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Grazie alla tecnologia Lincredible, le reti per frutta e verdura hanno le stesse performance della plastica ma il ridottissimo impatto ambientale del lino.
Che il lino sia una fibra tessile nobile, che vanta la rara capacità di coniugare bellezza estetica, durevolezza e basso impatto ambientale, è cosa nota. Leggero e traspirante, si presta alla perfezione per gli abiti estivi ed è sempre più ricercato anche per lenzuola, asciugamani e tovaglie. Perché non usarlo anche per il packaging alimentare? Quest’idea che a prima vista può sembrare incredibile, e anche un po’ bizzarra, è diventata realtà. Merito di Linificio e canapificio nazionale, con quasi 150 anni di esperienza nella filatura di lino e canapa, e Kuku international packaging, produttore bolognese di packaging flessibile, con la consulenza dalla onlus Marevivo. Ci sono voluti tre anni di studio ed esperimenti, ma il risultato è stato raggiunto. E si chiama, appunto, Lincredible.
Bisogna ridurre drasticamente il consumo di plastica usa e getta. È una necessità e anche un preciso indirizzo dettato dall’Unione europea, con la direttiva che ha bandito la vendita di cotton fioc, posate, cannucce e altri oggetti, e una strategia che prevede che, entro il 2030, tutti gli imballaggi di plastica possano essere riciclati o riutilizzati a costi accessibili.
Nonostante l’attenzione a questo tema sia ormai altissima, a volte è davvero difficile sfuggire alla plastica monouso. Al supermercato, per esempio, si finisce inevitabilmente per mettere nel carrello patate, cipolle e agrumi avvolti nella classica retina di plastica. Di spesa in spesa, i numeri si fanno rilevanti. In Italia ogni anno si acquistano circa 250 milioni di confezioni di teste d’aglio e 20 milioni di sacchi di patate, per un totale di circa 11mila tonnellate di plastica.
Da questa considerazione ha preso il via la minuziosa opera di ricerca e sviluppo che ha portato a Lincredible, una rete per frutta e verdura in lino. Le performance sono identiche rispetto a quelle di un’analoga rete in plastica ma i vantaggi ambientali sono tangibili: il lino infatti è una fibra naturale, non ha nulla a che vedere con il petrolio ed è biodegradabile a fine vita.
L’innovazione sviluppata da Linificio e canapificio nazionale e Kuku international packaging è già in distribuzione in Francia e Germania, con l’auspicio di arrivare presto anche nel nostro paese. Per la sua versatilità, il tessuto può essere un valido sostituto della plastica anche per altri tipi di imballaggi, come le finestre trasparenti nei sacchetti di carta, i rinforzi interni delle confezioni di carta o i copri-cassette per frutta e verdura. E sono già in fase di sperimentazione le prime reti per la pesca, l’allevamento e la vendita di mitili. Tutto questo senza bisogno di stravolgere le catene produttive, visto che reti e filati in lino possono essere utilizzati dagli stessi macchinari industriali che finora hanno confezionato gli oggetti con i materiali plastici.
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