La campagna Vote for animals, promossa da Lav e altre organizzazioni, mira a far assumere a candidati e partiti un impegno maggiore sul tema dei diritti animali.
Liberato anche l’ultimo orso della luna della provincia di Son La, in Vietnam
Nella provincia di Son La, in Vietnam, non ci sono più orsi nelle fattorie della bile. L’ultimo esemplare è stato liberato dall’associazione Four Paws.
- Tu do era l’ultimo orso della luna prigioniero nelle fattorie della bile di Son La, una provincia vietnamita.
- Dopo la sua liberazione è stata portata in un santuario dove comincerà un percorso riabilitativo.
- 40 province su 63 hanno chiuso tutte le loro fattorie della bile, ma manca ancora un impegno concreto da parte della capitale Hanoi.
- Il numero di orsi tenuti prigionieri è sceso da 4.300 a 324 nell’ottobre di quest’anno.
L’orsa Tu Do è libera. Questo esemplare di orso tibetano di circa vent’anni era rinchiuso in una piccola cella in un giardino privato nella provincia di Son La, nel nordovest del Vietnam. Qui per anni ha dovuto subire la dolorosa estrazione della bile, una pratica ancora diffusa in alcuni paesi asiatici, fino a quando l’organizzazione internazionale Four Paws è riuscita a portarla in salvo. L’orsa riceverà ora le cure mediche di cui ha bisogno e trascorrerà il resto della sua vita nel santuario Ninh Binh, al sicuro. Ma a questa buona notizia se ne aggiunge un’altra perché con la sua liberazione, non ci sono più orsi della luna a Son La: Tu Do era l’ultimo esemplare da liberare in tutta la provincia.
Chiudere le fattorie della bile per salvare gli orsi della luna in Vietnam
Tu Do è il ventesimo orso portato in salvo da Four Paws in Vietnam e il cinquantesimo se si considerano anche quelli provenienti da altri paesi. “Il suo salvataggio è andato benissimo. Quando siamo arrivati era calma, amichevole e incuriosita dalla nostra presenza. È un orso piuttosto minuto ed è anche un po’ sottopeso”, ha fatto sapere l’associazione in un comunicato stampa. Il controllo medico ha rivelato che, come molti animali salvati da queste condizioni, soffre di problemi alla cistifellea e molto probabilmente dovrà subire un intervento in futuro. A questo si aggiungono anche problemi al fegato e ai denti. “Le daremo le cure di cui ha bisogno e cominceremo subito la sua riabilitazione”, ha spiegato Emily Lloyds, Animal manager al santuario Ninh Binh.
Gli orsi tibetani (Urssus thibetanus) sono chiamati anche orsi della luna per via del collare bianco che hanno sul petto a forma di mezza luna. In diversi paesi dell’Asia, come Cina e Vietnam, sono segregati a vita nelle famigerate fattorie della bile dove vengono letteralmente spremuti per ricavare l’acido ursodesossicolico, utilizzato da migliaia di anni dalla medicina tradizionale asiatica per il trattamento di patologie riguardanti il fegato e la cistifellea e impiegato attualmente anche per produrre una pomata contro le emorroidi e uno shampoo.
Un tempo la bile si otteneva uccidendo gli orsi allo stato brado, ma negli anni Ottanta sono iniziate a sorgere le cosiddette fattorie della bile, ideate per poterla estrarre durante tutta la durata della vita degli orsi.
In 40 province su 63 non ci sono più fattorie della bile
Nel 2005 il Vietnam ha deciso di vietare il possesso e la vendita di bile, una mossa che ha contribuito a diminuire drasticamente il numero di orsi tenuti prigionieri, che è sceso da 4.300 a 324 nell’ottobre di quest’anno. “Molte province si sono impegnate concretamente per mettere la parola fine a queste fattorie”, ha spiegato Barbara van Genne, responsabile delle operazioni di salvataggio di Four Paws. Oggi, infatti, questi luoghi non ci sono più in 40 province su 63, ma il problema rimane concentrato soprattutto nella capitale. “Hanoi non si è impegnata a sufficienza e questo riflette una scarsa attenzione per il problema da parte del governo. Non ci sono motivi per continuare con questa crudele pratica”, conclude.
Secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista Conservation & society, anche chi consuma ancora prodotti contenenti la bile sarebbe disposto a sostituirli con alternative prive di derivati animali o con farmaci occidentali. Per questo l’associazione sta facendo pressioni affinché questa pratica venga fermata definitivamente entro il 2025.
Una nuova vita nel santuario
Intanto, Tu Do è stata portata nel santuario Ninh Binh che a marzo di quest’anno aveva accolto anche Xuan e Mo, altri due plantigradi con una storia simile. La struttura non si occupa solo di riabilitare gli orsi, ma lavora soprattutto come centro educativo per diffondere maggiore consapevolezza sulle specie selvatiche e sulla loro conservazione. Così che il destino delle future generazioni di orsi e di esseri umani possa essere migliore.
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