L’ondata di caldo che ha colpito l’Italia è entrata nel suo picco: molti record di temperature sono pronti a cadere: gli aggiornamenti in tempo reale.
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Roma da Eternal City, la città eterna, a Infernal City. Perfino il Times nei giorni scorsi, giocando con le parole, ha parlato del caldo record che sta colpendo l’Italia, oltre che il resto del mondo. E oggi, secondo tutte le previsioni, dovrebbe essere il giorno di maggiore picco: tra le 14 e le 15 la Capitale, da buona città infernale, dovrebbe toccare i 42 gradi, gli stessi che al momento si registrano per esempio nel deserto tunisino.
Ma ci sono luoghi meno famosi e meno turistici dove la situazione sarà anche peggiore: oltre i 40 gradi, dopo Roma, si toccheranno soprattutto al Sud e sulle isole maggiori come in Puglia (Foggia e Taranto), Sardegna (Olbia, Oristano, ma nelle zone interne anche 45-47 gradi come a Decimomannu), Sicilia (in provincia di Catania, Siracusa ed Enna). Cifre che, sottolinea Antonio Sanò, fondatore del sito IlMeteo.it “potrebbero far crollare alcuni primati storici. Il caldo e il calore dell’anticiclone africano Caronte stanno per raggiungere il loro picco risultando dunque da record. E di certo non si tratta di un record da festeggiare.
Record di caldo a Roma e in Catalogna
Quello appena concluso è stato giorno più caldo del record per Roma, con una incredibile massima di 42,9 gradi: battuto il record registrato lo scorso anno, di 40,8°, un margine enorme. Ma è stata anche la giornata più calda mai registrata per la Catalogna con 45.3. Ma è tutto il pianeta ad avere la febbre, non soltanto il Mediterraneo a causa dell’anticiclone Carone. La Cina ha registrato la sua temperatura più calda a livello nazionale con 52,2°C a Sinbao. Questa è una stazione meteo relativamente nuova in questa località, dunque non si possono fare troppi paragoni con il passato. Ma comunque, si tratta una dura ondata di caldo opprimente. I punti caldi della Death Valley in California sono saliti anche in questo caso sopra i 50. Secondo lo scienziato Scott Duncan “ci sono molte polemiche su quale davvero sia il record mondiale di temperature alte. Ma quello che è certo è che questa è un’altra feroce ondata di caldo che spinge la temperatura al limite del possibile sulla Terra”.
Domani bollino rosso in 21 città italiane
Bollino rosso ancora in 21 città italiane per domani, 19 luglio, secondo il bollettino del ministero della Salute. L’ondata di calore proveniente dal Sahara interesserà soprattutto il centro Italia, nella sua quai totalità, ma anche la Sicilia, la Sardegna, e poi Napoli, Trieste, Torino, Venezia. Il caldo dovrebbe attenuarsi leggermente giovedì 20 nelle regioni più settentrionale, ma perdurerà su tutto il resto del Paese.
A Catenanuova, in Sicilia, 42 gradi nel pomeriggio
Spetta a Catenanuova, in provincia di Enna, il record odierno di temperature: alle 16.30, nel comune siciliano si registravano infatti 42 gradi. Per domani, invece la massima prevista sarà di 43, la stessa di quella attesa in Sardegna, nel comune di Decimomannu.
Save the Children: caldo impatta sul benessere dei bambini
Le ondate di calore estremo, che in questi giorni stanno investendo anche il nostro Paese, hanno un impatto sul benessere di bambine, bambini e adolescenti. In Italia, la probabilità di eventi estremi legati alla crisi climatica è aumentata del 9 per cento in 20 anni e i più piccoli rischiano di subire in modo pesante i disagi che questo comporta. Questo l’allarme lanciato da Save the Children, che sottolinea che la crisi climatica è una vera e propria crisi dei diritti dell’infanzia e mette a rischio circa 1 miliardo di bambini – quasi metà della popolazione infantile mondiale – che vivono in Paesi ad alto rischio di subire gli impatti del cambiamento climatico e i minori già colpiti dalle disuguaglianze sono maggiormente a rischio. Secondo Save the Children “è necessario mettere in campo, da un lato, azioni di mitigazione per minimizzare l’impatto negativo del cambiamento climatico sui bambini più vulnerabili, a rischio di povertà ed esclusione sociale; dall’altro, interventi di adattamento che combinino la riduzione dei rischi ambientali con politiche sociali per l’infanzia e l’adolescenza più decise. È essenziale attuare una giusta transizione ecologica, che includa interventi contro la povertà multidimensionale, le disuguaglianze e l’ingiustizia climatica e intergenerazionale”.
