che prevede il coinvolgimento attivo degli stakeholder, con l’intento di coinvolgere soggetti terzi e organizzazioni dei settori pubblici e privati e della società civile con l’obiettivo di promuovere un processo di valore condiviso, attraverso il rafforzamento della sinergia tra i benefici economici e quelli sociali legati ai Giochi olimpici e paralimpici 2026. Questo risultato sarà reso possibile dal fatto che Milano Cortina potrebbe essere la prima edizione invernale interamente concepita seguendo le raccomandazioni dell’Agenda 2020, la riforma New norm del Cio e gli obiettivi posti dall’Agenda globale 2030 per lo sviluppo sostenibile. L’attenzione sarà concentrata sulla progettazione delle infrastrutture, sull’approvvigionamento e sulla gestione delle risorse, e quindi sul sistema di recupero degli alimenti e sulla raccolta differenziata, sull’impatto ambientale e sull’energia rinnovabile, sul riutilizzo degli asset dei Giochi, sulla mobilità e sulla forza lavoro.
Si è iniziato a parlare di Olimpiadi invernali sostenibili con l’edizione 2010 a Vancouver dove per l’occasione sono state realizzate strutture bioedilizie, misure di mobilità sostenibile, raccolta differenziata, fonti rinnovabili. Ma la storia delle Olimpiadi è costellata anche da cattedrali nel deserto. Quanto effettivamente un’Olimpiade può essere un’occasione di sviluppo sostenibile duraturo del territorio?
Rispetto al passato l’allineamento a certi dettami è diventato un dovere inderogabile, la base irrinunciabile per costruire la candidatura. È l’effetto del nuovo corso imposto dal Cio, sensibile alle istanze mondiali e alla situazione generale. Una presa di coscienza da applaudire, che mette sostenibilità e legacy al centro dei progetti. Il 93 per cento degli impianti inseriti nel dossier di Milano Cortina è esistente o temporaneo: un dato eloquente in questo senso, che si sposa con una filosofia destinata a scrivere la storia. Oggi una proposta esiste solo insieme alla certezza di un domani che ne rappresenti un lascito tangibile. Quindi lo sviluppo del territorio è una condizione essenziale: città interconnesse con il resto del mondo, superamento delle barriere fisiche, sociali ed economiche tra centro e periferia, lo sviluppo di politiche giovanili e dello sviluppo sostenibile. Un’occasione imperdibile e concreta per crescere attraverso la leva garantita dal più grande evento sportivo.
A causa della crisi climatica ci aspetta un futuro con temperature sempre più elevate, con tutto quello che ne consegue in termini di scarsità idrica e di diminuzione anche del livello di innevamento. Crede sia ancora possibile parlare di olimpiadi invernali e sostenibilità, o è un ossimoro?
Tenere conto dei cambiamenti climatici è un dovere e un obiettivo da perseguire. Le condizioni meteorologiche, nel periodo immaginato per i Giochi [6-22 febbraio e 6-15 marzo per la Paralimpiadi, ndr], sono normalmente molto favorevoli e prevedono precipitazioni e la copertura nevosa nei siti montani. Il progetto contempla comunque lo sviluppo di un’analisi dei rischi nelle tendenze dei cambiamenti climatici che potrebbero riguardare le comunità coinvolte nei Giochi. Sarà istituito un dipartimento dedicato alla sostenibilità e alla legacy olimpica, finalizzato alla corretta implementazione del Piano generale di realizzazione dei Giochi incentivati ad adottare iniziative specifiche. I comuni di Milano e Cortina e le regioni Lombardia e Veneto condividono un forte impegno rispetto al contrasto dei cambiamenti climatici.
Considerando un senso più ampio del concetto di sostenibilità, quanto le Olimpiadi sono uno strumento di unione e integrazione tra popoli e culture?
I cinque cerchi, simbolo dei Giochi olimpici, sono l’espressione più emblematica dell’osmosi tra popoli e culture che si concretizza grazie allo sport nella sua dimensione più importante. La rivalità va letta come occasione di crescita, nell’alveo di una fratellanza globale dove le distanze vengono colmate dalla voglia di integrazione e di inclusione. I Giochi sono una lezione di civiltà e di cultura, un messaggio che viene da lontano e che non smetterà mai di lasciare il segno.
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