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Olio extravergine di oliva contraffatto. La truffa dell’olio di semi
Olio di semi venduto come olio extravergine. Reato di associazione a delinquere finalizzata alla frode in commercio a 17 indagati e 6 attività commerciali. Come riconoscere l’olio di oliva extravergine contraffatto.
di Sergio Marini, presidente di Coldiretti
L’olio extravergine di oliva è l’ingrediente principe della dieta mediterranea, grazie al suo inconfondibile sapore e alle benefiche proprietà organolettiche, è tuttavia uno dei prodotti enogastronomici più contraffatti. L’ultimo caso di olio extravergine di oliva contraffatto riguarda un mercato parallelo di finto olio a basso costo, nato tra Toscana, Lazio ed Emilia-Romagna. La truffa è stata scoperta, dopo un anno di indagini, dai carabinieri del Nas di Firenze e dalla sezione di polizia giudiziaria dei militari di Pistoia, coadiuvati da militari dei comandi provinciali, nonché dal personale dell’ufficio repressione frodi del ministero dell’Agricoltura, su delega della procura di Pistoia.
Le dimensioni del giro d’affari. Nessun allarme
Né il giro d’affari né la diffusione dei prodotti adulterati è allarmante. Si tratta di 2.500 litri di olio extravergine di oliva contraffatto ai quali mancava qualsiasi riferimento per la tracciabilità. Sono stati apposti i sigilli a due delle aziende sotto indagine e a un garage, tutti situati tra Toscana e Lazio. Qui, sostengono gli inquirenti, venivano compiute le operazioni clandestine di contraffazione e imbottigliamento. Nelle bottiglie d’olio extravergine contraffatto sequestrate sono stati rinvenuti clorofilla e betacarotene. Sono stati sequestrati anche 5mila litri di olio conservati in alcuni silos, 73 chili di clorofilla e quattro barattoli di betacarotene, per un valore complessivo di circa 500mila euro.
Nessun rischio per la salute
Non è allarmante per la salute pubblica nemmeno l’adulterazione in sé, in quanto né la clorofilla né il betacarotene sono sostanze tossiche o nocive. Erano impiegate solo come coloranti. Non è allarmante nemmeno per la fiducia dei consumatori verso le loro marche preferite: i prodotti, infatti, erano destinati a ristoranti oppure al commercio porta a porta, ma non ai supermercati, né a grandi aziende olearie.
Come si trasforma l’olio di semi in extravergine d’oliva
In questo caso l’olio di semi, una materia prima indefinita, dalle origini sconosciute e irrintracciabili, incolore e insapore, veniva addizionato con betacarotene e clorofilla acquistati dall’organizzazione anche all’estero, in Spagna e in Maghreb, poi passati alle aziende compiacenti che provvedevano a colorare gli oli, imbottigliarli e distribuirli. Non è la prima volta che si scopre che vengono usati per trasformare, almeno all’apparenza, oli di semi di bassissima qualità in pregiati oli extravergine di oliva. Negli ultimi dieci anni sono già state scoperte operazioni simili, la più grave delle quali trasformava in “extravergine d’oliva”, sempre con l’aggiunta di clorofilla, il non commestibile olio lampante (cioè olio di scarti di lavorazione, o di noccioli, non destinato a consumo umano, bensì a essere bruciato come combustibile).
Come riconoscere il vero olio extravergine d’oliva
Per scegliere un olio extravergine di oliva autentico è innanzitutto importante diffidare dell’olio venduto a prezzi che non riescono a coprire neanche i costi di raccolta delle olive. Tranne che nel caso di promozioni commerciali e offerte speciali a tempo, è difficile che un olio extravergine d’oliva possa essere venduto al dettaglio a meno di sei euro al litro. Dopodiché si può provare ad affidarsi ai propri sensi per smascherare l’olio extravergine contraffatto ma è praticamente impossibile, per il consumatore medio, capire da solo se un olio è davvero extravergine.
