Morto a 93 anni Ovidio Marras, il pastore che si oppose alla cementificazione di Capo Malfatano, perla della Sardegna: volevano farci un resort di lusso.
Morto a 93 anni Ovidio Marras, il pastore che si oppose alla cementificazione di Capo Malfatano, perla della Sardegna.
L’impresa di costruzioni Sitas gli offrì molti soldi per realizzare un resort di lusso sul suo terreno, Marras ha sempre rifiutato.
Dopo 16 anni di contenzioso, vinse anche una causa legale: la Sitas aveva provato a privarlo dell’accesso al mare.
Ovidio Marras, il pastore che vinse la battaglia contro i potenti gruppi immobiliari che volevano costruire un resort di lusso nella sua Capo Malfatano, in Sardegna, è morto a 93 anni nella sua casa di Teulada. La sua storia è quella di un uomo semplice ma determinato, che ha saputo resistere alle pressioni e alle offerte milionarie per salvaguardare un angolo di paradiso incontaminato.
Ovidio Marras, da pastore a eroe
Marras era il proprietario di un podere di 12 ettari a ridosso del mare, in una zona di straordinaria bellezza naturale, tutelata da vincoli paesaggistici, esaltata anche dal National Geographic. Nel 2010, la Sitas (ufficialmente Società iniziative agricole sarde, ma in realtà gestita da importanti nomi di costruttori italiani) gli propose di acquistare il suo terreno per realizzare un progetto di 150mila metri cubi di cemento, con albergo, ville e campo da golf.
Marras, un po’ a sorpresa, rifiutò con fermezza, affermando: “Questa è la terra di mio padre e del padre di mio padre e me la tengo. Voi qui intorno non avete diritto di costruire”. La Sitas, per aggirare il suo ostacolo, deviò l’antico stradello che attraversava il suo podere, privandolo di fatto dell’accesso al mare. Marras, allora, si rivolse al tribunale, sostenuto dall’associazione Italia Nostra, che si occupa di tutela del patrimonio culturale e ambientale. “Con le sue scelte, Ovidio Marras ha difeso il diritto di ognuno a vivere la propria vita in armonia con la natura” ha scritto sui social Maria Paola Morittu, presidente di Italia Nostra.
Addio a Ovidio Marras, salvò dal cemento Capo Malfatano, "Con le sue scelte ha difeso il diritto di ognuno a vivere la propria vita in armonia con la natura", Maria Paola Morittu #ItaliaNostra.https://t.co/i4DfUsZSgG.
La battaglia legale durò 16 anni, durante i quali Marras dovette affrontare minacce, intimidazioni e tentativi di corruzione. Nel 2018, la sua tenacia fu premiata: il tribunale di Cagliari dichiarò il fallimento della Sitas, accogliendo il ricorso delle imprese locali coinvolte nella costruzione del resort, che era stato abbandonato dopo lo stop ai lavori. Marras ottenne così il riconoscimento del suo diritto di proprietà e di accesso al mare, e impedì la devastazione di un’area di grande valore ambientale.
La sua storia ha fatto il giro del mondo, arrivando anche sul New York Times, e ha ispirato documentari, libri e canzoni. Marras è stato definito un eroe, un esempio di resistenza civile, un difensore della Sardegna. Lui, però, si definiva solo un pastore, che amava la sua terra e i suoi animali. “Non ho fatto niente di straordinario – diceva – ho solo difeso quello che era mio e di tutti”. Con la sua umiltà e la sua forza, ha lasciato un’eredità preziosa per le generazioni future.
Negli ultimi mesi in Sardegna ci sono stati incendi e sabotaggi, molte fake news e spazi occupati, ma si è dato meno spazio alla vera questione: la democratizzazione degli impianti rinnovabili.
Un tratto di costa sarda sarà preservato e protetto, grazie alla onlus Worldrise. È solo la prima delle aree di conservazione marina locale che sorgeranno.