A Lisbona sono iniziati i lavori della conferenza Onu sugli oceani.
Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha affermato che i nostri mari versano in uno stato di emergenza.
Gli stati membri dell’organizzazione devono raggiungere un accordo vincolante per proteggere le acque del globo.
I nostri mari sono in uno stato di emergenza. Lo ha reso noto il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, durante la conferenza dell’Onu sugli oceani in corso a Lisbona, in Portogallo.
“Purtroppo, abbiamo dato per scontato il tema della protezione degli oceani e oggi affrontiamo quello che chiamerei proprio un oceano di emergenza. Dobbiamo invertire la tendenza”. Guterres ha esortato i governi a fare di più per ripristinare la salute di questi preziosi ecosistemi.
Solamente l’1 per cento delle acque internazionali è protetto
António Guterres – che è nato a Lisbona – ha inaugurato i lavori della conferenza citando uno dei poeti più famosi del Portogallo, Fernando Pessoa: “Dio ha voluto che la Terra fosse una cosa sola. Che il mare unisca, non separi più”. Nella stessa occasione, il segretario ha messo in evidenza che l’egoismo di alcune nazioni sta ostacolando gli sforzi per arrivare a un trattato atteso da molto tempo per proteggere gli oceani del mondo.
A marzo, infatti, gli stati membri delle Nazioni Unite sono stati criticati da scienziati e ambientalisti per non aver raggiunto un accordo comune sulla protezione del mare da sfruttamento e inquinamento. Del 64 per cento dell’oceano oltre i limiti territoriali, infatti, solo l’1,2 per cento è attualmente protetto.
Acidificazione, inquinamento e biodiversità in declino rappresentano grossi problemi
Le minacce dalle quali proteggere gli oceani sono tante. L’inquinamento marino è in aumento e la biodiversità in declino, inclusi squali e razze, le cui popolazioni sono crollate di oltre il 70 per cento negli ultimi cinquant’anni.
Quasi l’80 per cento delle acque reflue del mondo viene scaricato in mare senza ricevere alcun trattamento, mentre almeno otto milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani ogni anno. Senza un’azione drastica, la plastica potrebbe superare tutti i pesci nell’oceano entro il 2050.
Il riscaldamento degli oceani e la loro progressiva acidificazione hanno raggiunto livelli record nel 2021, secondo lo stato del rapporto sul clima globale dell’Organizzazione meteorologica mondiale.
We have taken the ocean for granted, and now we face an ocean emergency.
I am urging all participants at the UN Ocean Conference to right these wrongs & do our part for the ocean.
Bisogna aumentare i fondi dedicati alla sostenibilità degli oceani
Durante il primo giorno di conferenze, Guterres ha ricordato i progressi raggiunti dall’ultima conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani del 2017, in particolare quelli per limitare i sussidi alla pesca dannosi. Ma ora è necessario che i governi aumentino le loro ambizioni, inclusi maggiori finanziamenti per l’innovazione scientifica in questo campo. Infatti, al centro degli incontri di Lisbona c’è l’esigenza di incrementare le conoscenze scientifiche e tecnologiche al fine di costruire un sistema di resilienza degli oceani. A questo proposito, Guterres ha chiesto che venga mappato l’80 per cento dei fondali marini entro il 2030.
Una gestione più sostenibile dei mari potrebbe incrementare di sei volte la produzione di cibo rispetto ai livelli attuali e generare una quantità quaranta volte superiore di energia rinnovabile, oltre a proteggere gli abitanti delle zone costiere dagli effetti delle inondazioni. Più di 3,5 miliardi di persone dipendono dall’oceano per la sicurezza alimentare, mentre 120 milioni lavorano direttamente in attività legate alla pesca e all’acquacoltura, la maggior parte nei piccoli stati insulari e nei paesi meno sviluppati.
Non si investe a sufficienza nella protezione dei mari
Tuttavia, come ha spiegato ancora Guterres, il quattordicesimo Sdg (Obiettivo di sviluppo sostenibile), dedicato alla conservazione e all’utilizzo sostenibile dei mari, è il meno finanziato fra tutti gli obiettivi.
La bozza di dichiarazione della conferenza di Lisbona, che terminerà il 1 luglio 2022, riconosce il fallimento collettivo del mondo nel raggiungere l’Sdg 14 e si impegna a invertire la tendenza, ma non spiega come. Inoltre, c’è un riferimento alla necessità di finanziare i paesi in via di sviluppo per aiutarli a creare le aree marine protette.
Terminati i lavori in Portogallo, ad agosto si apriranno i negoziati tra gli stati membri presso la sede dell’Onu a New York, dove verranno discusse le misure vincolanti per arrivare a proteggerealmeno il 30 per cento degli oceani entro il 2030.
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