L’orsa Jj4 e l’orso Mj5 non saranno abbattuti almeno fino al 27 giugno. Lo ha decisio il Tar di Trento, accogliendo le istanze dei gruppi animalisti.
Il Tar di Trento ha sospeso il decreto di abbattimento per gli orsi Jj4 e Mj5. La decisione è arrivata questa mattina, dopo che ieri il tribunale regionale aveva esaminato attentamente il caso e le richieste delle associazioni ambientaliste, rinviando la sentenza. A rendere nota la decisione sono state proprio le associazioni che avevano presentato ricorso, a partire dalla Leal Odv: “Siamo felicissime del risultato raggiunto. L’orsa Jj4 al momento è salva e auspichiamo e crediamo fermamente che continuerà ad esserlo. E come lei gli altri orsi – dicono i due legali Continueremo nel percorso intrapreso affinchè gli animali non siano più il capro espiatorio di omissioni e/o errori umani”, hanno fatto sapere Rosaria Loprete e Giada Bernardi, rappresentanti legali di Leal Odv.
Il provvedimento del tribunale, che ha così accolto la domanda cautelare proposta dagli animalisti, durerà fino al 27 giugno, giorno ultimo a disposizone per le parti per avanzare richieste aggiuntive. Il tempo necessario, sperano le associazioni, per trovare agli orsi una nuova destinazione: “Le possibilità di trasferirli sono concrete e reali e Lav depositerà l’approfondimento richiesto del progetto per portare in salvo gli animali in un rifugio santuario sicuro, sostenendone interamente le spese” ha fatto sapere la Lega Anti Vivisezione in un comunicato.
La morte di Andrea Papi e la polemica sull’orsa Jj4
Il caso dell’orsa Jj4 era iniziato lo scorso 5 aprile, quando il 26 anni Andrea Papi era stato aggredito e ucciso da un orso – poi rivelatosi essere un’orsa, denominata con la sigla Jj4 – mentre stava correndo nei boschi a ridosso di Caldes in Val di Sole, in provincia di Trento. Nelle ore successive alla morte del ragazzo, la prima vittima di un orso in oltre mezzo secolo, è montato un vero e proprio caso politico mediatico legato alla presenza dei cosiddetti “orsi problematici” nei boschi del Trentino Alto-Adige. Una polemica che si è velocemente allargata alla sfera politica inasprendo i toni del dibattito. In rappresentanza di una parte della comunità montana, scioccata ma anche impaurita dall’accaduto, sono arrivate le parole del presidente della Provincia Autonoma di Trento, il leghista Maurizio Fugatti, che è ricorso a numerose ordinanze e decreti di abbattimento nei confronti di Jj4 e di un altro esemplare, identificato con la sigla Mj5, ritenuto responsabile del ferimento di un escursionista a inizio marzo.
Contro le posizioni di Fugatti si sono scagliate le organizzazioni animaliste – dalla Lega Anti Vivisezione (Lav), all’Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa) – che stanno opponendo con forza all’abbattimento. Il 14 aprile scorso il Tar di Trento aveva dato un primo parere sospendendo l’ordinanza di abbattimento per Jj4 emanata da Fugatti solo 6 giorni prima, accogliendo il ricorso della Lav. Il 19 aprile si è venuto a sapere della cattura di Jj4 da parte di un veterinario. In conferenza stampa Fugatti ha comunicato che l’animale sarebbe stato abbattuto mediante eutanasia. Qualche giorno più tardi però era arrivata una nuova sentenza del Tar, che ha sospeso anche il decreto di abbattimento emesso dalla Provincia Autonoma di Trento, accogliendo il ricorso di Enpa e di altre due associazioni.
Nel frattempo, l’orso viene portato al centro faunistico del Casteller, che gli animalisti definiscono un “lager”, e sottoposto ad un rigido isolamento in gabbia. Le autorità hanno limitato l’ingresso alla struttra, salvo pochi soggetti autorizzati. Nei giorni successivi si sono moltiplicati i presidi animalisti all’esterno del centro, che chiedono la liberazione immediata dell’orsa.
Il presidio della Lav contro il presidente provinciale Fugatti
Nel corso della riunione della camera di consiglio di giovedì 25 maggio, il giorno prima della sentenza, alcune associazioni animaliste sono tornate a farsi sentire davanti alla sede del Tar. Capitanati dalla Lega Anti Vivivsezione (Lav) hanno partecipato ad una manifestazione di una cinquantina di persone – ha riferito l’Ansa – con striscioni e manifesti contro l’attuale giunta provinciale. Tra le richieste degli animalisti ci sono infatti le dimissioni di Fugatti e dell’assessora alla caccia e pesca, Giulia Zanotelli.
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