Nella regione del Sahel, sconvolta da conflitti inter comunitari e dai gruppi jihadisti, 29 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria.
Paesi Bassi, una messa lunga due mesi per evitare l’espulsione di una famiglia
La chiesa protestante di Bethel, nei Paesi Bassi, ha deciso di celebrare una messa ad oltranza, per impedire l’espulsione di una famiglia armena.
“È un modo di vivere la fede. Di mettere in atto ciò che affermiamo la domenica”. Derk Stegeman fa parte delle decine e decine di pastori che, dal 25 ottobre, celebrano una messa “infinita” nella chiesa protestante di Bethel, a L’Aia, nei Paesi Bassi. Da due mesi, la cerimonia viene assicurata ogni giorno, 24 ore su 24. L’obiettivo, infatti, è di evitare l’espulsione di una famiglia armena.
Nei Paesi Bassi la polizia non può interrompere una cerimonia religiosa
La notizia è stata riferita inizialmente da alcuni media locali. Ma in breve tempo ha attraversato l’Europa. La legge dei Paesi Bassi, infatti, non permette agli agenti delle forze dell’ordine di accedere ai luoghi di culto mentre sono in corso le cerimonie.
Best wishes for a pleasant Christmas and a successful 2019 to all asylum seekers, refugees and migrants in Italy, the Netherlands, Europe & the World. May all of your Dreams come True! : 60 day church service keeps hope alive for asylum family at Christmas https://t.co/S3jTU4ZpVL
— Valerie Waterhouse (@val_in_italy) 24 dicembre 2018
Così, è da tutta la nazione che i pastori sono partiti per evitare di interrompere la messa. La sorte della famiglia Tamrazyan, che vive in Olanda da nove anni, dipende proprio da questo. Il padre, militante politico, aveva ricevuto minacce di morte nel proprio paese e per questo ha chiesto asilo. Dopo una procedura lunghissima, durata ben sette anni, un giudice ha accettato la domanda. Il governo olandese, però, si è opposto alla decisione e ha presentato ricorso.
#Dutch #church holding non-stop service to block #deportations hopes for #Christmas #miracle | #Religion #Christianity #Migrants #Immigration #Poverty #Europe #EU #Netherlands #Foreign #News https://t.co/BV0fs6lcg0
— Foreign Confidential (@ForeignC) 14 dicembre 2018
Così, i due genitori e i loro tre figli – di età compresa tra 15 e 21 anni – hanno anche tentato di passare attraverso un programma chiamato “Children’s Pardon”, che permette alle famiglie che hanno soggiornato almeno cinque anni sul territorio dei Paesi Bassi di ottenere un permesso di soggiorno. Ma anche questa strada non ha portato i frutti sperati. Così, è arrivato l’ordine di lasciare il territorio. E la conseguente decisione di rifugiarsi nella chiesa di Bethel.
In 250mila firmano una petizione
Uno dei pastori ha spiegato alla comunità di aver deciso di aiutare la famiglia “per restare fedeli ai nostri valori di apertura e di solidarietà”. E per questo l’obiettivo è di continuare ad oltranza la messa. La speranza è che il ministro delle Migrazioni possa utilizzare i propri poteri discrezionali al fine di concedere alla famiglia un permesso straordinario, procedura prevista dall’ordinamento olandese.
“Spesso si dice che Dio è dalla parte dei poveri, dei rifugiati. Ora siamo noi a schierarci con loro”, ha aggiunto Stegeman. Il governo olandese sostiene invece che l’Armenia è considerata una nazione sicura e che pertanto l’espulsione deve essere eseguita. Nonostante ben 250mila cittadini dei Paesi Bassi abbiano firmato una petizione per chiedere alle autorità di rivedere la loro posizione.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
La cooperazione allo sviluppo sta trovando nuovi ritmi. È un mutamento solo di forma e mezzi o di contenuti e senso? La risposta nell’editoriale di Avsi.
Il Libano è in ginocchio dopo il crollo della lira libanese e la crisi economica si sta trasformando anche in un’emergenza sanitaria e ambientale.
Emergency ha avviato un progetto per dare un aiuto concreto a chi si ritrova a vivere in uno stato di precarietà a causa della Covid-19.
I migranti presenti sulla nave umanitaria Ocean Viking sono arrivati a Porto Empedocle. Effettuato il trasbordo su un’altra imbarcazione.
Da una settimana la Ocean Viking attende l’indicazione di un porto sicuro nel quale sbarcare i naufraghi, ma né Malta né Italia hanno risposto.
Le negoziazioni per l’annessione unilaterale di Israele di parte della Cisgiordania palestinese proseguono. Ma il popolo palestinese non resta a guardare.
Il 20 giugno è la Giornata mondiale del rifugiato. Quest’anno forse la vivremo diversamente: l’editoriale della direttrice della comunicazione Avsi.
Per un migrante che vive in Italia da pochi anni, comprendere e attuare correttamente le misure di contenimento del Covid-19 può non essere scontato.