I sindacati di base: "Stop ai lavori maggiormente a rischio"
L’Unione dei sindacati di base ha inviato una richiesta urgente al ministero della Salute e del Lavoro e agli affinché dispongano tempestivamente la sospensione delle attività maggiormente a rischio. L’Usb ricorda che “in caso di temperature eccessive (temperatura percepita oltre i 35°) è prevista l’attivazione della cassa integrazione per tutte quelle attività che vengono effettuate all’aperto, in condizioni climatiche pericolose per la salute”. L’Usb ha criticato questo limite, considerando comunque troppo alta la temperatura limite, mentre in altri paesi europei è fissata a 30°. I sindacati hanno inoltre richiesto di intervenire anche per la messa in sicurezza dei lavoratori e lavoratrici che svolgono servizi essenziali, costretti a lavorare anche in condizioni climatiche avverse, richiedendo ad esempio la riduzione delle attività, con lo stop nelle ore più calde, maggior frequenza di pause, la messa a disposizione di acqua e locali di ristoro, dove poter recuperare da un punto di vista psicofisico.
“Riteniamo vergognoso che, mentre si continui a morire di lavoro, come è accaduto qualche giorno fa a Lodi, dove un lavoratore di 44 anni è morto stroncato dal caldo mentre lavorava sotto il sole cocente per rifare la segnaletica stradale, il governo continui a non intervenire sulle aziende, pretendendo l’applicazione di norme peraltro già esistenti”.
L'Onu: "Prepariamoci a ondate di calore sempre più intense"
“Il mondo deve prepararsi ad affrontare ondate di calore sempre più intense, hanno avvertito le Nazioni Unite, mentre i Paesi dell’emisfero settentrionale sono stati colpiti da un’impennata delle temperature. “Questi eventi continueranno a crescere di intensità e il mondo deve prepararsi ad affrontare ondate di calore più intense”. Lo ha dichiarato a Ginevra John Nairn, consulente senior per il caldo estremo presso l‘Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni Unite.
Uova, latte e miele a rischio a causa del caldo
Il caldo africano di questi giorni taglia anche le produzioni di uova, latte e miele. Se nei pollai si registra un netto calo della produzione di uova, le api stremate dal caldo hanno smesso di volare e non svolgono più il prezioso lavoro di trasporto di nettare e polline. Con il termometro sopra i 40 gradi ci sono forti ripercussioni con la produzione di latte scesa di oltre il 10 per cento per le mucche nelle stalle mentre le pecore –sono costrette a migrare in altura per cercare pascoli verdi. Nelle stalle sono in funzione a pieno ritmo ventilatori e doccette refrigeranti per salvare le mucche che a causa dell’afa mangiano poco, bevono molto fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 di periodi normali e producono di meno visto che per loro il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi.
Con le elevate temperature in pericolo ci sono anche le colture nelle campagne dove gli agricoltori sono costretti a ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare i raccolti in sofferenza per le alte temperature, dagli ortaggi al mais, dalla soia al pomodoro poiché con le temperature superiori ai 35 gradi anche le piante sono a rischio colpi di calore e stress idrico che compromettono la crescita della frutta sugli alberi, bruciano gli ortaggi e danneggiano i cereali. L’ondata di calore africana è la punta dell’iceberg delle anomalie di questo pazzo 2023 che è stato segnato, fino ad ora, prima da una grave siccità che ha compromesso le coltivazioni in campo e poi per alcuni mesi dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi, precipitazioni abbondanti e basse temperature ed infine dal caldo torrido di luglio con danni all’agricoltura e alle infrastrutture rurali che supereranno i 6 miliardi dello scorso anno, dei quali oltre 1 miliardo solo per l’alluvione in Romagna.
Nei Pronto soccorso arriva il "codice calore"
Codice calore nei Pronto soccorso, attivazione degli ambulatori territoriali 7 giorni su 7 per almeno 12 ore per accessi relativi agli effetti del caldo, potenziamento del servizio di guardia medica, riattivazione delle Uscar (Unità speciali di continuità assistenziale regionale) per favorire l’assistenza domiciliare ed evitare l’accesso inappropriato ai Pronto Soccorso. Sono le raccomandazioni del ministero della Salute contenute nella circolare diramata il 17 luglio 2023 alle Regioni, per fronteggiare l’emergenza caldo e prevenire gli effetti delle ondate di calore che si stanno susseguendo in queste settimane. Nello specifico, per fronteggiare al meglio gli effetti del caldo sulla salute si invitano le Regioni a valutare la predisposizione di azioni organizzative per rafforzare la risposta ordinaria alle richieste di assistenza sanitaria, in particolare per i soggetti vulnerabili.
Tra queste, è fortemente raccomandata l’attivazione del “codice calore” ovvero un percorso assistenziale preferenziale e differenziato nei Pronto Soccorso. La circolare indica anche di dare massima diffusione alla campagna di comunicazione predisposta dal Ministero della Salute “Proteggiamoci dal caldo” per una capillare informazione ai cittadini sui comportamenti da adottare per affrontare e difendersi dall’ondata di calore.
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