Berta Cáceres era un’attivista appartenente alla popolazione indigena Lenca, in Honduras. È stata assassinata nel 2016 per essersi opposta alla costruzione della diga Agua Zarca che avrebbe distrutto il fiume sacro del suo popolo.
Sono trascorsi quasi otto anni dal 3 marzo 2016, giorno dell’omicidio dell’ambientalista honduregna e indigena della popolazione Lenca Berta Cáceres e la lotta per la verità e la giustizia portata avanti dalle sue figlie e dalla sua organizzazione, il Copinh (Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras), non si è mai fermata. Un’importante, quanto, inattesa svolta potrebbe ora arrivare con il possibile arresto di uno dei mandanti. Dopo la condanna arrivata nel 2018, delle sette persone che entrarono nella sua casa a La Esperenza, tentando di uccidere anche il suo ospite, l’ambientalista messicano Gustavo Castro, e dopo il processo contro l’ex presidente della Desarrollos Energético (Desa), Roberto David Castillo, considerato anello di congiunzione tra i mandanti e gli esecutori dell’omicidio, i legali del Copinh fecero notare che giustizia ci sarebbe stata solo nel momento in cui fossero stati identificati i mandanti.
Almost one year after being found guilty in #Honduras, Roberto David Castillo Mejía, the former US-trained Honduran army intelligence officer and former DESA executive director, is sentenced to 22 1/2 years in prison for his role in the murder of #BertaCáceres. https://t.co/GqRv7OiUkD
Berta Cáceres era il volto più in vista, nonché tra le fondatrici, del Copinh e per l’opposizione al progetto di costruzione della diga Aqua Zarca, impattante progetto che avrebbe modificato in maniera irreversibile il corso del fiume Gualcarque, fiume sacro e centrale per la vita delle comunità Lenca, aveva ricevuto il Goldman Prize del 2015 e allo stesso tempo aveva iniziato a subire minacce e persecuzioni da parte di aguzzini della Desa.
Il 1 dicembre di quest’anno la procura, attraverso la divisione sui Delitti contro la vita, ha emesso un mandato di cattura nei confronti di Daniel Atala Midence, ex reggente finanziario della Desarrollos Energético, impresa titolare della concessione per la costruzione della diga Agua Zarca.La famiglia Atala Zablah, maggiori azionisti della società Desa e tra le più ricche ed influenti di tutto l’Honduras, era stata da sempre indicata dal Copinh e figlie di Berta Cáceres, Bertita, Laura e Olivia, come il punto di partenza dell’ordine di omicidio, e Daniel Atala era stato più volte denunciato, pubblicamente, come uno dei mandanti morali dell’esecuzione dell’attivista indigena.
Daniel Atala Midence was the financial manager of DESA, the company that tried to build the Agua Zarca dam without consent of Rio Blanco community. COPINH considers Daniel Ayala to be one of the intellectual authors of Berta’s murder #Hondurashttps://t.co/PwputuJ04h
L’accusa verso Daniel Atala, la mente dell’omicidio
Atala Midence, figlio di uno degli azionisti di maggioranza della Desa, era già stato indagato (e assolto), nel 2021, nel processo contro David Castillo, ed in quell’occasione fu anche chiamato a testimoniare. Dopo 93 mesi dall’omicidio, Daniel Atala viene ora accusato di aver coordinato iniziative per perseguire e criminalizzare i militanti del Copinh per conto della società per cui lavorava, coinvolgendo agenti di pubblica sicurezza. È sotto accusa anche per atti corruttivi per l’assegnazione del progetto idroelettrico Aqua Zarca, nonché di commenti razzisti contro le comunità Lenca del Rio Blanco.
Les presento al primer autor intelectual del asesinato de mi mamá #BertaCáceres. Su nombre es Daniel Atala y tiene orden de captura. pic.twitter.com/q9ldyp2PSN
Il Copinh e la famiglia di Berta hanno “scritto” sui social network che sperano che l’azione del Ministerio Pubblico non sia solamente esibizione mediatica e si aspettano l’arresto e quindi l’istruzione di un processo che dimostri le effettive responsabilità di Daniel Atala nella pianificazione e organizzazione dell’esecuzione di Berta Cáceres. Olivia Zúniga, una delle figlie dall’attivista indigena – ora ambasciatrice dell’Honduras a Cuba – su Twitter ha scritto “Non ho più voce. Le parole non trovano modo di uscire, sono troppe e diventano lacrime che esplodono come un fiume in piena, arginato e liberato. La strada è stata troppo lunga. Mamma, che il tuo spirito impedisca loro di nascondersi”.
L’anno che sta per concludersi fa ben sperare per il futuro dell’energia solare. I dati globali sul fotovoltaico crescono, gli esempi positivi si moltiplicano. Sebbene resti molto lavoro da fare, seguire il sole ci manterrà sulla strada giusta.
Climathon 2024 è l’hackaton che ha riunito giovani talenti a Courmayeur per sviluppare idee innovative e sostenibili, affrontando le sfide ambientali della montagna.
Dopo Milano, il progetto PiantiAmo il futuro di Nescafé arriva a Ferrara: piantato presso la Nuova Darsena il primo dei duecento nuovi alberi in città.
Sull’arcipelago di Mayotte, territorio d’oltremare dipendente dal governo francese, per ora si contano 15 morti e centinaia di feriti. I servizi essenziali sono al collasso.