L’Assemblea generale dell’Onu ha dato mandato alla Corte internazionale di giustizia di valutare le conseguenze legali dell’occupazione dei territori palestinesi da parte di Israele.
I voti a favore della risoluzione dell’Onu su Israele sono stati 86, gli astenuti 53. Tra i 26 stati contrari c’è l’Italia.
In passato la Corte ha definito “occupazione” quella di Israele in Cisgiordania. Nel 2004 ha definito illegale il muro di separazione.
In questi giorni si è insediato in Israele il sesto governo Netanyahu, che vuole espandere ulteriormente le colonie in Palestina.
L’Onu ha chiesto alla Corte internazionale di giustizia di valutare le conseguenze legali dell’occupazione dei territori della Palestina da parte di Israele. La risoluzione arriva proprio mentre in Israele si sta insediando il sesto governo di Benyamin Netanyahu, considerato il più estremista di tutti. E il premier ha definito la presa di posizione dell’Assemblea generale dell’Onu “vergognosa”.
La risoluzione Onu contro Israele
L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato una risoluzione che chiede alla Corte internazionale di giustizia dell’Aja di esprimere una valutazione sulle politiche israeliane nei territori palestinesi. I voti a favore sono stati 86, gli astenuti 53. Tra i 26 stati contrari c’è l’Italia.
Nel testo si denuncia un’attività prolungata di “occupazione, insediamento e annessione” da parte di Israele. E si sottolinea che questo ha modificato e alterato anche la composizione demografica, lo status e il carattere della città di Gerusalemme. La Corte storicamente si occupa delle dispute tra stati e in passato è intervenuta diverse volte contro Israele e le sue politiche. L’ultima volta che si era occupata della questione palestinese è stato nel 2004, quando è stata chiamata a esprimersi sul muro costruito da Israele a Gerusalemme Est e in Cisgiordania. In quell’occasione i giudici definirono la fortificazione illegale.
Riyad Mansour, ambasciatore palestinese all’Assemblea generale dell’Onu, ha evidenziato l’importanza che questo voto sia arrivato proprio in concomitanza con l’insediamento del nuovo esecutivo in Israele, “che mira ad accelerare le sue politiche colonialiste e razziste contro il popolo palestinese”.
Le colonie in Palestina
“Il popolo ebraico non sta occupando la sua terra e non sta occupando la sua eterna capitale Gerusalemme. Nessuna risoluzione dell’Onu può distorcere questa verità storica”, ha detto il premier Benyamin Netanyahu, che ha definito vergognosa la presa di posizione dell’Assemblea generale. Eppure il colonialismo israeliano nei territori palestinesi è un fatto oggettivo.
A partire dalla guerra dei sei giorni del 1967 Israele ha continuato a rosicchiare nuove terre della Cisgiordania e a isolare il popolo palestinese. Gli insediamenti sono circa 280, alcuni ufficiali mentre altri autonomi e nemmeno riconosciuti da Tel Aviv, e ospitano quasi mezzo milione di persone, circa il 15 per cento della popolazione dell’area. Questa colonizzazione ha comportato e continua a comportare l’espropriazione di case e terreni a danno degli abitanti autoctoni palestinesi, che sono anche fortemente limitati nella libertà di movimento.
Numerose ong hanno sottolineato la situazione drammatica della popolazione palestinese a Gaza, chiedendo a Israele di rispettare il diritto umanitario.
Il presidente Biden ha annunciato nuovi aiuti all’agenzia Onu per la Palestina, sconfessando la sospensione dei finanziamenti voluta da Trump nel 2018.
Un rapporto delle Nazioni Unite condanna i colpi sparati dai soldati dello stato di Israele, che hanno provocato 189 morti e 6.100 feriti tra i palestinesi.
Il presidente Sergio Mattarella è stato in Medio Oriente per parlare di Unesco con Israele e spingere, insieme alla Palestina, per la soluzione dei due stati.
La risoluzione Unesco parla di Palestina occupata e chiede a Israele di rispettare i patti sulla Spianata delle moschee, a Gerusalemme. L’Europa, Italia in testa, non ci sta.
Settembre si è chiuso con l’innalzamento della bandiera palestinese alle Nazioni Unite, ma il mese che è appena cominciato ha visto un’intensificazione della violenza in Cisgiordania, la parte più estesa dei Territori palestinesi. Scontri tra palestinesi e l’esercito israeliano hanno causato la morte di due adolescenti palestinesi e ferito quasi 500 loro connazionali. Altri due adolescenti palestinesi sono