Il governo dei Paesi Bassi promette di recuperare il suo ritardo nell’azione per il clima, con 120 diverse misure per tagliare le emissioni di gas serra.
Il governo dei Paesi Bassi ha presentato un pacchetto per il clima che stanzia 28 miliardi di euro per 120 misure.
L’obiettivo è quello di ridurre le emissioni di gas serra del 55-60 per cento entro il 2030.
Questa decisione segue la storica causa con cui il governo è stato condannato per la sua inazione climatica.
“Le sfide climatiche di oggi creano anche le opportunità economiche di domani”. Con queste parole, riferite ai giornalisti riuniti all’Aia, il ministro del Clima e dell’energia dei Paesi Bassi, Rob Jetten, ha presentato l’ambizioso pacchetto per il clima appena lanciato dal suo governo. 28 miliardi di euro di investimenti per tagliare le emissioni di gas serra del 55-60 per cento entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990.
Dutch government to spend €28 billion on reaching 2030 climate goals https://t.co/uskQkHYZqP
Cosa prevede il pacchetto per il clima dei Paesi Bassi
“Stiamo lavorando per un’economia completamente climate neutral e circolare entro il 2050. Per questo, dobbiamo davvero svincolarci dalla dipendenza dai combustibili fossili e ridurre le nostre emissioni di gas serra”, promette Rob Jetten.
Questi 28 miliardi di euro verranno spalmati su un totale di 120 misure. Sono previsti, per esempio, finanziamenti fino a 425 milioni di euro per l’isolamento termico delle case delle famiglie a basso reddito, più altri 600 milioni di euro per l’acquisto di veicoli elettrici di seconda mano. Si investirà anche nell’installazione di impianti a energia solare e nella costruzione di reattori nucleari di piccole dimensioni. Il governo preme anche per miscelare benzina e diesel con i biocarburanti, il che farà aumentare di qualche centesimo il prezzo al litro.
Pochi giorni prima, il governo dei Paesi Bassi aveva siglato un accordo con quello britannico per costruire un gigantesco cavo sottomarino nel mare del Nord. Servirà per scambiare l’energia prodotta dalle pale eoliche offshore. Tutto questo, ci tiene a sottolineare l’esecutivo olandese, permette anche di fare a meno degli idrocarburi importati dalla Russia.
La storica azione legale vinta dagli ambientalisti
“Da anni i Paesi Bassi sono in ritardo rispetto agli obiettivi climatici. Ora è il momento di fare il grande salto”, scrive il ministro Rob Jetten su Instagram. Un ritardo che è stato anche confermato da un’azione legale che ha fatto la storia delle mobilitazioni ambientaliste. La ong Urgenda, in rappresentanza di circa 900 cittadini, ha infatti trascinato in tribunale il governo olandese chiedendogli di tagliare le emissioni del 25 per cento entro la fine del 2020, rispetto ai livelli del 1990. E vincendo in primo grado nel 2015, in appello nel 2018 e, infine, alla Corte suprema nel 2019.
Nel motivare la sentenza, il presidente della corte suprema Kees Streefkerk aveva sottolineato quanto i cambiamenti climatici minaccino “l’esistenza, il benessere e le condizioni di vita di molte persone in tutto il mondo, inclusi i Paesi Bassi”. Il fatto che si tratti di un paese geograficamente piccolo, che incide quindi in modo limitato sul totale delle emissioni planetarie, non deve essere considerato come una giustificazione. “Ogni stato è responsabile per la sua quota”, aveva ribadito Streefkerk. Una responsabilità che finalmente l’esecutivo sembra volersi assumere, anche attraverso questo piano di investimenti.
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