Drogata e stuprata per anni, Gisèle Pelicot ha trasformato il processo sulle violenze che ha subìto in un j’accuse “a una società machista e patriarcale che banalizza lo stupro”.
Olimpiadi invernali, prove di pace tra Corea del Nord e Corea del Sud
Strette di mano, sorrisi e speranze nella prima riunione tra Corea del Nord e Corea del Sud. A fornire una speranza di pace, i Giochi Olimpici invernali.
La stretta di mano tra il ministro per l’Unificazione della Corea del Sud, Cho Myoung-gyon, e il presidente della Commissione per la riunificazione pacifica della Corea del Nord, Ri Son-gwon, vale più di mille parole. I volti sorridenti, lo sguardo a favore di obiettivo: il primo incontro ufficiale tra le due nazioni dopo anni di silenzio è sembrato un successo.
https://www.youtube.com/watch?v=kvD-jLACrIo https://www.youtube.com/watch?time_continue=2&v=sRudUWG7e7A&has_verified=1
“La Corea del Nord ha chiesto di poter inviare una nutrita delegazione alle Olimpiadi”
Beninteso: di certo non si può ancora considerare un ricordo il conflitto tra le due nazioni asiatiche. Quello che è stato effettuato è infatti soltanto un primo incontro tra le parti. Ma ciò che ha suscitato grandi speranze è l’immediata volontà, espressa dagli emissari di Pyongyang, di partecipare ai Giochi Olimpici invernali che si terranno a Pyeongchang, in Corea del Sud, a partire dal 9 febbraio.
“La parte nordcoreana ha proposto di inviare una delegazione di alto livello, composta da un comitato nazionale olimpico, da atleti, tifosi, artisti, osservatori, nonché da una squadra dimostrativa di taekwondo e da alcuni giornalisti”, ha fatto sapere alla stampa una fonte del governo di Seul. Lo stesso esecutivo ha anche approfittato dell’apertura effettuata dal regime di Kim Jong-un sullo sfondo delle Olimpiadi invernali per discutere della possibile riunificazione di alcune famiglie che vivono separate dai tempi della guerra di Corea (1950-1953). La storica riunione potrebbe essere effettuata il 16 febbraio, in occasione del nuovo anno lunare e in coincidenza con gli stessi Giochi.
Desideriamo lavorare per fare delle Olimpiadi un festival della pace e un primo passo verso un reale cambiamento nelle relazioni inter-coreane Cho Myoung-gyon
Estremamente positive anche le parole del nordcoreano Ri, che prima dell’apertura delle discussioni ha avanzato l’augurio di “uno scambio sincero e onesto, con l’obiettivo di offrire risultati preziosi al popolo coreano”. Ancor più ottimista il sudcoreano Cho: “Questi colloqui arrivano dopo un lungo periodo d’interruzione. Desideriamo lavorare per fare delle Olimpiadi un festival della pace e un primo passo verso un reale cambiamento nelle relazioni inter-coreane”.
North Korea says it is willing to send delegation to the Olympics but avoids nuclear talk https://t.co/nPyEliMFos
— The Wall Street Journal (@WSJ) January 9, 2018
La scelta di apertura del nuovo presidente sudcoreano Moon Jae-in
Un impulso determinante all’avvio di un dialogo è arrivato certamente dall’elezione, nello scorso mese di maggio, del nuovo presidente progressista sudcoreano Moon Jae-in, che ha interrotto un decennio di gelo diplomatico, coinciso con le amministrazioni conservatrici di Lee Myung-bak e di Park Guen-hye. Moon, in particolare, non ha mai modificato la propria posizione di apertura nei confronti di Pyongyang, nonostante l’escalation verbale tra Kim Jong-un e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. E nonostante i numerosi test missilistici e nucleari effettuati dalla Corea del Nord nei mesi scorsi.
Lo stesso leader di Seul è riuscito, lo scorso 5 gennaio, a convincere l’amministrazione di Washington a ritardare le manovre militari “Key Resolve” e “Foal Eagle”, che avrebbero dovuto simulare un’invasione della Corea del Nord. Una fiducia nella pace che, forse, ora comincerà a dare i propri frutti.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
I ribelli che hanno preso il potere in Siria stanno smantellando la produzione di captagon, la droga che arricchiva il regime di Assad.
Il 15 dicembre una petroliera russa si è spezzata a metà e un’altra è rimasta incagliata, riversando combustibile nello stretto di Kerch.
Nel campo profughi di Burj al-Barajneh, le donne palestinesi preparano pasti e distribuiscono aiuti alle persone in difficoltà nella città di Beirut.
Israele ha approfittato della caduta di Assad in Siria per espandere la sua occupazione del Golan, altopiano dove è presente illegalmente dal 1967.
Un’offensiva dei ribelli in Siria ha rovesciato nel giro di 11 giorni il regime di Assad. Ora si cerca una transizione pacifica del potere.
La scarcerazione di Narges Mohammadi è avvenuta per motivi di salute e durerà tre settimane. Cresce la pressione sul regime dell’Iran per renderla definitiva.
Migliaia di persone sono scese in strada contro la decisione del governo di sospendere i negoziati per l’adesione all’Unione europea fino al 2028. Violenta la reazione delle forze dell’ordine. La presidente della Georgia rifiuta di lasciare il mandato finché non verranno indette nuove elezioni.
Il 28 novembre a Nuuk è atterrato il primo volo diretto internazionale. Un evento storico che ha acceso un dibattito sui rischi del turismo di massa.