Il passaggio dall’ora solare a quella legale, e viceversa, fa risparmiare all’Italia molta elettricità ed evita di immettere in atmosfera tonnellate di anidride carbonica. Il meccanismo però rischia di cambiare.
Negli ultimi sette mesi l’Italiaha risparmiato 400 milioni di kilowattora (kWh) di elettricità e, conseguentemente, abbiamo evitato di immettere in atmosfera 205mila tonnellate di anidride carbonica (CO2). Come? Semplicemente spostando avanti di un’ora le lancette e adottando l’ora legale.
Ora legale e risparmio di elettricità, i dati Terna
Il bilancio di Terna, il gestore della rete elettrica nazionale, è arrivato in occasione del cambio dell’ora, avvenuto alle 3:00 di domenica 25 ottobre. In totale, dall’ultima domenica di marzo 2020 all’ultima di ottobre 2020, circa 150mila famiglie hanno risparmiato 66 milioni di euro. I picchi di convenienza si sono registrati ad aprile e a ottobre, mesi durante i quali si usa maggiormente la luce artificiale per effetto della minore disponibilità di quella naturale. Da evidenziare, però, che il risparmio è stato complessivamente inferiore allo stesso periodo del 2019, anno in cui ha toccato i 100 milioni di euro, per gli effetti delle misure nazionali di contenimento del Sars-Cov-2. I numeri sono da interpretare alla luce dei mesi appena trascorsi, con le giornate scandite dal lavoro agile e dalla didattica a distanza.
Il 25/10 torna l’#orasolare. Nei 7 mesi di ora legale sono stati risparmiati 66 mln di euro con 400 mln di kWh consumati in meno, pari a 205 mila tonnellate di emissioni di CO2. Dal 2004 i benefici per il sistema elettrico sono superiori a 1,7 mld di euro https://t.co/NSZ8upU60Xpic.twitter.com/pRbsmwJpQu
Il calcolo di Terna sui risparmi di elettricità conseguiti con l’ora legale ha tenuto conto del costo medio del kWh pari a 16,5 centesimi di euro, al lordo delle imposte. Il costo fa riferimento a un cliente domestico che ha siglato un contratto nel servizio di maggior tutela, o mercato tutelato, che differisce dal libero mercato in quanto la fluttuazione del prezzo è stabilita dall’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente. L’Arera è l’organo che a livello nazionale si occupa di svolgere attività di regolazione e controllo nei settori dell’energia elettrica, del gas naturale, dei servizi idrici, del ciclo dei rifiuti e del teleriscaldamento. Dal 2014 al 2020, aggiunge il gestore della rete, il risparmio derivante dall’adozione dell’ora legale è di 10 miliardi di kWh e 1 miliardi e 720 milioni di euro.
L’Europa discute se mantenere il cambio dell’ora
Quella tra la notte del 24 e la mattina del 25 ottobre potrebbe essere stata l’ultima volta che abbiamo spostato indietro le lancette. Le disposizioni relative al cambio dell’ora sono state unificate per la prima volta all’interno dell’Unione europea nel 1980, ma cambieranno presto. Nell’estate del 2018 il Parlamento europeo, in base ai risultati di una consultazione pubblica, cioè di raccolta dell’opinione dei cittadini, ha stabilito per ogni Stato membro la possibilità di abolire o mantenere il cambio dell’ora. A marzo 2019 ha votato una risoluzione legislativa per avallare la fine del meccanismo, in accordo anche la posizione assunta dalla Commissione europea.
Sono ora in corso i negoziati con i ministri europei, riuniti nel Consiglio, per definire la versione finale della normativa e garantire che chi sceglie di abolire il cambio dell’ora adotti per tutto l’anno l’ora legale o l’ora solare. I paesi nordici, come la Finlandia, avvantaggiati dalla prossimità al polo Nord, hanno giornate più lunghe rispetto al resto d’Europa e preferiscono mantenere l’ora solare. I paesi mediterranei, tra cui la Francia, sono affezionati all’ora legale che garantisce loro un numero maggiore di ore utili alle attività produttive.
La posizione dell’Italia
Nel mezzo c’è l’Italia che, numeri alla mano, resta fedele alle regole attuali. Utile guardare anche ai dati che riportano i risultati conseguiti in termini di risparmio di elettricità con l’adozione dell’ora solare. Nei mesi invernali del 2019 il paese ha registrato un risparmio di 505 milioni di kWh, l’equivalente di 250mila tonnellate di CO2 evitate all’atmosfera. Ciò significa che circa 190mila famiglie hanno risparmiato 100 milioni di euro. Con un decremento dei consumi elettrici di circa 9,6 miliardi di kWh tra il 2004 e il 2019, pari alla richiesta annua di energia elettrica di un’area estesa quanto la Sardegna, il risparmio economico è da capogiro: supera 1,6 miliardi di euro.
Resta il fatto che i benefici derivanti dal cambio dell’ora differiscono tra i paesi che occupano la parte settentrionale e meridionale del continente. Da parte degli europarlamentari c’è la volontà di evitare che il mercato interno sia turbato profondamente dalle decisioni che saranno assunte dai singoli Stati, considerato che si rischia di girare le lancette ogni volta che si varcherà un confine. In ogni caso, la volontà dichiarata è quella di ridurre il consumo di materie prime e, quindi, di tutelare la salute nostra e del pianeta che ci ospita.
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