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Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile 2017: due anni dopo Expo, l’interesse si consolida
L’energia è il tema più sentito dagli italiani quando si parla di sostenibilità. I dati del terzo Osservatorio nazionale sugli stili di vita sostenibile godono della “coda lunga” di Expo Milano 2015.
Quando si parla di sostenibilità, in cima alla lista dei temi più urgenti ci sono gli investimenti nelle fonti di energia pulita e rinnovabile, segnalato dal 90 per cento degli italiani. Non solo, entrando nello specifico, il 93 per cento pensa che investire nel sole e nel vento sia utile per porre fine alla dipendenza dai combustibili fossili, come il petrolio e il carbone, e per rilanciare l’economia nazionale. Questo è forse il dato più significativo della terza edizione dell’Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile presentato il 30 marzo e sembra essere speculare al fatto considerato più rilevante: l’allarme smog nelle grandi città. Nata nel 2015 dalla collaborazione tra LifeGate e l’Istituto di ricerca Eumetra Monterosa, quest’anno l’indagine è patrocinata dalla Commissione europea e sostenuta da Best Western, Ricola, Unipol Gruppo, Vaillant e Lavazza chiamando in causa mille italiani in rappresentanza della popolazione italiana sui temi, le parole e i concetti legati alla sostenibilità.
Expo Milano 2015 ha lasciato il segno nei gesti degli italiani
Dai nuovi risultati, è chiaro che la sostenibilità è ciò che muove quasi 30 milioni di italiani (pari al 59 per cento della popolazione) nei loro acquisti e nei comportamenti quotidiani. Dall’alimentazione ai prodotti per la casa, dalla mobilità al turismo, passando per le scelte di investimento dei propri risparmi. Un dato in linea con quello dell’anno scorso, ma non per questo scontato perché dà continuità a un trend cominciato nell’arco dei sei mesi di esposizione universale (Expo Milano 2015 il cui motto era “Nutrire il Pianeta, energia per la vita”) che hanno cambiato il volto del capoluogo lombardo e rafforzato la consapevolezza di tutti gli italiani.
“È positivo notare che gli sforzi che sono stati fatti per promuovere i temi della sostenibilità hanno portato a consolidare la propensione verso uno stile di vita più consapevole”, ha dichiarato Enea Roveda, amministratore delegato del gruppo LifeGate. “Emergono anche chiari segnali della volontà di ognuno di costruire un futuro migliore, più equo e che dia il giusto valore alle risorse disponibili, come dimostra l’attenzione verso l’energia rinnovabile”. Gli fa eco Renato Mannheimer di Eumetra Monterosa: “Il quadro d’insieme induce a ritenere che se si deve parlare di coda lunga per Expo 2015, questa si sta manifestando in termini di consolidamento della sostenibilità”.
Un trend confermato dalla percentuale di coloro che conoscono i temi e – cosa molto importante – li approfondiscono. Quasi un terzo degli italiani (27 per cento), infatti, dimostra di avere un’alta padronanza del vocabolario della sostenibilità. I più “esperti” sono i giovani che vivono nelle grandi città. E tra i vocaboli più usati ci sono – di nuovo – “energia sostenibile”, “alimentazione sostenibile” e un più generico “sostenibilità ambientale” che però diventa più specifico se si considera che il fenomeno dei cambiamenti climatici è tra i fatti più seguiti dello scorso anno. Forse complice anche l’elezione di Donald Trump – che si è dimostrato freddo sul tema – a presidente degli Stati Uniti dopo otto anni di presidenza Obama, tra le più attive in campo ambientale.
Moda o convinzione? Gli italiani si dividono
Un aspetto particolare emerge alla domanda “la sostenibilità per te è una moda o un tema sentito?”. Gli italiani si dividono esattamente a metà con una percentuale identica per entrambe le risposte: 47 per cento. Al contrario, crollano gli indecisi che passano dal 13 al 6 per cento. Ciò non significa che chi ritiene che sia una moda non faccia scelte dettate dalla convinzione, bensì pensa che spesso chi parla di sostenibilità oggi lo faccia perché il tema è diventato popolare, di tendenza.
Al contrario, la convinzione di chi ha scelto di abbracciare la sostenibilità come stile di vita è confermato anche dal fatto che più della metà (52 per cento) è disposto a spendere di più nel caso in cui il prodotto – e quindi il prezzo – comprenda sia la componente legata alla sostenibilità ambientale, sia il giusto valore e il giusto riconoscimento ai lavoratori. Gli acquisti sostenibili riguardano tanto la casa quanto l’alimentazione e sono dettati dal senso di responsabilità verso le generazioni future (78 per cento degli intervistati) e dall’amore per l’ambiente (74 per cento). La salute e il benessere personale, infine, spingono verso acquisti sostenibili “solo” il 65 per cento degli italiani.
La sostenibilità fa parte del dna degli italiani
Forse è presto per affermare che la sostenibilità è un valore entrato a far parte della cultura degli italiani, ma di sicuro non è più un “lusso” di cui si può fare a meno, tanto che nell’Anno internazionale del turismo sostenibile ben 3,5 milioni di italiani si dicono disposti a spendere di più per un viaggio all’insegna della tutela e del rispetto dei luoghi che visitano, mentre sono due milioni coloro che già oggi organizzano i loro momenti di svago in modo consapevole. Perché la sostenibilità non va in vacanza.
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