Un report uscito nei giorni scorsi ha fatto luce sugli ingenti sussidi all’industria fossile del governo dei Paesi Bassi.
10mila persone hanno bloccato l’autostrada per L’Aia sia sabato che domenica per protestare contro il governo.
La polizia ha trattenuto migliaia di attivisti ma le proteste antigovernative sembrano destinate a proseguire.
La polizia dei Paesi Bassi ha in custodia migliaia di attivisti per il clima, dopo una manifestazione contro il governo e le sue politiche ambientali. Nella giornata di sabato 9 settembre circa 10mila persone hanno sfilato lungo l’autostrada A12 nei pressi de L’Aia, ignorando i divieti e bloccandola. Sono state fermate migliaia di persone, ma nella giornata di domenica 10 settembre la manifestazione si è ripetuta secondo le stesse modalità. Anche in questo caso ci sono stati numerosi altri fermi di polizia, 500 secondo un comunicato. Le associazioni ambientaliste dicono però che andranno avanti con la protesta.
I Paesi Bassi e i sussidi al fossile
Nei giorni scorsi nei Paesi Bassi è uscito un report sulle spese annuali del governo in termini di sussidi all’industria fossile.
Nel documento sono citate 31 forme di sussidio, generalmente sotto forma di agevolazione fiscale, che rendono più economico per le industrie locali produrre petrolio, carbone e gas. I vantaggi riguardano soprattutto l’industria marittima, mentre al secondo posto si piazzano le compagnie che producono elettricità per via fossile.
— Earthshine ™ (Roboeconomist nr. 1) (@climatebabes) September 9, 2023
L’uscita del report ha acceso le polemiche nel paese, tanto che sul tema è intervenuto anche Rob Jetten, ministro dell’Energia. Ha riconosciuto che i sussidi governativi al fossile sono un problema e che andrebbero cancellati, ma non ha offerto previsioni temporali su quando questo succederà. Un elemento che ha acceso ulteriormente lo scontro.
Proteste e arresti
La manifestazione del 9 settembre è stata organizzata dal movimento ambientalista Extinction Rebellion assieme ad altre organizzazioni come Greenpeace per protestare contro il governo e i suoi sussidi al fossile. Circa 10mila persone hanno sfilato sull’autostrada A12 nei pressi dell’Aia, nonostante il governo e la polizia avessero vietato la manifestazione.
🇳🇱 Extinction Rebellion Block Road To The Hague
The group alleged 10,000 demonstrators turned up to protest Dutch fossil fuel subsidies before being water cannoned by police. pic.twitter.com/YqevGJzuBI
Le camionette delle forze dell’ordine hanno cercato di disperdere le persone con i cannoni d’acqua. Alla fine della giornata la polizia ha diramato un comunicato in cui si parlava di 2.400 persone trattenute, compresi minori. Il giorno dopo, domenica 10 settembre, è andato in scena un nuovo corteo sull’autostrada. Ci sono stati nuovi fermi e la polizia in serata ha parlato di 500 persone trattenute. Questo significa che sommando le due giornate sono centinaia se non migliaia gli attivisti ambientali in stato di detenzione. Una situazione che non ha scoraggiato Extinction Rebellion e le altre realtà organizzative della protesta, che hanno annunciato che l’autostrada verrà bloccata a cadenza quotidiana fino a che il governo non cancellerà i sussidi all’industria fossile.
Migliaia di persone sono scese in strada contro la decisione del governo di sospendere i negoziati per l’adesione all’Unione europea fino al 2028. Violenta la reazione delle forze dell’ordine. La presidente della Georgia rifiuta di lasciare il mandato finché non verranno indette nuove elezioni.
I ribelli jihadisti hanno conquistato Aleppo e altre città della Siria nordoccidentale, senza incontrare grande resistenza delle forze di Assad. Un’offensiva che non è casuale.
Il team di ricerca Forensic Architecture ha mappato con telerilevamento e modellazione 3D gli attacchi israeliani su Gaza, evidenziando un pattern preciso contro i civili.
L’Aia accusa ufficialmente Netanyahu e Gallant di crimini di guerra a Gaza. Per la prima volta nella storia della Corte si chiede l’arresto di leader occidentali.
Israele a Gaza sta attuando politiche che privano deliberatamente la popolazione delle risorse per vivere. Per il Comitato speciale dell’Onu è genocidio.