Quest’estate è stata la più calda mai registrata e tutto fa pensare che il 2024 batterà ogni record di temperature: lo dice il servizio europeo Copernicus.
Le ondate di caldo aumenteranno ancora del 30 per cento. E la colpa è delle emissioni dovute all’uomo
Le ondate di caldo sono e saranno sempre di più, soprattutto in Europa. Lo prospettano diversi studi scientifici, sottolineando la responsabilità umana.
Il Regno Unito che, per la prima volta nella sua storia, registra temperature che sfondano il tetto dei 40 gradi centigradi. La California che va a fuoco, dopo tre anni di siccità ininterrotta e col termometro che segna 38 gradi centigradi nelle grandi città. Vaste aree dell’Europa, dalla Spagna all’Italia, flagellate da temperature torride e da decine di incendi. L’estate del 2022 ha già infranto parecchi record, per le lunghe e persistenti ondate di caldo. E siamo solo all’inizio, perché nei prossimi anni sono destinate ad aumentare ancora del 30 per cento. Tutto questo per colpa delle attività umane. È quanto emerge da diversi studi scientifici.
Le ondate di caldo diventeranno ancora più frequenti
Un team di ricercatori cinesi, per esempio, ha ricostruito quanto i modelli di circolazione atmosferica e le emissioni di CO2 di origine antropica abbiano inciso sulle temperature estreme che hanno colpito il nord America nel 2021. I risultati, pubblicati nella rivista Advances in atmospheric sciences, possono essere estesi anche ad altre ondate di caldo verificatesi in diverse zone del pianeta, Regno Unito compreso. E dimostrano che i gas serra sono stati la ragione primaria per l’aumento delle temperature avvenuto in passato, e continueranno a esserlo in futuro. Questo perché la cupola di calore, generatasi per la particolare conformazione di diverse masse di aria, è stata aggravata dal riscaldamento globale. Le simulazioni prospettano un incremento delle ondate di caldo estremo di oltre il 30 per cento nei prossimi anni.
L’Europa è ancora più esposta alle temperature roventi
L’Europa rischia di essere particolarmente esposta, si legge in una pubblicazione su Nature. Questo è dovuto al fatto che l’aumento della temperatura media abbia intensificato la cosiddetta corrente a getto, cioè la corrente aerea che soffia da ovest a est sull’oceano Atlantico: è chiamata jet stream, perché è stata scoperta dai piloti militari che volavano ad alta quota durante la seconda guerra mondiale e tuttora influisce fortemente sulle rotte dei voli aerei. Sull’Eurasia, nello specifico, le occorrenze della doppia corrente a getto spiegano fino al 35 per cento della variabilità della temperatura. Per questo motivo l’Europa può essere identificata come un vero e proprio hotspot per le ondate di caldo, il cui trend di crescita è stato da 3 a 4 volte più veloce rispetto a quella registrata alle altre latitudini settentrionali (per esempio negli Stati Uniti) nel corso degli ultimi 42 anni.
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