La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
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L’iniziativa delle Nazioni Unite nella “Grande mela”: dal 21 al 24 settembre un video e una serie di sculture per promuovere la salvaguardia della biodiversità.
Il Palazzo di vetro, simbolo e sede principale delle Nazioni Unite (Onu) nella città statunitense di New York, si accende per sensibilizzare cittadini e leader politici riguardo ai rischi a cui sono esposti i nostri oceani a causa dell’inquinamento e della crisi climatica.
Un video dedicato proprio all’ecosistema marino, parte del progetto Interspecies assembly, verrà proiettato sulla facciata dell’edificio tra il 22 e il 24 settembre, quando sarà in corso la 76esima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Contemporaneamente, una serie di sculture create appositamente per l’iniziativa saranno esposte a Central park.
Il progetto artistico è stato realizzato da Superflex, collettivo d’arte danese, sotto commissione di Art 2030, un’organizzazione non-profit che interseca il lavoro creativo con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile per il 2030 proposti dall’Onu.
Il video – intitolato Vertical migration – mostra un gruppo di sifonofori muoversi nelle profondità dell’oceano: si tratta di invertebrati marini la cui sopravvivenza si basa in gran parte su un’organizzazione di tipo coloniale, e rappresentano quindi metaforicamente l’importanza del lavoro di squadra e i risultati a cui questo può portare.
Il significato simbolico dell’installazione è chiaro: mentre i leader mondiali si riuniscono nelle stanze del palazzo, gli animali marini proiettati all’esterno ricordano l’importanza della collaborazione per la salvaguardia di tutte le specie che abitano sulla Terra.
“Il progetto Interspecies assembly ci ricorda le responsabilità che abbiamo nei confronti del Pianeta e della sua biodiversità. È un’interpretazione simbolica del messaggio della natura indirizzato ai leder mondiali, per invitarli a prendere decisioni che riflettano questo senso del dovere”, ha infatti commentato Melissa Fleming, sottosegretaria generale per le Comunicazioni globali alle Nazioni Unite.
La proiezione del video sarà accompagnata dall’esposizione temporanea, a Central park, di una serie di sculture create appositamente per l’evento. L’installazione, intitolata proprio Interspecies assembly, si compone di sculture in marmo rosa pensate per favorire l’interazione tra specie e creare un ambiente favorevole allo sviluppo di diverse forme di vita.
Il tempismo e l’argomento scelti per le due installazioni non sono casuali: i nostri oceani – e, in generale, la biodiversità e i già fragili ecosistemi che convivono sul Pianeta – sono sempre più esposti alle conseguenze dei cambiamenti climatici e ai pericoli dell’inquinamento ambientale.
Secondo uno studio della Piattaforma intergovernativa per i servizi sulla biodiversità e gli ecosistemi (Ipbes) – un organismo indipendente sotto l’ombrello delle Nazioni Unite – oggi fino a un milione di specie animali e vegetali potrebbero essere a rischio di estinzione.
Il riscaldamento globale sta inoltre facendo aumentare notevolmente la temperatura delle acque, mettendo a rischio i delicati equilibri che governano gli ecosistemi marini. A questo si aggiungono la fusione dei ghiacci, che contribuisce all’innalzamento del livello dei mari, e il problema dell’inquinamento e della presenza ormai fuori controllo di plastica nelle acque.
Le crisi ambientali e climatiche che caratterizzano il nostro tempo sono una conseguenza diretta delle azioni umane e dei ritmi insostenibili di consumo e produzione diventati la normalità in molte parti del mondo. Questo, di conseguenza, complica il raggiungimento degli obiettivi fissati con l’Accordo sul clima di Parigi, e le Nazioni Unite hanno in programma di elencare una serie di nuovi propositi decennali durante le Conferenze sulla biodiversità in programma per i prossimi mesi. Il tempo, però, diventa sempre più tiranno.
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