Con la pandemia, ci sono 163 milioni di poveri in più. In compenso, il patrimonio dei 10 miliardari più ricchi del mondo è raddoppiato. Lo studio di Oxfam.
Tra marzo 2020 e novembre 2021, mentre 163 milioni di persone sprofondavano al di sotto della soglia di povertà, 565 sono entrate nel club dei miliardari.
È quanto emerge dal report “La pandemia della disuguaglianza”, pubblicato dalla ong Oxfam in occasione del Forum economico mondiale di Davos 2022.
Il patrimonio dei dieci miliardari più ricchi del mondo è più che raddoppiato, sfondando il valore aggregato di 1.500 miliardi di dollari.
“Non è mai stato così importante intervenire sulle sempre più marcate ingiustizie e iniquità”, sottolinea la direttrice di Oxfam International Gabriela Bucher.
C’è qualcuno per cui gli ultimi due anni, segnati dalla pandemia, si sono rivelati un periodo florido. Non si tratta di sicuro dei 163 milioni di persone che sono sprofondate al di sotto della soglia di povertà, trovandosi a vivere con meno di 5,50 dollari al giorno. Piuttosto, la sorte ha sorriso a quelle 565 che sono entrate a far parte del club dei miliardari tra marzo 2020 e novembre 2021, a un ritmo di 26 al giorno. A novembre 2021 nel mondo c’erano 2.660 miliardari; i 49 italiani (erano 36 fino alla vigilia della pandemia) si spartiscono 185 miliardi di euro. Sono soltanto alcuni dei dati con cui la ong Oxfam denuncia la “Pandemia della disuguaglianza”, proprio mentre si aprono i lavori – soltanto in diretta streaming – del Forum economico mondiale di Davos 2022.
Quello della pandemia è un periodo d’oro per i miliardari
La pandemia è stata un periodo d’oro per i dieci miliardari più ricchi del mondo censiti dalla rivista Forbes. Il loro patrimonio netto è più che raddoppiato in termini reali, sfondando il valore aggregato di 1.500 miliardi di dollari. Nelle loro mani c’è oltre sei volte lo stock di ricchezza netta del 40 per cento più povero della popolazione globale adulta. Sarebbero liberi di sperperare un milione di dollari al giorno, perché anche a questo ritmo ci metterebbero 414 anni a esaurire il loro patrimonio. Sommando la ricchezza delle donne e delle ragazze che abitano in tutta l’Africa, nel Sud America e nei Caraibi, non si arriva a pareggiare quella di 252 miliardari uomini.
Il numero uno assoluto, con una ricchezza netta di 177 miliardi di dollari, è sempre il patron di Amazon Jeff Bezos. Nell’arco degli ultimi 21 mesi il suo surplus patrimoniale è stato di 81,5 miliardi di dollari: basterebbe per pagare l’intero ciclo di vaccinazione anti-Covid, con due dosi e un booster di Pfizer, a ognuno dei 7,8 miliardi di abitanti del pianeta.
Se anche la campagna vaccinale inasprisce le disuguaglianze
È vero che, all’indomani dello scoppio della pandemia da coronavirus, le banche centrali hanno iniettato liquidità in un sistema economico che ne era uscito subito molto provato. Tuttavia, “gran parte di queste risorse sono finite nelle tasche dei miliardari che cavalcano il boom del mercato azionario”, denuncia Gabriela Bucher, direttrice di Oxfam International. “Alcuni settori hanno beneficiato della crisi con conseguenze avverse per troppi, come nel caso del settore farmaceutico, fondamentale nella lotta alla pandemia, ma succube alla logica del profitto e restio alla sospensione temporanea dei brevetti e alla condivisione di know how e tecnologie necessarie per aumentare la produzione di vaccini Covid e salvare vite anche nei contesti più vulnerabili del pianeta”. Così, a un anno dall’inizio della campagna vaccinale, l’80 per cento delle dosi è stato destinato ai paesi del G20 e solo l’1 per cento agli abitanti dei paesi a basso reddito.
Ogni quattro secondi, una persona muore perché non ha accesso alle cure mediche, perché è esposta all’impatto dei cambiamenti climatici, per fame o perché ha subito violenza di genere. Tutti fenomeni sui quali le disuguaglianze hanno un peso tangibile. Negli Stati Uniti, i nativi americani, i latini e i neri hanno avuto da due a tre volte più probabilità dei bianchi di morire di Covid-19. L’aspettativa di vita dei neri e dei latino americani è crollata rispettivamente di 2,9 e 3 anni, quella dei bianchi di 1,2 anni.
Le disuguaglianze tracciano un divario tra nord e sud del mondo, tra ricchi e poveri, ma anche tra uomini e donne. Dovendosi sobbarcate quasi interamente il lavoro di cura non retribuito, le donne hanno perso complessivamente 800 miliardi di dollari di redditi nel 2020, poco meno del pil della Nuova Zelanda moltiplicato per quattro. Nel 2021, mentre l’economia è in ripresa, le donne che hanno un impiego sono 13 milioni in meno rispetto al 2019. “La disuguaglianza non è una fatalità ma il risultato di precise scelte politiche”, continua Bucher. “Non è mai stato così importante intervenire sulle sempre più marcate ingiustizie e iniquità”.
Il G20 Finanze in Brasile si è chiuso con un primo passo verso l’imposizione di tasse per i super ricchi. Soddisfatta l’organizzazione umanitaria Oxfam.
In tre anni il patrimonio dei 5 uomini più ricchi del mondo è raddoppiato, quello di 5 miliardi di persone è rimasto fermo. Ed è solo uno dei dati di Oxfam sulla disuguaglianza.
Secondo il nuovo rapporto Oxfam, l’1% più ricco inquina in 1 anno quanto inquinerebbe in 1.500 anni una persona appartenente al restante 99% dell’umanità.
Dal 2020, per ogni dollaro guadagnato da rientra nel 90 per cento più povero dell’umanità, un miliardario ne ha intascati 1,7 milioni. Lo afferma Oxfam.
Nell’arco di 25 anni, l’1 per cento più ricco della popolazione globale ha emesso il doppio della CO2 rispetto al 50 per cento più povero. Lo svela Oxfam.
Le donne regalano alla società un prezioso lavoro di cura e assistenza, senza ricevere nulla in cambio. È un nodo della disuguaglianza descritta da Oxfam.
Ogni giorno, l’anno scorso, 2,5 miliardi di dollari in più entravano nelle tasche degli ultra ricchi, mentre 500 milioni uscivano da quelle dei più poveri. La denuncia arriva da Oxfam, mentre a Davos è in corso il World Economic Forum.