Fragranza, gusto e odorato
L’olio extravergine deve comunque avere un sapore, un odore e un aspetto definiti per legge. Il controllo di aroma e gusto si può fare solo dopo l’acquisto, ma è importante riuscire ad apprezzare la fragranza, il gusto lievemente amarognolo o piccante, il profumo dell’olio. Le adulterazioni e le falsificazioni riguardano sempre e solo l’aspetto e il colore del prodotto, ma non potranno mai replicare le qualità organolettiche (per stabilirle è comunque necessaria un’analisi chimica in laboratorio).
Attenzione all’etichetta
L’ideale è affidarsi a marchi che specifichino in etichetta, con grande trasparenza e abbondanza di dettagli, l’origine delle olive, il metodo di spremitura, l’utilizzo di cultivar particolari e ben individuate o addirittura la regione di produzione, con simboli di consorzi locali di tutela, o Dop. Maggiori sono le informazioni in etichetta, maggiori gli indizi di atteggiamento onesto e trasparente da parte del produttore.
Scegliere prodotti da agricoltura biologica
I disciplinari sono molto rigorosi sia sul metodo di coltivazione delle olive, sia sui metodi di produzione. Ai controlli di legge si sommano i controlli degli enti certificatori terzi, sia sul campo che negli stabilimenti, ulteriore garanzia di genuinità e veridicità.
Un flagello per il made in Italy
“L’economia dell’inganno strangola l’agricoltura italiana: solo all’olio extravergine d’oliva le truffe e le sofisticazioni causano danni per 1,5 miliardi di euro l’anno – ha dichiarato Giuseppe Politi, presidente della Confederazione italiana agricoltori (Cia). – La presenza di oli lampanti e deodorati venduti a cifre irrisorie è diventata un dramma per i nostri agricoltori perché determinano il crollo dei prezzi delle olive, con conseguenze gravissime sui redditi degli olivicoltori. Ecco perché è sempre più indispensabile proteggere le aziende sane del nostro paese, e usare tolleranza zero verso i pirati dell’olio, aumentando i controlli e inasprendo sanzioni e pene”.
In arrivo una nuova legge
“Sono prima firmataria insieme al presidente Paolo Scarpa Bonazza Buora (Pdl) del disegno di legge bipartisan sull’olio d’oliva, che attualmente è in discussione nella Commissione agricoltura del senato – ha affermato la senatrice Colomba Mongiello, dell’ufficio di Presidenza del senato. – Da relatrice dico che il provvedimento può essere approvato entro giugno. Si tratta infatti di un testo, condiviso con le associazioni del settore, che prevede un’etichettatura più chiara, leggibile e trasparente, l’inasprimento delle pene per i delitti di contraffazione, l’attribuzione di maggiore valore legale ai panel test, la maggiore tracciabilità delle miscele”.
Così crollano prezzi e qualità
“Il prezzo pagato agli agricoltori per il vero olio di oliva è crollato del 30% anche per effetto degli inganni e delle frodi che danneggiano il settore e colpiscono produttori e consumatori. Questo, nonostante il fatto che i consumi di extravergine delle famiglie siano aumentati del 4,2% nel 2012 e la produzione nazionale si è ridotta addirittura del 6% nell’ultima raccolta. L’arrivo di olio di oliva straniero in Italia ha raggiunto il massimo storico di 584mila tonnellate e ha superato la produzione nazionale, in calo nel 2011 a 483mila tonnellate. Il risultato è che oggi la maggioranza delle bottiglie di olio proviene da olive straniere senza che questo sia sempre chiaro ai consumatori e si assiste a una forte riduzione della qualità dell’olio in vendita, oltre che a una pericolosa proliferazione di truffe e inganni. L’operazione dei Nas dei carabinieri svela il “mistero” delle tante anomalie che si trovano sul mercato dove occorre diffidare da quegli oli che sono venduti a prezzi che non riescono a coprire neanche i costi di raccolta delle olive”.
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