Prima gli orsi e adesso i lupi: il Trentino Alto Adige è in guerra con la natura

Dopo l’abbattimento dell’orsa KJ1 ordinato dalla provincia autonoma di Trento, ora quella di Bolzano ordina l’uccisione di due lupi.

Aggiornamento del 14 agosto, ore 17:45: Il Tar di Bolzano ha accolto il ricorso urgente presentato da LNDC Animal Protection e WWF Italia contro la decisione del Presidente della Provincia di Bolzano di uccidere due lupi della Val Venosta a seguito di alcune predazioni avvenute nei mesi scorsi, sospendendo il tutto fino all’udienza collegiale del 10 settembre.

  • La Provincia autonoma di Bolzano ha autorizzato l’abbattimento di due lupi.
  • I lupi hanno attaccato le greggi e i pascoli in almeno nove episodi documentati.
  • Le associazioni impegnate nella difesa degli animali stanno preparando ricorso al Tar.

Dopo l’abbattimento dell’orsa Kj1 da parte della Provincia autonoma di Trento, ora è la provincia di Bolzano a dichiarare guerra agli animali selvatici: infatti, Arno Kompatscher, presidente della Provincia autonoma di Bolzano, ha autorizzato l’uccisione di due lupi in Val Venosta.

Non è la prima volta che Bolzano prova ad abbattere dei lupi, ma lo scorso anno due ricorsi al Tar presentati dalle associazioni animaliste erano stati accolti bloccando due ordinanze di abbattimento. Insomma, un copione identico a quello che ha portato all’uccisione di Kj1.

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I lupi hanno un ruolo ecologico importante © THOMAS KIENZLE/AFP/Getty Images

Perché Bolzano vuole abbattere due lupi

La decisione da parte della Provincia di Bolzano arriva dopo gli attacchi che i lupi hanno intrapreso nei confronti delle greggi e dei pascoli di montagna nell’Alta Val Venosta. I due lupi da abbattere sarebbero scelti a caso: lo conferma lo stesso ufficio stampa della Provincia automa quando scrive che saranno prelevati due lupi tra quelli considerati “colpevoli” della predazione di 30 animali allevati, avvenuta in nove eventi in tre diversi alpeggi nei territori comunali di Malles (frazione di Planol) e Curon.

L’autorizzazione al “prelievo tramite abbattimento di 2 lupi” è pubblicata sul sito della Provincia autonoma di Bolzano e nel testo si legge che “il prelievo di 2, 4 o 6 lupi non arriva a minacciare lo stato di conservazione della popolazione dei lupi a livello locale (Provincia di Bolzano), regionale (Province di Trento e Bolzano) e biogeografico (arco alpino)”. Tale parere è stato espresso in accordo con diversi scienziati tra cui il professor Klaus Hackländer, responsabile dell’Istituto di biologia della fauna selvatica e gestione della caccia presso l’Università di risorse naturali e scienze della vita di Vienna.

Le associazioni preparano l’ennesimo ricorso al Tar

Eppure, sull’effettivo numero di lupi in Val Venosta si hanno poche informazioni, come conferma l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) che avrebbe dichiarato il prelievo conforme alla legge provinciale, ma senza fornire una valutazione scientifica. “Non è chiaro come siano stati individuati i criteri di predazione introdotti dalla norma e inoltre tali criteri non definiscono la dimensione dell’area oggetto del danno. Questi due aspetti non rendono possibile valutare adeguatamente da parte di questo Istituto la sussistenza del primo requisito richiesto dalla norma comunitaria”, scrive l’Ispra. Insomma, dalla lettura del parere rilasciato dall’Ispra, emerge chiaramente che il massimo ente nazionale deputato alla valutazione dell’atto prodotto dalla provincia di Bolzano, non è in grado di valutare il rispetto della norma comunitaria, sulla base degli elementi messi a disposizione dalla Provincia. “Come dire che Bolzano potrebbe rendersi responsabile della violazione della Direttiva Habitat che garantisce la tutela dei lupi a livello unionale”, spiegano dalla Lav. “In particolare, in riferimento alla legge provinciale che lo scorso anno aveva istituito le cosiddette “zone pascolive protette” – ben il 98 per cento delle malghe presenti sul territorio – diventa legittima l’uccisione dei lupi senza neppure provare a utilizzare le misure di prevenzione, quali recinzioni elettrificate e cani da guardiania”.

“Il nostro team legale è già al lavoro per depositare ricorso al Tar contro questa ennesima scelta scellerata di un’amministrazione che non vuole adeguarsi alle normative nazionali e comunitarie, che non vuole riconoscere lo status di protezione del lupo e la sua importanza a livello ambientale e soprattutto che non vuole riconoscere il suo diritto a esistere nel mondo facendo quello che fa un animale selvatico”, afferma Piera Rosati, presidente Lndc Animal Protection. “Come sempre, nelle menti di chi prende queste decisioni c’è soltanto l’uomo e il suo presunto predominio sull’ambiente, sugli animali e su tutto il creato. Una visione arrogante e antiquata che vogliamo contrastare in tutti i modi. Dobbiamo imparare a convivere con gli altri animali e rispettarli, soprattutto se decidiamo di invadere i loro spazi”.

Il lupo è un animale protetto e per procedere all’abbattimento è necessario che sussista una conclamata pericolosità per l’essere umano, oppure un ingente danno economico derivante dalle predazioni, a patto che non sia evitabile in nessun altro modo. Significa che prima di abbattere i due lupi, l’allevatore deve dimostrare di aver fatto tutto ciò che era in suo potere per evitare i danni da parte degli animali. È questo il terreno di scontro che vede contrapposti gli attivisti e l’amministrazione di Bolzano.

 

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