Nel 2050, a causa delle conseguenze dei cambiamenti climatici, ben 5 miliardi di persone potrebbero soffrire la mancanza di acqua potabile. A lanciare l’allarme è un nuovo rapporto dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), che spiega in che modo siccità, inondazioni ed eventi estremi possano rendere le risorse idriche sempre più rare. Soprattutto per le nazioni più povere del mondo.
Il documento, intitolato “The State of Climate Services 2021: Water”, è stato pubblicato martedì 5 ottobre e ricorda che ad aggravare ulteriormente la situazione nei prossimi decenni saranno la crescita demografica (al 2050 le Nazioni Unite prevedono che la Terra sia popolata da 9,7 miliardi di persone) e la diminuzione delle risorse disponibili.
Inondazioni aumentate del 134 per cento dall’inizio del millennio
“A partire dagli anni Duemila – precisa l’Omm – il numero di catastrofi legate alle inondazioni è aumentato del 134 per cento, mentre la durata delle ondate di siccità lo ha fatto del 29 per cento”. Di conseguenza, “il numero di persone che soffrono a causa di tali eventi continua a crescere, mentre i sistemi di gestione e di previsione meteorologica e di allerta sono ancora insufficienti”.
Secondo Petteri Taalas, segretario generale dell’agenzia delle Nazioni Unite, la crescita della temperatura media globale sta provocando una modificazione del regime delle precipitazioni e, dunque, anche delle stagioni agricole. Per questa ragione, l’impatto sulla sicurezza alimentare e sulla salute umana sarà particolarmente forte.
2 miliardi di persone non hanno accesso sufficiente all’acqua
Lo stesso dirigente ha inoltre ricordato che i fenomeni meteorologici estremi che incidono direttamente sull’acqua, come nel caso delle inondazioni, sono sempre più frequenti. Si tratta di eventi che hanno colpito milioni di persone negli ultimi anni, provocando anche numerosi decessi. E non solo nelle nazioni più povere della terra: anche in Europa sono state registrate catastrofi, benché la mancanza di acqua sia un problema soprattutto per alcune nazioni, in particolare in Africa.
Secondo l’Omm sono più di 2 miliardi le persone che nel mondo non possono godere di un accesso sufficiente alle risorse idriche. Il che pone il Pianeta, secondo Taalas, “di fronte ad una crisi dell’acqua imminente”. I dati, infatti, mostrano che, nel 2018, 3,6 miliardi di persone hanno avuto problemi a trovare acqua potabile per almeno un mese nel corso dell’anno. Cifra che, appunto, potrebbe raggiungere i 5 miliardi entro il 2050. Il che, tra l’altro, indica quando il mondo sia lontano dal raggiungimento del sesto degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, che prevede appunto di garantire a tutti accesso all’acqua.
Le raccomandazioni dell’Omm ai governi
Il rapporto sottolinea inoltre come, nel corso degli ultimi 20 anni, le riserve di acque definite “territoriali”, ovvero provenienti dall’umidità del suolo, dal ghiaccio e dalla neve, siano diminuite costantemente. Con perdite particolarmente elevate in Groenlandia e nella regioneantartica. Un problema enorme, se si considera che soltanto lo 0,5 per cento dell’acqua esistente sulla Terra è potabile.
Per tutto ciò, l’Omm ha lanciato una serie di raccomandazioni indirizzate ai governi di tutto il mondo: per evitare il peggio occorre investire in una gestione integrata delle risorse idriche e mettere a disposizione sistemi di previsioni delle ondate di siccità e delle inondazioni, in particolare nei paesi meno sviluppati del mondo.
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